Ariana Harwicz incontra i blogger




Inviata di thrillernord

la giornalista Sara Zanferrari


Baci all’inferno

di Ariana Harwicz

Ponte alle Grazie, 2022

Narrativa straniera, pag.208

L’oggetto che vi trovate tra le mani non è un semplice romanzo: è un’esperienza di lettura tra le più perturbanti che possiate fare oggi. Ma andiamo per ordine: Baci all’inferno comprende due romanzi brevi, La debole di mente e Precoce, legati tra loro dal tema della relazione fra madre e figli. Nel primo, l’autrice ci conduce nei meandri di un rapporto quasi animale tra una madre e una figlia. Nel flusso di coscienza che riprende una forte tradizione europea femminile (da Virginia Woolf a Nathalie Sarraute) si innesta però con violenza una vena grottesca che richiama tanta grande letteratura latino-americana.

Narrato in brevi scene, La debole di mente è costellato di emozioni estreme e corpi violati, da un’infanzia fragile a un finale tanto straordinario quanto imprevedibile. Al centro di Precoce è stavolta il rapporto tra madre e figlio: entrambi diseredati, nuovi poveri europei, la loro vita in comune è un rovesciamento totale dei ruoli familiari classici, che mette in questione il significato stesso e i presunti doveri della maternità. In uno stile disincarnato, spoglio di ogni ornamento e convulso come la vita stessa, Precoce ci racconta di come a volte l’inferno in cui viviamo sia causato dall’eccesso di amore.

Ariana Harwicz (Buenos Aires, 1977) è scrittrice, sceneggiatrice e documentarista. Dopo gli studi a Parigi si è trasferita definitivamente in Francia. Ammazzati amore mio (2012, candidato al Booker Prize), il suo primo romanzo, è tradotto con grande successo in oltre dieci lingue, in Italia è uscito ad aprile 2021 con Ponte alle Grazie, che ha pubblicato anche Baci all’inferno (2022), la raccolta dei due romanzi brevi che completano la sua Trilogia della passione.

DIALOGO CON ARIANA HARWICZ

Noi di Thrillernord.it abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Ariana Harwicz il 13 dicembre 2022, nel corso di una tavola rotonda online, organizzata dall’editore Ponte alle Grazie, che ha curato la pubblicazione italiana dei due romanzi della scrittrice argentina. Il primo “Ammazzati amore mio”, uscito in Argentina nel 2012, è stato pubblicato in Italia nel 2021, primo romanzo della “Trilogia della passione”. Seguono La debole di mente nel 2014 e Precoce nel 2015, ora usciti in Italia in un’unica soluzione col titolo “Baci all’inferno”. (Matate, amor, La débil mental y Precoz i titoli in lingua originale).

Sul nostro sito, potete trovare la recensione di “Ammazzati amore mio” e “Baci all’infernoa cura di Ilaria Bagnati, di cui consiglio la lettura.

Diciotto i partecipanti all’incontro, fra i quali editore, autrice e l’interprete Veronica Russo.

Nel corso dell’intervista l’autrice ha risposto con grande disponibilità alle domande poste da diversi blogger, anche se non è stato facilissimo comprendere tutto, a causa della lingua straniera.

La prima riflessione è stata sul titolo: Harwicz ha sottolineato come ci siano 20 traduzioni del suo libro, ma che l’Italia è l’unico paese “che ha scelto di pensarci su” e ha cambiato titolo, unendo fra l’altro in un unico romanzo il suo secondo e terzo. In alcuni Paesi, per esempio Brasile e Argentina, sono stati pubblicati sia separatamente che tutti e tre insieme. Ha raccontato come per 33 anni non abbia scritto niente, poi ha cominciato a scrivere come in trance, e dice di non essere ancora uscita da questa trance.

