Uscire dal mondo




 USCIRE DAL MONDO


Autore: Edoardo Albinati

Editore: Rizzoli

Genere: Raccolta di racconti

Pagine: 176

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. È possibile vivere “fuori dal mondo”? Si tratta di un desiderio legittimo o di una condanna? Da una parte vorremmo essere lasciati finalmente in pace, ma al tempo stesso temiamo la solitudine come la peggiore delle infelicità. In queste pagine Edoardo Albinati prova a raccontare cosa accade quando ci rendiamo inaccessibili agli altri, oppure sono gli altri a confinarci su un’isola senza vie di fuga. La vita precipita in un pozzo per scelta, per errore o per destino, e niente tranne un miracolo sembra possa tirarci fuori. Un tema di estrema attualità, oggi che all’esclusione sociale si sono aggiunte quella autoimposta da chi decide di non uscire più da camera sua, e quella prodotta dalle campagne di abuso online. Un detenuto pazzerello, una ragazza afflitta da una misteriosa malattia, un artista misantropo sono i naufraghi al centro di queste tre novelle: ma a ben vedere, anche i personaggi intorno a loro vivono altrettanto struggenti forme di solitudine da cui cercano di evadere a ogni costo attraverso l’amore, la cura, la parola, la violenza.

 Recensione Davide Piras


Di Albinati si conoscevano soprattutto le opere monumentali come “La scuola cattolica”, che nel 2016 gli valse il Premio Strega. In questo nuovo libro decisamente più snello, l’autore dà un saggio della sua capacità di condensare in soli tre racconti di media lunghezza tutto ciò che in passato ha seminato all’interno dei romanzi.
Oltre al grande lavoro di studio, esercizio e ricerca, per scrivere bene i romanzi è utile il talento, ma scrivere bene i racconti è una dote ancor più rara, tant’è che spesso capita di rimanere delusi al termine della lettura.

Non è questo il caso. Albinati costruisce tre gabbie attorno ai protagonisti e li isola dal mondo circostante facendo emergere le loro debolezze, il loro desiderio di essere guardati con benevolenza e accettati dagli altri. Inizia a guidarci in questa indagine dell’animo umano attraverso le sue vicende un giovane detenuto. schiavo delle droghe e vittima d’accessi d’ira improvvisi.: è il protagonista del racconto d’apertura “Ragazzo A”.

Nello scrivere questa vicenda, appare evidente che Albinati abbia attinto dalla sua esperienza d’insegnante nel carcere di Rebibbia. E infatti, oltre alla solitaria disperazione del personaggio, emerge in modo potente il mondo carcerario con le sue regole e con i suoi dolori: un microcosmo dove vale tutto per procurarsi ciò di cui si ha bisogno, e vale sia per i detenuti che per le guardie carcerarie; ma anche un mondo in cui la chimera dell’uguaglianza a tratti viene sfiorata: là dentro i privilegi sono pressoché azzerati, e anche l’identità di genere è una faccenda di secondaria importanza in relazione al dramma che aleggia in ogni recesso del penitenziario.

La seconda storia, dal titolo “La figlia strana”, è la più strutturata e tra le righe lancia qualche dardo verso la sicurezza della vita matrimoniale, nonché verso i dogmi della Chiesa affidati a semplici esseri umani come i preti, ingabbiati nei loro desideri come chiunque altro. Albinati sviluppa una tragicommedia quasi grottesca, in cui una presunta malattia misteriosa condiziona gli eventi, e un farmacista che avrebbe potuto fare l’attore di successo si diverte a imitare il gentil sesso durante le confessioni nella cappella.

L’ultimo racconto, intitolato “Oubliette”, gioca con l’ideale comune dell’artista maledetto e solo. Il protagonista, misantropo e ipocondriaco, passa le sue giornate nell’immobilità, con le gambe accavallate ad accarezzare il pelo del suo cane Fizz. La morale che emerge nel finale fa riflettere: nessuno in questo mondo moderno può essere veramente solo, poiché tutto è effimero, anche la solitudine. Succede così che il cane Fizz perde il pelo, arrivano le scadenze per l’artista e la scoperta di essere stato beffato dal commercialista sul pagamento delle tasse costringe l’aspirante solitario a ritrovare il contatto con quella realtà che ha sempre ripudiato. La penna di Albinati si muove con maestria da un argomento all’altro, tracciando un ritratto crudele della società odierna nella quale l’essere umano viene visto in modo animalesco. Il tratto comune di tutte e tre le storie contenute nel volume è però l’essenza Sofoclea dei protagonisti, eroi solitari nel loro isolamento spaziale, e che esso sia voluto o imposto poco cambia.

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Edoardo Albinati


è uno scrittore, traduttore e sceneggiatore italiano. Insegna da anni nel carcere di Rebibbia. Nel 2002 ha vinto, nella sezione Poesia, il Premio Nazionale Rhegium Julii, con Sintassi italiana; nel 2004 ha vinto il Premio Viareggio con il romanzo Svenimenti. È stato vincitore del Premio Strega 2016 con il romanzo La scuola cattolica pubblicato da Rizzoli.