Una stella senza luce




UNA STELLA SENZA LUCE 


Autore: Alice Basso

Editore: Garzanti

Genere: Narrativa gialla

Serie: Anita #3

Pagine: 320 p., R

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Torino, 1935. Il lunedì di lavoro di Anita inizia con una novità: Leo Luminari, il più grande regista italiano, vuole portare sul grande schermo uno dei racconti gialli pubblicati su «Saturnalia», la rivista per cui lei lavora come dattilografa. Il che significa poter curiosa – re dietro le quinte, intervistare gli attori e realizzare un numero speciale. Anita, che subisce il fascino della settima arte, non sta nella pelle. L’entusiasmo, però, dura solo pochi giorni, finché il corpo senza vita del regista viene ritrovato in una camera d’albergo. Con lui, tramonta il sogno di conoscere i segreti del mondo del cinema. Ma c’è anche qualcosa che inizia in quell’esatto istante, qualcosa di molto pericoloso per Anita. Perché dietro la morte di Luminari potrebbe nascondersi la lunga mano della censura di regime. Anita e il suo capo, Sebastiano Satta Ascona, devono evitarlo: hanno troppi segreti da proteggere. Non rimane altro che indagare, ficcando il naso tra spade, parrucche e oggetti di scena. Tra amicizie e dissapori che uniscono e dividono vecchi divi, stelle che, dopo tanti anni lontano dai riflettori, hanno perso la luce. Ogni passo falso può essere un azzardo, ogni meta raggiunta rivelarsi sbagliata. Anita ormai è un’esperta, ma questa volta è più difficile. Forse per colpa di quell’incubo che non le dà pace, un incubo in cui lei indossa l’abito da sposa, ma nero. Perché i giorni passano e portano verso l’adempimento di una promessa, anche se si vuole fare di tutto per impedire l’inevitabile.

I gialli, per loro stessa natura, denunciano l’esistenza del crimine, del male, del delitto, del disagio sociale. Tutte cose di cui oggi non si vuole neanche ammettere l’esistenza…”

“Almeno noi la verità l’avremo raccontata: poi tra i lettori… chi ha orecchie per intendere intenderà, o almeno questa è la speranza.”

Recensione di Loredana Cescutti

Ormai sapete che per me la penna di Alice è una boccata d’aria fresca e rigenerante all’interno del caos quotidiano.

L’atmosfera di questo nuovo romanzo fa sognare, si addentra nelle bellezze e nelle stravaganze del mondo del cinema, ci rapisce con titoli storici della cultura cinematografica, ci permette di viaggiare indietro nel tempo ma, allo stesso modo, ancora una volta ci riporta in un periodo realmente vissuto dal nostro paese, molto particolare che seppur lentamente, si avvicina sempre più agli incubi che anche lItalia, come il resto d’Europa si ritroverà ad affrontare.

Certo, con l’aria frizzante e perennemente allegra di Anita si riesce sicuramente a dimenticare, per un attimo, tutto ciò che sta dietro, il contorno nemmeno così sfumato di un paese che sta cambiando, che sempre più si sta chiudendo, limitando libertà, obbligando le persone con astuzia e stroncando sul nascere iniziative oppositive al governo.

In parte la signorina Bo, che comunque i giornali li legge a dispetto di ciò che crede la sua famiglia e soprattutto Corrado, il suo fidanzato fedele al regime che almeno un po’ la considera come un’ochetta ignorante, ne è consapevole ma, il suo desiderio di opporsi talvolta risulta così prepotente che se non ci fosse Sebastiano, il suo capo, a domarla, il rischio di finire sotto l’attenzione della polizia sarebbe già stato altissimo.

Eh già, quel Sebastiano che parla poco, che mal digerisce la situazione del suo paese e che grazie ad Anita ha trovato il coraggio di opporsi e di raccontare la verità ma, che lo sa, ogni storia potrebbe essere l’ultima, ogni racconto potrebbe avvicinarli all’attenzione del regime, ogni parola potrebbe essere quella di troppo che li farebbe finire entrambi al confino.

E cos’è questa cosa che le balza a tradimento davanti agli occhi, adesso?… tu non sei mai abbastanza rivoluzionario, io lo sono sempre troppo. Ai nostri genitori non va mai bene come siamo.”