Le chiedono se esiste un quarto libro:

Sì: Degenerato, del 2019, che però non è la continuazione della trilogia, anche se segue questo stesso filo di ossessione [“stessi vasi sanguigni”, li chiama]. Il protagonista è un uomo, è un libro difficile, poco pubblicato rispetto agli altri e l’unico che ho scritto dal punto di vista maschile, essere un uomo è difficile. È stato pubblicato in America Latina, in portoghese, inglese, rumeno, olandese, ma tanti hanno paura di pubblicarlo a causa dei casi reali di violenza sessuale”.

Giuditta le ha chiesto del suo modo di usare l’erotismo, un uso che è molto aggressivo da parte della donna. Che valenza ha l’erotismo e il sesso, legato all’introspezione dei tuoi personaggi?

Ho esplorato diverse forme di erotismo; il sadismo che uso si rifà al diciannovesimo secolo. Il desiderio si rivela come una forma di incubo in tutto il romanzo. Madre e figlia sono un riflesso nello specchio erotico, tutt’e due hanno fantasie, con una che una spia l’altra nel suo erotismo”. 

Ilaria: Come mai queste tematiche? 

“In realtà non mi è apparso come un tema. I tre romanzi appaiono più come una visione, io seguo questa visione. Le tre immagini/visioni sono: il cervo la prima, la seconda è una donna, la scema del villaggio, il terzo è un uomo che affoga. Non lavoro con le tematiche, ma con le visioni che si ripresentano come ossessioni”. 

Diletta: quanto c’è di te nelle tue storie?

I tre romanzi in realtà sono il riflesso di una crisi esistenziale che stavo vivendo mentre scrivevo. Il riflesso fedele”.

Eleonora di Mangialibri: Perché questa scelta di flusso di monologhi? è stato difficile scrivere in questo modo, sia stilisticamente che emotivamente?

“I modelli sono Joice, Woolf. Faccio esercizio di introspezione, di approfondimento della coscienza di ogni personaggio. Do tanta importanza alla parola ‘controllo’, non voglio controllare, lascio andare la parola. I personaggi stanno nel mondo come personaggi psicotici, seguono i flussi dei loro pensieri.

Io le ho chiesto della diversa relazione che descrive nelle due parti del romanzo (o meglio, nei due romanzi brevi) fra madre e figlia femmina e madre e figlio maschio. La prima relazione è aggressiva e di competizione fra le due donne, mentre la seconda è di sottomissione del figlio, il quale si occupa della madre, come spesso accade quando le figure genitoriali non sono in grado di crescere i figli, per esempio quando si drogano, come in questo caso.

Molto interessante l’osservazione. Ho disegnato tre quadri di tre relazioni di sottomissioni, di amore filiale estremo, sottomissione e incantamento. Nel caso delle due donne, sono come due volpi femmine: c’è molta violenza e gelosia l’una per l’altra, c’è il corpo fresco e bello della donna più giovane e l’invidia della donna che sta invecchiando. C’è molta rivalità soprattutto nell’orgasmo. Invece in ‘Precoce’ non hanno lo stesso sesso, una è femmina l’altro è maschio, e il figlio è come il soldato della madre, che la protegge, manca quindi la competizione. La difende come se fosse in una trincea, in una relazione di sottomissione, dove la madre domina il figlio, che un momento è piccolo, un altro è un uomo adulto. Tutt’e due però sono forme (distinte) di sottomettersi nell’amore filiale”.

Altre domande sono state come è arrivata alla scrittura, visto che non è partita da lì e non c’è arrivata prestissimo: “Ho studiato teatro, filosofia, letteratura, fotografia. – racconta – Ho studiato, lavorato, ma stavo sempre male, e così sono arrivata a questo lavoro dello scrivere”. (qualcuno però ha commentato che leggendola non sembra che abbia molto smesso di soffrire…)

Harwicz ha anche raccontato della sua scrittura, che è una scrittura come ipnotica, che induce allo stato di trance, quello stesso che ha lei mentre scrive: “scrivo tutto il giorno, come in una specie di ritiro, mi assorbe in modo totale, anche io sono come in trance. Anche per questo vivo in un posto un po’ lontano da Parigi, per restare più isolata”.

