Un’altra storia




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Luca Ongaro

Editore: SEM

Genere: giallo fantastorico

Pagine: 240

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Siamo nel 1956. L’Italia non ha perso la battaglia di Adua, e la storia ha preso un corso differente. Durante la Grande Guerra il Paese è rimasto neutrale, Matteotti è stato primo ministro per molti anni, Mussolini è ormai solo un vecchio e patetico ministro del governo Pella-Fanfani. A Macallè, capitale della provincia meridionale della Colonia Eritrea, il commissario Francesco Campani si trova alle prese con un delitto avvenuto cinquant’anni prima. Tra chiese rupestri, paesaggi sconfinati e primi fermenti di indipendenza, l’indagine di Campani arriva alla soluzione anche grazie all’aiuto di una brillante ricercatrice dell’Istituto Agricolo Coloniale. Nel frattempo, la Fiorentina vince il suo primo scudetto.

Recensione


Francesco Campani è commissario di polizia a Macallè, nella Colonia italiana dell’Eritrea nell’anno 1956. Il ritrovamento di un cranio di donna con un foro sulla fronte è un elemento insolito nella sua routine quotidiana.

Francesco si appassiona a questo cold case e decide di scoprire innanzitutto l’identità della vittima per poi sperare di risalire a quella dell’assassino. Non sarà facile indagare perché la morte della donna risale agli inizi del secolo e le ricerche coinvolgono personaggi moltoin vista nella colonia. Ma Campani non demorde e assieme al suo fido aiutante Araya e alla bella Emma, ricercatrice dell’Istituto Agricolo Coloniale, cercherà in tutti i modi di fare luce sull’oscura vicenda del passato.

Il giallo di Ongaro non è esattamente “storico”. Si svolge infatti in una dimensione a metà tra l’accaduto e la finzione. Come spiega alla fine, al lettore che avesse avuto qualche perplessità, ha utilizzato dati storici e geografici reali mescolandoli ad altri inventati creando una situazione che potremmo definire “fantastorica”. Ci troviamo infatti nel 1956 in Eritrea che è ancora colonia italiana mentre in patria troviamo un governo Fanfani dove il vecchio Mussolini ricopre l’incarico di ministro delle colonie. L’Italia si è mantenuta neutrale durante la Prima guerra mondiale, Matteotti non è stato assassinato, Mussolini non è diventato duce. La Storia insomma ha preso un corso completamente diverso, molto meno drammatico. Ed è in tale contesto che lavora Campani, con le normali difficoltà di un commissariato di “provincia”, lontano dal centro politico.

Difficoltà che riguardano soprattutto i rapporti con i superiori e con le personalità italiane di spicco del territorio e che non sarebbero state molto diverse in qualche paesetto dell’Italia anziché dell’Eritrea. In fondo i meccanismi di potere sono eguali ovunque e in ogni tempo, nel reale come nel fantastico…

Il commissario, grande tifoso della Fiorentina, ha una personalità forte, decisa ad arrivare alla verità che raggiunge con pazienza e un pizzico di fortuna. Altrettanto solida è la personalità di Emma che gli fa da spalla nelle indagini, donna colta che ha addirittura, per quei tempi, conseguito un master negli USA.

La descrizione dei luoghi, dei cibi e delle usanze è puntuale e miscela abilmente dati reali e creati ad hoc, creando un mondo alternativo dai tratti solidi e percepibili dal lettore come possibili.

Sullo sfondo l’Eritrea, paese povero in eterna guerra con la vicina Etiopia. I paesaggi scabri, le chiese scavate nella roccia e con affreschi dallo stile semplice, il cibo speziato ci accolgono e ci presentano un mondo così lontano dalle nostre abitudini che merita tuttavia di essere scoperto e apprezzato. Eritrea che, anche nella finzione, resta pur sempre una colonia, un territorio da sfruttare con una popolazione comunque discriminata dagli invasori europei.

A cura di Cristina Bruno

https://www.cristinabruno.it/

Luca Ongaro


agronomo di formazione, informatico di deformazione, ha lavorato a lungo nella cooperazione internazionale, il che gli ha consentito di vedere un bel po’ di mondo. È anche stato professore universitario e ora vive in campagna vicino a Firenze.

 

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