Villetta con piscina




 VILLETTA CON PISCINA

di Herman Koch

Neri Pozza, 2011

Giorgio Testa (Traduttore)
thriller, pag. 363

Sinossi. Dopo La cena, il romanzo in cui un gruppo di adolescenti costringe a scelte drammatiche i propri genitori, Herman Koch torna a descrivere magistralmente il cinismo dei rapporti sociali odierni, l’oscurità e il malessere penetrati nel cuore stesso della famiglia contemporanea. Marc Schlosser è un medico di famiglia. Riceve la mattina, dalle otto e mezza all’una. Venti minuti circa a paziente cosí spartiti: un minuto per capire quello che c’è da capire e gli altri diciannove per inscenare una parvenza di interesse. E i pazienti se ne vanno via soddisfatti, prendendo per una meticolosa e inusuale attenzione quella che non è altro che una messa in scena. Di recente, però, un increscioso incidente ha turbato la tranquilla esistenza di Marc. Dopo il funerale di Ralph Meier, la star televisiva dalla figura imponente e la voce stentorea, Judith, la moglie dell’attore, ha fatto irruzione nello studio di Schlosser scagliando a terra una sedia e strillando ripetutamente «Assassino!». È passato un anno e mezzo da quando Ralph Meier si era materializzato in quella stessa sala d’aspetto. Aveva il suo solito atteggiamento, quella prorompente fisicità che si acquista soltanto con regolari abbuffate in ristoranti che abbiano ottenuto una o piú stelle Michelin o con copiosi barbecue nel cortile di casa. Ma era malato, profondamente malato. Nel suo corpo, le cellule maligne si erano già rivoltate contro quelle sane. Marc ha capito subito che occorreva un intervento drastico, un first strike, un bombardamento a tappeto che avrebbe messo K.O. tutte le cellule maligne in un colpo solo. Eppure ha tranquillizzato l’attore, dicendogli che non c’era nulla di serio di cui preoccuparsi. E un anno e mezzo dopo Meier, il viso magro al posto di quello pienotto di un tempo, ha ingoiato un bicchierino letale per non lasciare alla malattia il gusto di portarselo via.

 Recensione di Samanta Sitta

Marc Schlosser è un medico di famiglia. Riceve la mattina, dalle otto e mezza all’una. Venti minuti circa a paziente così spartiti: un minuto per capire quello che c’è da capire e gli altri diciannove per inscenare una parvenza di interesse. E i pazienti se ne vanno via soddisfatti, prendendo per una meticolosa e inusuale attenzione quella che altro non è che una messa in scena. Di recente, però, un increscioso incidente ha turbato la tranquilla esistenza di Marc. Dopo il funerale di Ralph Meier, la star televisiva dalla figura imponente e dalla voce stentorea, Judith, la moglie dell’attore, ha fatto irruzione nello studio di Schlosser scagliando a terra una sedia e strillando ripetutamente “Assassino!”. È passato un anno e mezzo da quando Ralph Meier si era materializzato in quella stessa sala d’aspetto. Aveva il suo solito atteggiamento, quella prorompente fisicità che si acquista soltanto con regolari abbuffate in ristoranti che abbiano ottenuto una o più stelle Michelin o con copiosi barbecue nel cortile di casa. Ma era malato, profondamente malato. Nel suo corpo, le cellule maligne si erano già rivoltate contro quelle sane. Marc ha capito subito che occorreva un intervento drastico, un first strike, un bombardamento a tappeto che avrebbe messo K.O. tutte le cellule maligne in un colpo solo. Eppure ha tranquillizzato l’attore, dicendogli che non c’era nulla di serio di cui preoccuparsi. E un anno e mezzo dopo Meier, il viso magro al posto di quello pienotto di un tempo, ha ingoiato un bicchierino letale per non lasciare alla malattia il gusto di portarselo via.
Omicidio premeditato? Crudele assassinio? Sono vere le accuse di Judith?
La commissione disciplinare medica dovrà appurare esattamente questo. L’Olanda non è mica l’America, dove per una diagnosi sbagliata un avvocato ti può rovinare. In Olanda se l’hai fatta grossa, rimedi un’ammonizione o al più una sospensione di qualche mese.
E davanti alla commissione medica Marc punta esattamente su questo. Sostiene di averla forse fatta grossa, di essere incorso in un grave errore medico come ne capitano tanti nella ricca e un po’ distratta Olanda. Non può mica dire la verità! Non può mica raccontare di una villetta con piscina affittata dai Meier, dove la famiglia Schlosser ha trascorso alcuni giorni d’estate, tra abbuffate, relax e amicizia! E di sua figlia Julia, tredici anni e lunghi capelli biondi, ritrovata ferita e in stato d’amnesia sulla spiaggia, la stessa notte in cui Ralph Meier, il donnaiolo dallo sguardo osceno, il sessantenne che in piscina giocava ad abbassare il costume alle adolescenti, era sparito per tanto, troppo tempo!
Dopo La cena, il romanzo in cui un gruppo di adolescenti costringe a scelte drammatiche i propri genitori, Herman Koch torna a descrivere magistralmente il cinismo dei rapporti sociali odierni, l’oscurità e il malessere penetrati nel cuore stesso della famiglia contemporanea.
La quarta di copertina di “Villetta con piscina” è talmente dettagliata da indisporre un lettore, non trovate?