Difficile continuare a fare finta che non stia accadendo nulla.

Difficile negare che sono loro stessi a star cambiando o che forse, in realtà, per la prima volta si stanno esponendo per ciò che sonoveramente, con pregi e difetti, l’uno all’altra.

Senza vergogna.

Quasi.

Senza paura.

Assolutamente.

Consapevoli che però così non potrà continuare all’infinito, sul piano del lavoro e ancora meno su quello dei sentimenti.

Basta uno sguardo ad accenderli e, sempre più difficile appare contenere quella fiamma che li tiene uniti ma che rischia di farli bruciare, per sempre.

Si possono legare i polsi di un uomo anche senza sfiorarlo. Gli si può levar l’aria senza stringergli la gola. E mettere un’arma in mano anche senza essere nemmeno nella sua stessa stanza.”

Il tema del cinema domina la scena in questo meraviglioso romanzo ma, assieme a lui, troviamo anche quello sempre più pressante della censura che il regime applica oramai a tutto ciò che viene messo all’attenzione del pubblico.

I giornali ovviamente, ma anche le produzioni cinematografiche che non sono più libere di raccontare ciò che vogliono, bensì devono sempre seguire un determinato copione di indottrinamentodella popolazione che per chi si ritrova con l’anima creativa ricca di idee, di immagini da donare e di storie, anche vere, da raccontare, assumerà le forme e i contorni di un qualcosa di demotivante e svilente.

Come sempre la fluidità nel raccontare, l’abilità nello sdrammatizzare anche nei momenti più difficili e la capacità di trasformare con poche parole, uno sguardo, in qualcosa di emozionante, speciale, vibrante e che ti permette di sognare, sono doti che Alice Basso ha già da tempo, dimostrato di possedere e in questo nuovo libro, non si fa eccezione.

È una storia che non si vorrebbe mai finire, che ti fa scoprire un altro mondo, un’altra vita, un altro tempo che per fortuna, per determinati fatti, si spera non si ripresenti mai più.


Basso scrive
bene, in modo armonioso, con una leggerezza che trasporta e ti permette di sognare pur sapendo, che anche se è appunto un romanzo, la parte tecnica, la collocazione temporale, determinate leggi e imposizioni, non sono finzione bensì realtà storica che l’autrice, come nei precedenti lavori, è riuscita ad amalgamare alla perfezione, permettendo così anche al lettore più allergico ai tomi di storia, di affrontare il testo con piacere e soddisfazione.

C’è molto da guardare, oltre alle reciproche iridi. C’è tutto uno scenario, e lo sanno.”

Altroché se c’è da guardare, da scrutare, fino in fondo, fino ad arrivare al cuore ma farlo troppo a lungo è pericoloso, farlo troppo poco è altresì doloroso.

Non farlo però, sarebbe impensabile perché ormai tornare indietro è difficile.

Fermarsi è impossibile.

Perché le regole le conoscono fin troppo bene ma, fra ciò che potrebbero e ciò che vogliono veramente, oramai è giunto il momento.

Quel momento.

È arrivata l’ora di scegliere assumendosene tutte le responsabilità.

Tutte le conseguenze.

Il dolore è così, si scopre a pensare… spesso non si limita ad affliggere un soggetto solo, ma ricade a cascata su chissà quanti altri, a volte diluendosi di gradino in gradino…”

Il finale è come una palla di fuoco incandescente che cade dal cielo alla massima velocità, finendo per abbattersi su tutto, lasciandoci lì e, non mi riferisco solo a noi lettori, sbiancati, basiti, increduli, allarmati e bisognosi di una continuazione al più presto possibile perché ve lo dico, santa polenta con i funghi, così non vale.

“… sopra o giù dalla scena, lei farà grandi cose. Se per qualcosa mi deve dispiacere di morire, mi spiace che non vedrò cosa lei saprà diventare.

Abbia cura di sé, e splenda.

Come le stelle.”

Buona lettura!

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Alice Basso


Alice Basso: è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino. Lavora per diverse case editrici come redattrice, traduttrice, valutatrice di proposte editoriali. Nel tempo libero finge di avere ancora vent’anni canta e scrive canzoni per un paio di rock band. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.