Una notte in giallo




 UNA NOTTE IN GIALLO


Autori: Roberto Alajmo, Andrej Longo, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Francesco Recami, Alessandro Robecchi, Gaetano Savatteri, Fabio Stassi

Editore: Sellerio 

Genere: Giallo – noir 

Pagine: 384

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. La notte in cui tutto accade – un delitto, l’enigma e il detective che lo svela – è una situazione tipica del noir. In questi otto racconti, lo specchio deformante della notte riflette lo stile di indagine proprio di ciascuno di questi noti investigatori, tra i personaggi più originali del giallo italiano. Quella di Massimo, barrista detective del BarLume di Marco Malvaldi, è insonne. Il vicequestore Alice Martelli è chiamata d’urgenza a indagare sul furto di un preziosissimo collier avvenuto nel corso di una degustazione di champagne; insieme a lei fa l’esordio ufficiale su una scena del crimine Matilde Viviani, di mesi tre; a completare il quadro Massimo che per non cedere al sonno non smette di camminare.Il giovane Acanfora, poliziotto dall’animo schietto nato dalla penna di Andrej Longo, ci propone il vivido racconto della sua salita sotto le stelle su un monte mitico di Ischia, per salvare una ragazza che rischiava di morire. Romeo, ragazzino modello, è scomparso dalla casa di Màkari, accanto alle villette di Lamanna e Piccionello; gli affranti genitori sono salutisti accaniti e provengono dal Nord, quanto basta a Gaetano Savatteri per lanciare i suoi eroi alla ricerca dello scomparso, senza risparmiare però riflessioni e battute pungenti. A Mondello c’è una villa in stile pompeiano famosa per essere una casa di fantasmi; qui Giovà, il «Giufà» riscritto da Roberto Alajmo in chiave poliziesca, vivrà «La peggiore notte della sua vita». Il Biondino e l’Uomo con la Cravatta, i due protagonisti del racconto di Alessandro Robecchi, formano una «strana coppia» che forse richiama il famoso film, solo che loro sono due killer molto apprezzati, a caccia di un bersaglio evanescente come la notte.Vince Corso, il bibliodetective delle opere di Fabio Stassi, agisce sempre immerso in un’atmosfera di vago e persistente mistero: una modella ha trovato un modo elusivo per morire, Corso aspetta l’alba con le amiche da lei convocate per l’occasione. Francesco Recami è come sempre sarcastico e dissacrante, ma questa volta in versione splatter: la notte della Mattei- Ferri, l’odiosa falsa invalida della serie della Casa di Ringhiera, si prospetta tremenda; ma quello che attende i suoi aguzzini adolescenti lo è ancora di più. Rocco Schiavone, il celebre vicequestore di Antonio Manzini, viene svegliato per indagare su un ragazzo sfracellato ai piedi di un costone di roccia; nella loro baita extralusso, devono spiegare l’accaduto tre giovani ricchi, annoiati e viziati; proprio i tipi umani che lui meno sopporta, per giunta nottetempo e senza l’attrezzatura adatta ai duemila metri.

 Recensione di Edoardo Guerrini

Le raccolte di racconti di Sellerio sono ormai una collezione preziosa: ogni pochi mesi ne esce una nuova. La casa editrice raduna un drappello scelto tra i suoi autori di gialli, e assegna loro un tema specifico, ben preciso. Poi sta ai bravissimi autori Sellerio, nella mia opinione tra i migliori e più originali interpreti del giallo italiano, di comporre un racconto sul tema utilizzando i protagonisti dei loro romanzi. In questo modo il lettore, che magari conosce già tali protagonisti, può divertirsi a pensare: “vediamo un po’ come se la caverà il Viviani, o il Lamanna, o il vice questore Rocco Schiavone, alle prese con questo tema!”. Ma forse un’altra tipologia di lettore interessa ancor più agli astuti editori panormiti: quella di colui che magari ha già letto qualche autore Sellerio, ma non tutti, come ad esempio il sottoscritto. E allora tale lettore, attratto dal tiraggio fornito dagli autori più famosi come Manzini o Savatteri, ha l’occasione di testare anche qualche altro autore meno noto, e magari così gli verrà pure voglia di leggerne i romanzi. È andata proprio così nel mio caso, almeno per uno di questi autori che lascerò alla fine, come fiore all’occhiello di questa notevole raccolta. 

Cercherò ora di offrirvi un breve commento per ciascuno degli otto racconti di questa antologia il cui tema è la notte: in ognuna delle otto storie, tutto lo sviluppo si svolge in un’unica notte, come nel mitico film dell’85 di John Landis. Si sa che un’intera nottata porta inevitabilmente quelli che la vivono, dovendo obbligatoriamente restare svegli tutto il tempo, a un modo diverso di pensare e di vivere: i pensieri, le idee, escono fuori dai banali binari della routine quotidiana, e portano chi vive quest’esperienza a scoperte inedite.

