IL BAMBINO
Autore: Massimo Cecchini
Editore: Neri Pozza
Genere: Narrativa
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Il Bambino è un romanzo che lascia dei segni profondi. Il Bambino oggi ha quasi sessant’anni. Per tutta la sua esistenza è vissuto in una famiglia che ha protetto il suo handicap neonatale, immolandosi completamente: perdendo denaro, vita, carriere senza alcun rimpianto, senza avere dubbi. Il Bambino, che si chiama Angelino, non parla, non si ha certezza intenda quello che gli si dice, è autolesionista, ha perso la vista colpendosi ripetutamente le tempie con i pugni. E ha obbligato i genitori a continui viaggi notturni, per centinaia di chilometri, ogni notte, con il bel tempo e con la neve: perché è l’unico modo per farlo stare calmo. Il Bambino è una storia vera, raccontata senza filtri, con una scrittura asciutta e aspra. La vicenda si snoda dagli anni Sessanta del secolo scorso per arrivare fino ai giorni nostri, e racconta la parabola di una coppia che sceglie la strada di un amore impervio e dirompente. Pietro e Anna Bonaventura, giovani appartenenti alla borghesia romana, sembrerebbero essere il paradigma della consuetudine finché non irrompe nella loro vita Angelo, il loro unico figlio. Angelo calamita attorno a sé l’attenzione e la cura incessante di tutta la famiglia, anche perché le sue patologie, con il passare degli anni, si aggravano, rendendo necessario l’aiuto di un numero sempre maggiore di persone per la sua gestione. Così nella vita di Pietro, Anna e Angelo entrano una serie di personaggi, prime fra tutte due domestiche filippine, Nora e Roselyn, che accompagneranno i Bonaventura per gran parte della loro vita. L’altro protagonista del romanzo è Lorenzo, il giovane autista di cui Angelo ha bisogno quotidianamente. Questo è un romanzo sulla tenacia, sulla dedizione, ma anche sull’insensatezza. Un libro estremo che ci lascia indifesi di fronte al peso di un dramma esistenziale che non ha mai vie di uscita. Come fosse un destino scritto da un dio impazzito.
Recensione di Laura Bambini
“Aveva gli occhi ciechi, la bocca sempre aperta, la saliva libera, il grido gutturale, la forza animale, la risata misteriosa, il capriccio infantile, la parola e il dolore incomprensibili, la purezza dei poveri di spirito.”
Il Bambino, primo romanzo di Massimo Cecchini, è una storia d’Amore. Non tra due persone, ma in un’accezione più ampia e “pura”, seppur laica.
Negli anni Sessanta, una coppia borghese accoglie la gravidanza indesiderata come la via d’uscita dalle rispettive vite svogliate (e anche dalle famiglie), ma la nascita di Angelino non va liscia come doveva.
C’è qualcosa, nel Bambino, che stona sin da subito. Non si capisce cos’è, ci si concentra sulla malformazione delle gambe, si spera che, con un intervento, si risolva.
Eppure, qualcosa continua a non andare. Angelino non parla, non si sa se capisca ciò che gli si dice o se abbia contezza del mondo circostante.
La disabilità, a un certo punto, diventa concreta.
La famiglia di Pietro, il padre, cercherà costantemente di indirizzare i genitori verso una scelta che a loro appare risolutiva e anche di comodo, il modo indolore per la coscienza di togliersi l’impiccio di torno e tornare a vivere una vita normale. La famiglia di Anna, la madre, a modo suo tenterà lo stesso approccio.
Anna e Pietro, tuttavia, non hanno alcuna intenzione di disfarsi di Angelino.
Non lo vedono come un problema, innanzitutto. Non lo vedono come un intralcio alle carriere o come un sacrificio. Ogni rinuncia viene fatta in maniera del tutto indifferente, ogni scelta e azione converge a quel figlio, a cui viene riservato tutto il loro Amore in maniera assoluta.
I viaggi notturni in auto, che lo tengono buono, non sono un peso.
La convivenza con le domestiche, il cui aiuto diventa indispensabile, viene vissuta senza drammi.
La domanda di fondo della storia è se la scelta dei genitori sia giusta, se si ha la sicurezza che stanno facendo il meglio per il Bambino. Magari sarebbe meglio adottare una soluzione dei parenti, lasciarlo in qualche clinica, sentire un altro parere, lasciarlo alle cure dei medici e basta?
Chi può dirlo?
I genitori, inoltre, non sono mossi da spirito di sacrificio in nome di un concetto “alto” quale potrebbe essere la salvezza eterna. Non lo fanno per essere paladini o per conquistare il paradiso.
Sono solo genitori.
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Massimo Cecchini
Massimo Cecchini è nato a Teramo nel 1961. Ha pubblicato una biografia di Muhammad Ali nel 2020. Il Bambino è il suo primo romanzo.
A cura di Laura Bambini