Accidenti, Neri Pozza, mi hai già fatto capire molto chiaramente chi è il colpevole! Che senso ha leggere un thriller o noir di cui ho già intuito il colpevole?
Ah, se solo fosse tutto semplice come appare…


Villetta con piscina” si avvale della narrazione in prima persona e del punto di vista limitato di Marc Schlosser, cosa che aiuta Herman Koch a condurre il lettore dove vuole e a offrirgli una panoramica inquietante e malata del mondo contemporaneo con uno stile diretto, crudo, dove cinismo e freddezza regnano incontrastati.

La vicenda di “Villetta con piscina” inizia dopo la morte di Ralph Meier, quando la vedova Judith irrompe nello studio di Marc per accusarlo di aver assassinato il marito. Attendiamo con Marc l’incontro con la commissione disciplinare medica e ascoltiamo i suoi pensieri sulla professione medica, sul suo ruolo di medico di base, e ritorniamo all’inizio della vicenda con un lunghissimo flashback.
Torniamo all’incontro con Ralph Meier, paziente di Marc e attore di teatro di buona fama anche grazie al cinema, alla fascinazione di Ralph per Caroline, la moglie di Marc, e all’attrazione che sembra provare per ogni creatura di sesso femminile che incontri il suo sguardo, attrazione cui è incapace di resistere.
Purtroppo per Caroline e la sua pretesa di tenersi riparata dagli occhi perversi di quest’individuo, il suo caro marito Marc non è di molto migliore dell’attore e inizia a coltivare la simpatia che intuisce

