La mia incredibile storia vera
Autore: Sabrina Efionayi
Editore: Einaudi Stile Libero Extra
Genere: Narrativa biografica
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Il romanzo sincero, potente, di una giovane donna che a soli vent’anni ha vissuto molto più di una vita. «Questa storia avrei voluto scriverla dicendo: io. Perché è la mia. A mano a mano che ci entravo, però, mi sono resa conto di non riuscirci – troppo difficile, troppo doloroso. Ecco perché l’ho scritto dicendo: lei. Sabrina. Una ragazza napoletana afrodiscendente che un bel giorno decide di fare i conti con il tempo, di aprire certi cassetti della memoria e di ordinarne il contenuto sul letto, come quando si parte per un viaggio e si prepara la valigia. Ecco, io ora vi chiedo di partire con me. Abbiate fiducia. Datemi la mano». Sabrina Efionayi ha due madri. Una è Gladys, la sua madre biologica, che è nata in Nigeria ed è venuta in Italia a diciannove anni per lavorare e sostenere la famiglia rimasta a Lagos; non sapeva che il suo mestiere sarebbe stato vendere il proprio corpo. L’altra è Antonietta, è napoletana, e non immaginava che un giorno Gladys avrebbe attraversato la strada tra le loro case e le avrebbe messo in braccio Sabrina, chiedendole di occuparsi di lei, di diventare sua madre. Non lo immaginava, ma quando è successo ha accettato. Da quel momento Sabrina si è ritrovata in una situazione speciale, perché i rapporti con la sua madre biologica, con le sue origini, non si sono interrotti, e così lei è cresciuta tra Castel Volturno e Scampia, tra Prato e Lagos, cambiando famiglia, lingua, sguardo e cultura, in costante ricerca di un centro di gravità
Recensione di Agnese Manzo
Una felicità è tutte le felicità
Romanzo interessantissimo e ricco di spunti di riflessione sull’interculturalità, gli stereotipi, la capacità di dominare il proprio destino, attuale e allo stesso tempo legato a equilibri propri di una storia antica.
Ho apprezzato particolarmente i toni sommessi, forse persino un po’ distaccati, scelti dall’autrice. Il dolore, l’umiliazione, la disperazione di sua madre Gladys non sono mai urlati, neanche quando sarebbe lecito.
Sabrina Efionayi non si sofferma su particolari sordidi, e quando accenna al proprio disagio lo fa sorvolando, senza mai sbandierare forti emozioni.
I toni sono quasi da reportage, e appare chiaro che a Sabrina non interessa denunciare o condannare, ma comprendere. Ciò che infatti viene raccontato in queste pagine è ben più della storia di due donne, ma diviene in modo sottile, mai esplicito, una riflessione sulla condizione femminile, e, condividendola con noi lettori sembra che Sabrina ci chieda, in un certo senso, di aiutarla a capire.
Con mano lievissima e sguardo mai critico ci mostra una donna, sua madre Gladys, vittima di vincoli che sono interiori prima ancora che culturali e sociali, e sono così forti, così profondamente radicati a causa dell’educazione ricevuta, da far sì che questa donna non sia mai sfiorata neanche dal più lieve dubbio sul ruolo che potrebbe aver avuto la sua famiglia nel fatto che sia stata costretta a diventare una prostituta a meno di vent’anni.
Sabrina sa, lo ha capito sin da piccola, che non potrà mai immedesimarsi in sua madre, che non riuscirà mai a comprendere davvero che cosa significhi sentirsi indifesi, senza rete di protezione, in balia di un mondo ostile.
Non può comprendere perché la sua è stata una storia diversa: allevata da una famiglia adottiva dalle braccia ampie e accoglienti, ha sempre ricevuto rispetto per la sua individualità, sicurezze, incoraggiamento per le sue aspirazioni e le sue aspettative, conforto nelle inevitabili sconfitte che la vita le ha riservato. Non sa cosa voglia dire sentirsi soli e abbandonati in una terra straniera.
Così, dopo aver completato il suo percorso di maturazione interiore, Sabrina si sentirà costretta a fare i conti con il fatto che Gladys, una volta libera, è come ubriacata dalla sua nuova condizione e si immerge nella ricerca di una felicità personale a cui ha dovuto rinunciare troppo a lungo, senza curarsi di nient’altro. In Gladys non c’è il desiderio di analizzare e comprendere ciò che le è accaduto, solo quello di dimenticare e ricominciare.
Eppure, forse, dare ascolto ai cattivi pensieri che arrivano dal passato come voci di fantasmi molesti potrebbe contribuire a creare la piccola parte di una coscienza collettiva che possa impedire che, in futuro, altre ragazze come Gladys cadano nella stessa trappola.
Ma a una donna a cui sono stati rubati i migliori anni della giovinezza, le illusioni e l’innocenza, non si può chiedere troppo.
Questa è la conclusione a cui Sabrina dovrà arrivare suo malgrado. E se i tempi perché possa avvenire un autentico riavvicinamento tra madre e figlia saranno lunghi, non si potrà fare altro che aspettare.
Del resto, Sabrina è consapevole di avere nella madre adottiva Antonietta una persona che le è sinceramente devota, cosa che non molti possono affermare.
Una fortuna aver incrociato la sua strada quando era solo una neonata, una fortuna da non sottovalutare, e che dovrà farsi bastare, poiché, come afferma Stravinskiy nell’Histoire du soldat:
Una felicità è tutte le felicità
Due è come se non esistessero.
Lettura consigliata.
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Sabrina Efionayi
è una giovane scrittrice italiana di origini nigeriane. Nata e cresciuta a Castel Volturno, in provincia di Caserta, ha frequentato il liceo artistico. A quindici anni inizia a scrivere online il suo primo romanzo – che in appena due anni conquista milioni di lettori adolescenti – e diventa una star di Wattpad, la più grande community di autori online. «Anche se sono italiana e sono nata a Castel Volturno – ha dichiarato l’autrice ai giornalisti di fanpage.it – molte persone di colore o non italiane vedono in me una forma di riscatto dalla loro condizione. E io sono felice di poterle rappresentare». La serie Over, firmata con il nome Sabrynex e composta dai romanzi Un’overdose di te e Camminiamo nel vento, è stata pubblicata da Rizzoli nel 2016. Nel 2017 è uscito, sempre per Rizzoli, #TBT. Indietro non si torna. Nel 2022 ha pubblicato per Einaudi il romanzo autobiografico Addio, a domani.