Nel caso di Massimo Viviani, il barrista del Bar Lume di Marco Malvaldi, e della sua compagna poliziotta Alice Martelli, la notte obbliga i neo genitori a un’esperienza nuova: portare la figlioletta di tre mesi sul luogo dell’indagine, altrimenti all’allattante mamma vice questore il latte rischia di far scoppiare le ghiandole mammarie… Nel clima, come al solito, tipicamente toscaneggiante dove le disparità sociali sono trattate con sorridente ironia, Alice e Massimo, riusciranno a risolvere un caso di furto milionario di una collana di diamanti grazie a un brillante (!) finale a sorpresa. Questo racconto non stupirà coloro che già conoscono i protagonisti della nota serie del Bar Lume, ma di certo non li deluderà: ricco di spirito ma anche di contenuti seri.

Nel caso che si svolge a Makari, dove il pigro scrittore Saverio Lamanna, con la bellissima compagna Suleima e la divertentissima “spalla” Peppe Piccionello sono coinvolti nella misteriosa scomparsa di un ragazzo, Romeo, figlio di una coppia che Peppe riguardo alle abitudini alimentari definisce “nientisti”, in quanto vorrebbero nutrirsi senza questo, quello e quell’altro arrivando praticamente a mangiare il niente, Gaetano Savatteri si diverte e diverte il lettore muovendo i personaggi alla Pirandello, un po’ seguendo la lezione camilleriana di “Riccardino”. La vicenda si dipana nella notte giungendo a una soluzione neppure troppo sorprendente, ma comunque si lascia leggere con gradevolezza e molto sense of humour.

Nella storia dipinta da Roberto Alajmo, il suo cicciottello e non troppo intelligente protagonista Giovà, erede del fiabesco Giufà, che molti hanno trovato nelle “Fiabe Italiane” reinterpretate da Italo Calvino, il suddetto, in età giovanile, vive la “peggiore notte della sua vita” a causa di un cattivo comportamento dei suoi presunti amici. In questo caso, per me che personalmente non conoscevo questo autore, devo ammettere che il raccontino, alquanto esile e non particolarmente teso, non mi invoglia in modo rilevante a cercare altre occasioni di intervento di questo strano protagonista, che nei romanzi di Alajmo sembra rivestire un ruolo di detective per caso, maldestro e riluttante.

Alessandro Robecchi riesce nel limitato numero di pagine concessogli a costruire un noir di taglio nitido, affilato e pazzescamente realistico nel dipingere le notturne atmosfere delle strade della “capitale morale d’Italia”. Due killer professionisti, il biondino e l’uomo con la cravatta, seguono il loro bersaglio che si aggira seguendo un suo piano, a sua volta criminale, per tutta la notte. L’alba porterà a un ingegnoso incastro perfetto del puzzle che il lettore si era  incaponito a cercare di risolvere per tutto lo sviluppo del racconto, molto efficace e di tutto interesse.

Nella storia dipinta da Fabio Stassi, il biblioterapeuta Vince Corso si trova coinvolto nella triste storia della morte di una carissima amica della sua fidanzata Feng, una modella di nome Xian, figlia di un importante generale cinese. Xian è stata trovata morta, probabilmente uccisa da una coppa di champagne avvelenata, da un cospicuo gruppo di amiche che aveva convocato tutte insieme, ciascuna all’insaputa dell’altra, chiedendo ad ognuna di loro di portare con sé un oggetto caro, memoria della loro amicizia. L’unica tra tutte le ragazze invitate che non si trova è una certa Faustine; da un complesso di indizi il commissario che indaga è portato a credere che Faustine fosse colei che Xian si accingeva a sposare; infatti la casa si trova ricca di derrate pregiate e vini tali da consentire un vero e proprio banchetto di nozze, che nella sventura si trasforma in cena notturna di funerale. Sarà Corso a intuire nel finale la soluzione del caso, finale che mi ha lasciato un po’ interdetto e con un certo senso di incompiutezza.

Nella Casa di Ringhiera dipinta spesso da Francesco Recami, la signorina Mattei-Ferri, falsa invalida con pingue conto in banca dovuto alla immeritata pensione di invalidità, si ritrova sottoposta a una straordinaria prova di resilienza. Due giovanotti minorenni, uno dei quali addirittura impunibile in quanto neppure quattordicenne, riescono a introdursi in casa sua per rapinarla. Un evento del tipo che si legge spesso nelle cronache di ogni giorno: una persona anziana che apre la porta inconsapevolmente al pericolo e si ritrova in balia di persone cattive che vogliono approfittarsi della sua impotenza fisica. In questo caso i due, Rudy e Zinzo, sono davvero feroci nel modo di trattare la sventurata signorina. Eppure l’autore riesce a stupirci con un finale pirotecnico, dove l’empatia e le categorie etiche riescono a rivoltarsi con un’efficacia davvero beffarda.