in Judith per lui. Perché? Difficile capirlo. A quanto pare certi uomini, avvalendosi di giustificazioni elaborate sulla natura umana e sull’istinto primitivo della riproduzione per assicurare la sopravvivenza della specie e della stirpe, sono soltanto del tutto incapaci di tenerselo nei pantaloni (o tenersela, dipende dall’individuo).
Marc finisce con il prenotare una vacanza in campeggio per far credere alla moglie di volerla fare felice, ma di fatto sceglie un posto a pochissima distanza dalla villetta delle vacanze della famiglia Meier. Quando i coniugi inviteranno Marc, Caroline non avrà modo di opporsi senza sembrare la solita moglie rompiscatole e le figlie saranno felici di poter passare le giornate nella piscina della villetta a giocare con i loro amichetti, i figli dei Meier, loro coetanei.
Tutto sembra filare bene, tra tentativi di abbordaggio di Judith, tentativi di Ralph di conquistare le grazie di qualunque altra femmina presente, la loro coppia di amici costituita da un regista di mezza età e una giovanissima e splendida modella e attrice e le loro stranezze, problemi all’impianto idrico, gite nei dintorni, abbuffate di pesce che riescono ad ammazzare l’entusiasmo di Marc per quella vacanza…
Fino alla sera dei fuochi d’artificio. La grande festa in spiaggia diventa un’occasione, grazie alla calca che riempie il paese e i dintorni, per perdere “accidentalmente” di vista il gruppo e trovarsi in dolce compagnia a insaputa del partner; per distanziare i genitori e scoprire il mondo proibito degli adulti da soli. Tutti trovano qualcosa di appassionante cui dedicarsi.
Ralph, Marc e Stanley, liberi da mogli e figli, cercano di rimorchiare tre giovani straniere ubriache fradice e Ralph perde il controllo davanti al rifiuto della ragazza che aveva puntato, al punto di picchiarla. Alcuni uomini intervengono a difendere le ragazze e picchiano di santa ragione i tre marpioni, allontanandoli dal bar.
La vergogna e la delusione per la scena cui ha appena assistito spingono Marc a cercare le figlie: trova subito la piccola Lisa intenta a giocare con Thomas, ma Julia è sparita. Inizia a cercarla in compagnia di Judith, sperando che sia l’occasione giusta per mettere la palla in porta (o qualcosa di simile, sì), ma l’atmosfera da flirt viene rovinata dall’incontro con il figlio maggiore dei Meier, Alex. Non trova più Julia e sembra molto confuso sugli eventi appena accaduti.
L’istinto di genitore ha la meglio e Marc inizia a cercare Julia ovunque, fino a quando nota un gruppetto in spiaggia, che parla di ambulanza e di polizia. Si avvicina, lui è un medico, può aiutare!, e scopre la figlia a terra, svenuta, con segni inequivocabili di violenza sul corpo. Mentre si prende cura di lei, evitando la trafila ufficiale di ospedale e polizia per non traumatizzare ulteriormente la piccola, inizia a sospettare di Alex.
Aveva fatto capire ben presto di essere attratto dalla bionda e spigliata figlia di Marc, ma un tipo così insulso e privo di spina dorsale può davvero arrivare ad una violenza carnale? Mai sottovalutare i quindicenni e i loro ormoni!

Eppure anche Ralph è sparito e ha avviato la lavatrice a un’ora scandalosa. Cosa vuole nascondere con quel bucato? Dove era, mentre tutti cercavano Julia?

Marc sospetta di lui, un colpevole decisamente credibile e probabile. L’ha visto giocare in piscina con i bambini togliendo loro il costume, si comporta come un porco in presenza di qualunque donna ed è diventato violento con la giovane straniera che ha rifiutato le sue avance. Con un po’ di alcol in corpo, uno stupro non sembra improbabile.
E Stanley? Anche di lui si sono perse le tracce in quell’ora drammatica. Forse nemmeno lui è uno stinco di santo. In fondo è ormai un vecchio e si accompagna ad Emmanuelle che potrebbe essere sua figlia, o sua nipote… si sa come funziona l’ambiente del cinema, tante giovani e giovanissime piene di belle speranze pronte a qualunque cosa pur di avere una parte, anche la più modesta, in una produzione importante.
Chi ha violato la sua bambina?
Ralph, senza dubbio alcuno. Quando l’uomo si rivolge a Marc come medico per un nocciolo duro comparso sotto pelle, dolorosissimo, e per alcuni sintomi preoccupanti, Marc ha già capito cosa sta accadendo all’attore. È un tumore, tutto sommato stabile, ma sempre tumore e maligno. Preleva una parte di tessuto, che farà esaminare al laboratorio dell’ospedale, e invita Ralph a tranquillizzarsi. Probabilmente è soltanto un accumulo di grasso, o una ciste, nulla di preoccupante.