A maggio Harwicz sarà al Salone di Torino e all’Università di Milano e avrà il primo contatto coi lettori italiani. Non vede l’ora, è molto contenta e in attesa di questo incontro.

In spagnolo il titolo sarebbe La malata di mente.

A maggio sarà al Salone di Torino e all’Università di Milano, primo contatto coi lettori italiani.


Giudittalegge: il tuo modo di usare l’erotismo, molto più nel primo romanzo, ma c’è un uso del sesso in modo aggressivo anche da parte della donna. Che valenza ha l’erotismo e il sesso, legato all’introspezione dei tuoi personaggi?

Il sadismo che usa si rifà al 19esimo secolo. Ha esplorato diverse forme di erotismo. 

Il desiderio si rivela come una forma di incubo in tutto il romanzo. Madre e figlia sono un riflesso nello specchio erotico, tutt’e due hanno fantasie, una spia l’altra nel suo erotismo. 

Ilaria: Come mai queste tematiche? 

Non mi è apparso come un tema. I 3 romanzi appaiono da una visione, seguo questa visione. Le 3 immagini/visioni: il cervo la prima, la seconda è una donna persa in un paese, la scema del villaggio, il terzo è un uomo che affoga. Non lavora con le tematiche ma con le visioni che si ripresentano come ossessioni. 

Diletta Chiarello: quanto c’è di lei nelle sue storie?

Nei 3 romanzi in realtà sono il riflesso di una crisi esistenziale che stava vivendo mentre scriveva. Il riflesso fedele.

Eleonora Giudici, Mangialibri: perché questa scelta di flusso di monologhi, se è stato difficile scrivere in questo modo, sia stilisticamente che emotivamente?

Eccessiva mancanza di controllo. Joice, Woolf. Esercizio di introspezione, di approfondire nella coscienza di ogni personaggio. Do tanta importante alla parola controllo e non controllare, lasciar andare la parola. I personaggi stanno nel mondo come personaggi psicotici.

Io: diversa la relazione fra madre e figlia femmina e madre e figlio maschio. La prima aggressiva e di competizione, la seconda di sottomissione, lui si occupa di lei.

Molto interessante. Tre quadri di tre relazioni di sottomissioni, di amore estremo filiale, sottomissione e incantamento. Molto interessante l’osservazione. Sono due volpi femmine. C’è molta violenza, gelosia una dell’altra, il corpo della donna più giovane e l’0invidia della donna che sta invecchiando. C’è molta rivalità soprattutto nell’orgasmo, invece in Precoce non hai stesso sesso e il figlio è il soldato della madre, che la protegge, non c’è la competizione. La difende come se fosse in una trincea. E’ una relazione di sottomissione, la madre domina il figlio, che un momento è piccolo, un altro è un uomo adulto. Sono forme distinte di sottomettersi nell’amore filiale.

Donato Bevilacqua, La bottega di Hamlin: il rapporto totalizzante con la madre che nasconde un’altra relazione ancora più totalizzante? Nel primo racconto. 

Come sei arrivata alla scrittura? 

Studiato teatro, filosofia, letteratura, fotografia. Ma stavo sempre male, ho studiato, lavorato, e così sono arrivata a questo lavoro. 

Ma hai smesso di soffrire con la letteratura? Non pare molto leggendoti….

Spero di conoscere autori italiani contemporanei. (non ha risposto)

Scrittura ipnotica, che induce allo stato di trance. 

Scrivo tutto il giorno, come in una specie di ritiro, mi assorbe in modo totale. Per questo vivo in un posto un po’ lontano da Parigi, isolata.

Tuo marito è scrittore. Com’è vivere con uno scrittore?

Lui è psicanalista. Scriviamo in forme molto diverse. 

il figlio genitore del proprio genitore

Delphine de Vigan Le fedeltà invisibili

le fragilità (ma possiamo anche leggere “colpe”) dei genitori ricadono sempre sui figli.

Sempre. E i figli, che sono decisamente migliori dei genitori, rimangono lì ad amarli, a proteggerli dai loro stessi errori. 

A cura di Sara Zanferrari

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