Intervista a Barbara Petronio




A tu per tu con l’autore


 

Recentemente ho recensito per ThrillerNord Neve Rossa, apprezzandolo particolarmente. Lei è una sceneggiatrice affermata, tra i suoi lavori più noti ricordiamo ACAB e Suburra.

Volevo partire con una curiosità: perché ha cominciato a scrivere? C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha deciso di voler fare questo nella vita?

Ho cominciato da bambina, i miei temi prendevano la forma di racconti e piccole storie e la maestra delle elementari li apprezzava molto! Sono stata incoraggiata a seguire la mia fantasia senza inibizioni e poi, quando vedevo che chi leggeva si appassionava, la voglia di raccontare storie cresceva esponenzialmente dentro di me. Da adolescente sono arrivati gli ormoni ma anche il cinema, i film e le prime serie televisive. Mi perdevo dentro le storie come spettatrice e contemporaneamente avevo voglia di svilupparne di mie. Vedevo i film col lettore vhs e poi spingevo stop e riscrivevo quello che avevo appena visto. Ho imparato così a scrivere i miei primi soggetti e sceneggiature.

Come nasce Neve Rossa? Cosa l’ha spinta a creare una storia così diversa dalle sceneggiature con cui abbiamo imparato a conoscerla?

Neve Rossa è un’idea che mi è venuta in testa mentre stavo scrivendo la seconda stagione di Suburra. Per tre anni circa avevo avuto a che fare coi criminali romani, con le loro vicende e ambizioni e sentivo di voler raccontare una storia più intima e introspettiva. Così ho cominciato a pensare alla storia di una coppia, ai tradimenti, alle incomprensioni e al non detto che spesso determina rotture insanabili. Ma l’introspezione fine a se stessa non fa per me, avevo bisogno di legare tutto a una trama thriller, genere che amo, per raccontare i personaggi e le loro pulsioni. Volevo che il lettore rimanesse incollato alla pagina e nulla meglio del thriller, può fare questo.

Leggendo il libro si nota fortemente il richiamo al paranormale. Espediente narrativo adattato alla trama o è qualcosa in cui crede?

L’ignoto e l’imponderabile mi affascinano da sempre. Questa mi sembrava la storia giusta per inserire elementi paranormali, senza che il racconto partisse necessariamente da essi. Un evento tragico e reale, come la scomparsa di un figlio, genera un vortice nel quale i personaggi si perdono e si ritrovano. È stato molto affascinante rimanere in bilico fra realtà e allucinazione, alternare questi due piani e accompagnare il lettore in questo gioco alla fine del quale ognuno è libero di credere in ciò che vuole. 

Essendo un appassionato di lettura, trovo interessante conoscere, se possibile, anche il pensiero degli autori/autrici dei libri che ho amato, carpire segreti sulla stesura delle loro opere. Perciò le chiedo: come si approccia a una nuova storia? Ha già chiaro il finale? Ha delle abitudini particolari?

Io sono sceneggiatrice quindi le mie storie nascono con una forte connotazione visiva, spesso lavoro sui contrasti e credo di farlo anche inconsapevolmente. È proprio il mio cervello che funziona così: mette insieme cose che apparentemente non legherebbero per creare una storia. Tutta la struttura del racconto, i cosiddetti turning points, e quindi anche il finale devono essere chiari fin dall’inizio ma se durante lo sviluppo narrativo sento l’esigenza di cambiare e di spostare elementi narrativi, lo faccio. Provo e riprovo fino a che tutto non mi quadra, come fosse una specie di sudoku delle emozioni. 

Che progetti ha per il prossimo futuro?

Sto lavorando a una serie tv di genere adventure e sono molto contenta perché finalmente è un progetto che potrà vedere anche mia figlia ed è un tipo di racconto con molta azione, e un pizzico di paranormale, che in Italia non abbiamo mai fatto. 

Inoltre mi gira in testa un’idea per un secondo romanzo, chissà…

Se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero? (se fosse possibile, almeno uno di genere thriller)

Dracula di Bram Stoker

Un amore di Buzzati

It di Stephen King

La ringrazio per la sua disponibilità e spero di rileggerla presto.

Anthony Brigida

 

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