L’incisione è profonda quanto basta a mettere in contatto il flusso sanguigno con le cellule malate e a permettere che circolino liberamente nel corpo. L’ospedale non riceverà mai nulla da analizzare e Ralph muore.
A offrirgli consiglio e sostegno è il dottor Aaron Herzl, di cui Marc ricorda aneddoti curiosi e provocatori per tutta la durata del libro. Il consiglio ovviamente è uno soltanto: evitare la commissione disciplinare e scappare. Marc non si fa pregare e, dopo aver finalmente scoperto tutta la verità, parte per gli Stati Uniti con la famiglia.
Le ragazze sembrano recuperare un pizzico di serenità, galvanizzate dalla possibilità di lavorare presto come modelle, e la famiglia si prepara a una nuova vita oltre oceano, dove non c’è spazio per i segreti del vecchio continente, per i sensi di colpa e per gli orrori che hanno vissuto.
Villetta con piscina è una storia estremamente spinosa. La scelta del narratore in prima persona permette a Koch di guidarci dove meglio crede e di mostrarci la società moderna attraverso la lente cinica e un filino ipocrita di Marc per mostrarci quanta ipocrisia alberga in noi stessi.
Perché se io tradisco il partner, va bene, assecondo l’istinto naturale che mi spinge a figliare con partner forti e sani.
Però nessuno deve guardare il mio partner, se non vuole essere evirato/infibulata.
Mh. Okay.
Solo un accenno dell’ipocrisia a palate che noi lettori possiamo cogliere, mentre Marc, immerso com’è nella sua visione della realtà, non vede nulla di sbagliato nel suo comportamento: si sa che l’Olanda ha una lunga tradizione di libertà religiosa e le persone sono meno sensibili agli scandali rispetto all’Italia, però il nostro protagonista è veramente terribile.
Questo romanzo è un ritratto della nostra società talmente tagliente, impietoso e sarcastico, così crudo e imbarazzante che sentirmene parlare può far credere che “Villetta con piscina” sia un mattone insopportabile, farcito di moralismo e pedanteria, invece no.
Parte del fascino agghiacciante di questa lettura è la naturalezza con cui ci cattura e ci trascina nel modo di pensare di Marc, bestiale e raffinato allo stesso tempo, e per come ci fa sentire impazienti di vendicarci insieme a lui.
Le pagine scorrono via, le voltiamo con impazienza per trovare ulteriori prove della colpevolezza dell’uno o dell’altro, per ascoltare le teorie animalesche di Herzl e trovarci in parte disgustati, in parte affascinati dalla forza che attribuisce all’istinto nelle nostre vite.
In chi l’istinto predomina, si crea uno scontro continuo con il bisogno di civiltà inculcato dai suoi simili che porta all’inevitabile ipocrisia di cui sopra. La verità è che proprio per questo le giustificazioni valgono sempre e soltanto per noi stessi e non per gli altri.
Villetta con piscina” ci trascina in riflessioni spaventose sulla nostra natura e sulle azioni di cui potremmo essere capaci ed è una lettura che consiglio, soprattutto agli amanti del thriller, per avere occasione di affrontare una parte oscura e pericolosa di noi stessi con il bisturi delle domande.

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Herman Koch


 (1953) è uno dei più importanti scrittori olandesi contemporanei. ConLa cena (Neri Pozza, 2010; BEAT, 2011) ha ottenuto uno straordinario successo internazionale. Tra le sue opere Villetta con piscina (Neri Pozza, 2011; BEAT , 2013), Odessa Star (Neri Pozza, 2014), Caro signor M. (Neri Pozza, 2015; BEAT, 2017), Il fosso (Neri Pozza 2017) e Easy life (Neri Pozza 2018).

A cura di Samanta Sitta

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