Alla non indifferente quota 2050 s.l.m., il vicequestore Rocco Schiavone di Antonio Manzini si decide ad abbandonare le amate Clarks e il loden verde, per coprirsi meglio e andare in elicottero sul luogo di un delitto avvenuto in una ricca magione d’alta quota. Delitto che in apparenza non sarebbe altro che un incidente: un ragazzo, Giangiacomo, è precipitato da una parete di roccia, volando per un centinaio di metri, dopo aver lasciato a causa di un litigio il gruppo di amici e parenti dove si trovava, in quella baita extra lusso appena costruita con dovizia di materiali naturali  e a basso impatto ambientale. Sembrerebbe tutto chiaro, ma mentre i fidi Casella e Deruta si fanno rifocillare da due gentili signore valdostane vicine di casa, il suo viceispettore Antonio Scipioni intuisce che non per caso il vicequestore continua a trattenersi per tutta la notte facendo domande in apparenza casuali: a Rocco qualcosa non torna, e nonostante le famiglie dei tre ragazzi superstiti siano assai altolocate e pronte a scatenargli contro uno stuolo di avvocati principi del foro, Rocco non si scompone e trova velocemente la verità. “Amico mio, non provare a minacciarmi. Mi sono scontrato con gente che te se magna a colazione. E sono ancora qui.”. Il lettore si immagina la voce arrochita del bravissimo Marco Giallini che interpreta il vice questore, un personaggio che ormai fa parte del nostro immaginario almeno quanto Salvo Montalbano.

Volutamente ho lasciato per ultimo il racconto che per me è stata la perla più preziosa della raccolta, anche se rivestiva il secondo posto in ordine di indice: “La notte di San Lorenzo” di Andrej Longo, un autore che non conoscevo e che da oggi in poi leggerò sicuramente. Longo è uno scrittore ischitano, che usa in modo magistrale forme “attenuate” dialettali prese dalla lingua napoletana nel modo più adatto e coinvolgente. In questa storia il poliziotto Acanfora, in vacanza a Ischia, deve suo malgrado prestare attenzione, svegliato in piena notte, alla vicina di casa di sua zia Rosetta che lo ospita, Carmela. Carmela ha bisogno urgente di aiuto: sua figlia Debora è scomparsa. Carmela viene da un rione complicato, Ponticelli. Ha lasciato suo marito, che viveva di spaccio o anche di peggio e ora è in carcere. Debora è sparita e pare che negli ultimi giorni fosse seguita da un misterioso scooter nero, e aveva strani contatti con suo fratello Michele, che, rimasto fedele a suo padre, sta in cattivi rapporti con la madre e la sorella. Acanfora deve mettersi sulle tracce di Debora in piena notte, e dovendo addentrarsi nei ripidi sentieri del monte Epomeo, trova, per sua fortuna, una guida straordinaria, Angela. “Lei terrà sessant’anni, forse qualcosa di più”. Eppure Angela rivela una conoscenza del territorio e una resistenza fisica incredibili: il giovane Acanfora avrà pure difficoltà a starle dietro. La notte scorre, e in un finale dal ritmo e dalla tensione pazzeschi, l’improvvisato duo riuscirà per un soffio a ritrovare Debora. Il lettore, rincuorato, vive col giovane protagonista vedendo coi suoi occhi la straordinaria stellata: “Ci dovrebbero salire tutti quanti sopra questa montagna, a guardarsi le stelle. Giusto per capire che briciolella di pane è ognuno di noi”. Questo bellissimo racconto impreziosisce tutta la raccolta, che nonostante qualche alternanza di livello e di efficacia, risulta a mio avviso decisamente da consigliare a tutti.

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AA.VV


Roberto Alajmo

Roberto Alajmo (1959) vive a Palermo. Tra i suoi libri: Notizia del disastro (2001), Cuore di madre (2003), È stato il figlio (2005), da cui è stato tratto nel 2012 l’omonimo film diretto da Daniele Ciprì, Palermo è una cipolla (2005), L’arte di annacarsi (2010). Con questa casa editrice ha pubblicato Carne mia (2016), L’estate del ’78 (2018), Repertorio dei pazzi della città di Palermo (2018), Io non ci volevo venire (2021), La strategia dell’opossum (2022).

