Le colpe dei padri




 Le colpe dei padri

di Åsa Larsson

Marsilio, 2022

Katia De Marco (Traduttore)

Thriller, Poliziesco, Noir, pag.592

Sinossi.

Börje Ström è un pugile che in Svezia tutti conoscono, non solo per i suoi eccezionali successi sul ring, ma anche per l’infanzia segnata dalla misteriosa scomparsa del padre. In modo del tutto inaspettato, dopo quasi sessant’anni, ne viene ritrovato il corpo, perfettamente conservato nel freezer di un vecchio alcolizzato stroncato, a quanto pare, da un infarto. Rebecka Martinsson, incalzata dal medico legale che l’ha accompagnata per tutta la sua carriera a Kiruna, decide allora di riaprire il caso. In realtà, il procuratore capo ha tante cose per la testa: la sua vita privata è un gran caos, divisa com’è tra due uomini, e oltretutto le indagini sul padre del campione di boxe si rivelano collegate a un capitolo molto buio del passato della sua famiglia, mettendola nella scomoda situazione di un conflitto d’interessi. Chi era veramente il padre di Börje Ström? E cosa lo legava alla madre di Rebecka? In un epilogo letteralmente mozzafiato, Åsa Larsson tira le fila della sua acclamata serie con una storia ricca di emozioni e colpi di scena, accendendo l’entusiasmo nei milioni di lettori che l’hanno seguita con passione negli anni, in paziente attesa del suo ritorno. Una storia tutta sua: con personaggi magnifici, una trama brillante, e la straordinaria forza della natura seducente e selvaggia delle terre a nord del circolo polare artico.

Trama

La mattina in cui Ragnhild Pekkari uscì di casa per mettere fine ai propri giorni, non avrebbe mai immaginato ciò che sarebbe accaduto e come gli eventi avrebbero stravolto la propria vita. Una telefonata la distrasse dai suoi progetti, il fratello Henry, un ubriacone col quale da anni non aveva rapporti era sparito da giorni. Ragnhild decise di andare a dare un’occhiata nel capanno sull’isola nella quale viveva il fratello non tanto per l’essere umano, quanto più per il cane che viveva con lui. Arrivata sul posto trovò il fratello morto nel soggiorno, presumibilmente a causa di un infarto. Ma quello non fu il solo cadavere rinvenuto nel capanno, all’interno di un congelatore era conservato il corpo senza vita di un uomo rapito e scomparso nel nulla decine di anni prima, Raimo Koskela, il padre di un famoso pugile svedese olimpionico a monaco nel 1972, Börje Ström. La causa della morte di Koskela appare subito evidente nel Corso dell’autopsia, un foro di proiettile nel torace: omicidio. Il reato è però prescritto ma, la circostanza porta gli investigatori guidati da Rebecka Martinsson a verificare con più acccuratezza i motivi del decesso di Henry Pekkari e con grande sorpresa si scopre che anche lui è stato assassinato. Ciò che sfugge a tutti sono i motivi dei due omicidi scoperti nel capanno immerso nei boschi intorno a Kiruna, città sede di un importante centro minerario nella Lapponia svedese. Le indagini portate avanti in parallelo dalla polizia, dalla procuratrice Rebecka Martinsson, da Börje Ström e dal poliziotto in pensione Sven-Erik Stalnacke porteranno alla luce un fitto intreccio di frodi, prostituzione e traffico di stupefacenti nei quali risulteranno coinvolti criminali locali, la mafia russa e, loro malgrado, il padre di Börje Ström e la famiglia Pekkari.


Recensione di Bruno Balloni


La lettura di questo romanzo mi ha lasciato con alcuni dubbi e molte certezze. Non so se non avere letto i precedenti episodi sia stato penalizzante o meno, quello che è certo è di avere avuto tra le mani un lavoro scritto da un’autrice che sa, come pochi altri contemporanei, entrare nell’animo dei propri personaggi descrivendone le pieghe più nascoste e segrete, i più profondi dilemmi, rimpianti e rimorsi che con molto dolore vengono portati in superficie.

L’impegno dell’autrice è aiutato dai ritmi “ghiacciati” della Lapponia svedese, una regione ben oltre il circolo polare artico, magnificamente descritta dall’autrice, dove i lunghi inverni polari e gli altrettanto interminabili giorni senza tramonto riescono a dare un senso di infinito alle emozioni dei suoi abitanti che, come la natura che li avvolge, hanno bisogno di stagioni intere per nascere, modellarsi, svilupparsi o morire.

Questo è il più grande pregio che ho trovato in Åsa Larsson, quello di essere riuscita a creare personaggi tridimensionali, pieni, nessuno banale, un intero campionario di umanità nel quale è tanto piacevole quanto impegnativo immergersi. A mio modo di vedere non un romanzo da “divorare” quanto più da mordere poco per volta.

Ciò che invece non mi ha convinto è la trama poliziesca in sé, la vicenda in quanto tale è piuttosto banale e allo stesso tempo confusa e solo l’intervento del narratore riesce a spiegarci, nelle ultime pagine, quei punti rimasti oscuri nati dalla volontà della scrittrice di dare preminenza ai personaggi piuttosto che alla trama.    

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Åsa Larssons


è cresciuta a Kiruna, nella Lapponia svedese. Ha lasciato la carriera di avvocato fiscalista per dedicarsi alla scrittura e ha scalato le classifiche internazionali con la serie poliziesca di Rebecka Martinsson, tradotta in più di venti lingue: sei episodi, di cui due finalisti e tre vincitori dei più importanti premi nordici dedicati al genere. I suoi libri sono diventati anche una serie tv. Åsa Larsson ha due figli e vive a nord di Stoccolma.