Urla sempre, primavera




Recensione di Valentina Cavo


Autore: Michele Vaccari

Editore: NN Editore

Genere: Distopico

Pagine: 448

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Per Zelinda il presente è il 2022, e Genova, la sua città, è messa a ferro e fuoco come nel G8 del luglio 2001. Procreare è diventato un reato, e per Zelinda l’ultima ribellione è la fuga, per mettere in salvo la bambina che porta in grembo a costo della sua stessa vita. Per il Commissario Giuliani il presente è l’8 settembre 2043, quando viene chiamato a indagare sulla morte di un uomo centenario che ha cambiato le sorti del paese. Per Spartaco il presente è sua nipote Egle, la figlia di Zelinda: lui, partigiano, queer, militante, dovrà addestrarla a combattere per se stessa e per gli Orfani del bosco, i bambini sopravvissuti. Presente, passato e futuro entrano senza bussare nella vita di Egle che, depositaria di una storia familiare e di un potere legato ai sogni, è l’unica in grado di immaginare il cambiamento. Nella Metropoli che è diventata l’Italia, un’oligarchia di uomini anziani, la Venerata Gherusia, ha cancellato istruzione e scienza, avvelenato terre e città, e i cittadini devono scegliere di estinguersi. Ma la scintilla del sogno è così potente da piegare la realtà, aprendo la strada alla rivoluzione.

Recensione


Urla sempre, Primavera è indubbiamente un libro dai forti contenuti politici e storici che ripercorrono i fatti accaduti tra il periodo della Resistenza partigiana fino ai giorni nostri, per poi trasportarci nella speculazione di un probabile futuro distopico.

Per capire l’intero arco temporale, bisogna senza dubbio conoscere un buon grado dei fatti e delle circostanze di cui si sta parlando, già prima di approcciarsi alla lettura del testo: questo perché vengono narrate situazioni, personaggi ed eventi solo ammiccando (ad un lettore consapevole) senza mai entrare esplicitamente nei dettagli e senza quasi mai fornire delle coordinate di riferimento.

Anche il futuro distopico da un lato potrebbe essere plausibile ma, dall’altro, ci fornisce un numero di informazioni troppo esiguo per comprenderlo pienamente, e questo rallenta notevolmente l’atto di leggere il testo.

L’autore ha voluto mescolare più generi: all’inizio siamo in una Genova distopica in compagnia di Zelinda che deve sfuggire al governo della Venerata Gherusia, in quanto ne ha infranto il divieto di procreare, e alle mire di questo di far estinguere il genere umano; poi ci troviamo in una sorta di poliziesco nel quale un personaggio (che compare nella parte precedente) investiga su una morte sospetta; andando avanti ci troviamo indietro nel tempo in un flashback con Spartaco (padre di Zelinda), durante il quale riviviamo la vita dei partigiani e a seguire tutti i fatti politici accaduti fino agli ultimi anni del XX secolo; infine, veniamo rimandati nel futuro 2043 insieme ad Egle (figlia di Zelinda) che è protagonista della chiosa del romanzo. Per quanto la scrittura dell’autore sia dinotevole impatto e rudemente efficace, ciò non basta a rimediare al caos dei generi e dei tempi narrativi appena citati.

Anche l’ambientazione non è semplice da comprendere e, per chi ne ha voglia, ricostruire, almeno per un lettore che non conosce la città. Ci sono molte descrizioni di luoghi che possono essere colte esclusivamente da chi ha vissuto o vive la città di Genova, mentre per tutti gli altri lettori rimangono soltanto toponimi citati senza alcuna coordinata geografica. Quindi, se da un lato è importante anche per allacciarsi ai fatti del G8 di cui la città è diventata tristemente drammatico palcoscenico nel 2001, dall’altro se non vi sono evidenze sufficienti a motivare la scelta di quei luoghi o la loro ubicazione, non se ne capisce di fatto il motivo, se non forse perchè già noti all’autore.

Urla sempre, Primavera è un testo da leggere sicuramente in cartaceo, in quanto – oltre alla indubbia bellezza dell’edizione, che potrebbe essere definita un gioiello tipografico – il testo è stato stampato con colori differenti a seconda del punto di vista e del tempo narrativo, cosa che in e-book non viene resa a dovere e, anzi, rende faticoso leggerne alcune porzioni.

Michele Vaccari in questo libro ha sicuramente messo tante idee e messaggi positivi, compiendo scelte anche dure nello stile e nello svolgersi di alcuni momenti, ma allo stesso tempo ne viene penalizzato: proprio a causa della sua volontà di mettere tutto questo “troppo” in un unico calderone ribollente, scaturisce una narrativa caotica che arriva, in una manciata di episodi, a stroncare il fiato, lasciando il lettore senza coordinate in un limbo tra finzione e realtà.

 

 

Michele Vaccari


Michele Vaccari (Genova, 1980) si occupa di editoria, cinema e comunicazione. Ha coordinato la scrittura del film e del documentario per il progetto Making(of)Love, in uscita per Sky ad aprile 2021. Ha pubblicato Italian Fiction (ISBN 2007), Giovani nazisti e disoccupati (Castelvecchi 2010), L’onnipotente (Laurana 2011), Il tuo nemico (Frassinelli 2017) e Un marito(Rizzoli 2018).

 

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