Andrej Longo

Andrej Longo, nato a Ischia, è autore di opere teatrali, radiofoniche e cinematografiche. Nel catalogo Sellerio Solo la pioggia (2021) e dei suoi precedenti romanzi Chi ha ucciso Sarah? del 2009 (2021), e a seguire Dieci (2007), vincitore del Premio Bagutta e del Premio Chiara.

Marco Malvaldi

Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con questa casa editrice la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume 2016, A bocce ferme, 2018), salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011 e 2021, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti 2011), e Il borghese Pellegrino (2020), gialli a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, e Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013), Buchi nella sabbia (2015), Negli occhi di chi guarda (2017) e, con Glay Ghammouri Vento in scatola (2019).

Antonio Manzini

Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato Sangue marcioLa giostra dei criceti (del 2007, riedito da Sellerio nel 2017) e Gli ultimi giorni di quiete (2020). La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ah l’amore l’amore (2020), Vecchie conoscenze (2021) e Le ossa parlano (2022). In altra collana di questa casa editrice ha pubblicato Sull’orlo del precipizio (2015) e Ogni riferimento è puramente casuale (2019). 

Francesco Recami

Francesco Recami (Firenze, 1956), oltre alle storie della Casa di ringhiera – La casa di ringhiera (2011), Gli scheletri nell’armadio (2012), Il segreto di Angela (2013), Il caso Kakoiannis-Sforza (2014), L’uomo con la valigia (2015), Morte di un ex tappezziere (2016), Sei storie della casa di ringhiera (2017), Il diario segreto del cuore (2018), La verità su Amedeo Consonni (2019) -, con questa casa editrice ha pubblicato anche L’errore di Platini (2006, 2017), Il correttore di bozze (2007), Il superstizioso (2008, finalista al Premio Campiello 2009), Il ragazzo che leggeva Maigret (2009), Prenditi cura di me (2010, Premio Castiglioncello e Premio Capalbio), Piccola enciclopedia delle ossessioni (2015), Commedia nera n.1 (2017), La clinica Riposo & Pace. Commedia nera n.2 (2018), L’atroce delitto di via Lurcini. Commedia nera n.3 (2019), La cassa refrigerata. Commedia nera n. 4 (2020), L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra (2021) e I killer non vanno in pensione (2022).

Alessandro Robecchi

Alessandro Robecchi è stato editorialista de Il manifesto e una delle firme di Cuore. È tra gli autori degli spettacoli di Maurizio Crozza. È stato critico musicale per L’Unità e per Il Mucchio Selvaggio. In radio è stato direttore dei programmi di Radio Popolare, firmando per cinque anni la striscia satirica Piovono pietre (Premio Viareggio per la satira politica 2001). Ha fondato e diretto il mensile gratuito Urban. Attualmente scrive su Il Fatto QuotidianoPagina99 e Micromega. Ha scritto due libri: Manu Chao, musica y libertad (Sperling & Kupfer, 2001) tradotto in cinque lingue, e Piovono pietre. Cronache marziane da un paese assurdo (Laterza, 2011).
Con questa casa editrice ha pubblicato Questa non è una canzone d’amore (2014), Dove sei stanotte (2015), Di rabbia e di vento (2016), Torto marcio (2017), Follia maggiore (2018), I tempi nuovi (2019), I cerchi nell’acqua (2020), Flora (2021) e Una piccola questione di cuore (2022).

Gaetano Savatteri

Gaetano Savatteri (Milano, 1964), cresciuto in Sicilia, vive e lavora a Roma. Con questa casa editrice ha pubblicato: La congiura dei loquaci (2000, 2017) La ferita di Vishinskij (2003), Gli uomini che non si voltano (2006), Uno per tutti (2008), La volata di Calò (2008) e La fabbrica delle stelle (2016), Il delitto di Kolymbetra (2018), Il lusso della giovinezza (2020) e Quattro indagini a Màkari (2021).

Fabio Stassi

Fabio Stassi (Roma, 1962) ha pubblicato con Sellerio: L’ultimo ballo di Charlot, tradotto in diciannove lingue (2012, Premio Selezione Campiello 2013, Premio Sciascia Racalmare, Premio Caffè Corretto Città di Cave, Premio Alassio Centolibri), Come un respiro interrotto (2014), un contributo nell’antologia Articolo 1. Racconti sul lavoro (2009), Fumisteria (2015, già Premio Vittorini per il miglior esordio), La lettrice scomparsa (2016, Premio Scerbanenco), Angelica e le comete (2017), Ogni coincidenza ha un’anima (2018), Uccido chi voglio (2020) e Mastro Geppetto (2021). Ha inoltre curato l’edizione italiana di Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno (2013, 2016) e di Crescere con i libri. Rimedi letterari per mantenere i bambini sani, saggi e felici (2017).