If we were villains 




 If we were villains 

M.L. Rio

Sperling & Kupfer 2022

Elena Orlandi  (Traduttore)

Thriller, pag. 320

Sinossi. Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l’omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c’è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all’insegna dell’eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del dark academia , una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l’arte.


Recensione Nunzia Esposito

Da sempre il teatro riveste un misterioso e cupo fascino su di me. Quello che accade dietro il sipario, la preparazione, la tensione dietro le quinte, la respirazione per garantire il giusto timbro alle battute. E poi, la memoria. Ricordare per filo e per segno cosa dire, quando dirlo e come dirlo. 

Un uomo in carcere ha quasi finito di scontare il suo debito con la giustizia. Dieci anni prima è finito in carcere per aver infranto la legge. 

L’ispettore che aveva condotto le indagini gli chiede per l’ennesima volta di raccontare cosa sia avvenuto davvero quella “fatidica” notte. Ed ecco che Oliver, il nostro uomo che sta per tornare libero apre uno spiraglio nel sipario e ci introduce dietro le quinte di quello che fino a dieci anni prima era il suo mondo: il teatro.

Da qui incontriamo un gruppo di ragazzi che studia per diventare attore di teatro, tra feste, rappresentazioni, provini, prove, gelosie, rivalità, lezioni di ginnastica. Una vita piena, quasi senza fermarsi, quasi senza fiato. 

Quello che non si riesce a dire con le parole quotidiane, i personaggi di questo romanzo riescono a dirselo attraverso le parole di Shakespeare, nel momento giusto e sta al lettore “cogliere” il giusto messaggio dietro una battuta o un dialogo. Questo fa si chè il romanzo risulti per certi versi uno strumento “geniale” tra le mani della scrittrice.

Eppure ci sono in questa trama delle piccole “falle”. Ad esempio i repentini cambi “di interesse” per una persona o per l’altra. Le cose non dette o nascoste per non si sa quale ragione. Le invidie. Alle volte si può parlare perfino di omertà.

Appena accennato anche il ruolo della polizia, quasi inconsistente per le indagini.

Un dramma-thriller che tutto sommato merita una lettura, specie se siete amanti del teatro e dei suoi reconditi segreti.

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M.L. Rio


M.L. Rio è una scrittrice, ma prima di essere una scrittrice era un’attrice e prima di essere una scrittrice era solo una nerd della parola i cui migliori amici erano i libri. Ha conseguito una laurea in Studi Shakespeariani presso il King’s College di Londra e Shakespeare’s Globe. Attualmente vive a Washington, D. C., ma è terribile quando si tratta di aggiornare la sua biografia online, pertanto questa informazione potrebbe già essere datata nel momento in cui la si sta leggendo.