Per ogni parola perduta




 Per ogni parola perduta

di Benedetta Cibrario

Mondadori 2022

narrativa, pag.

Sinossi. Oxford. La giovane Sofia si è confinata in casa dopo la perdita del marito Nicola Obreskov, storico accademico, sul punto di concludere uno studio sui russi immigrati in Italia fra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. L’intensità della storia d’amore spezzata disorienta Sofia, che sceglie l’isolamento. L’amico Edmund ha i suoi metodi – e le sue ragioni – per forzarla a riprendere il lavoro di restauratrice di tessuti: è appena riuscito ad aggiudicarsi all’asta una mongolfiera levatasi in volo a Chambéry nel 1784 e bisognosa di un restauro. Alla generosa invadenza di Edmund risponde la gugliata magica e riparatrice di Sofia, che accetta anche di svolgere una ricerca storica su quel volo e sul giovanissimo Xavier de Maistre – futuro autore del Viaggio intorno alla mia camera – salito sulla navicella insieme all’amico Louis Brun. A Chambéry, stringe una singolare intesa con Pauline, erede appassionata di una celebre libreria antiquaria. Si incrociano destini, e complice Edmund, maestro di cerimonie, Sofia guida la sua mongolfiera restaurata nei cieli della Storia perché il passato sia invitato a resistere dentro i confini incerti del presente. Alla giovane ostinazione di Pauline fanno eco la Russia misteriosa di Nicola e il fantasma di de Maistre. Benedetta Cibrario sente una volta di più il “rumore del mondo” e lo semina, con maestria, dentro il vortice in cui si affollano le parole perdute della memoria. Quattro anime generose si avventurano per noi attraverso gli specchi del dolore e dell’accadere, alla ricerca del filo con cui ricucire gli strappi del destino, e fanno levare nel cielo della Storia un’antica mongolfiera perché dall’alto siano finalmente comprensibili la meraviglia e l’insensatezza del vivere.


Per ogni parola parduta

A cura di Paola Iannelli


 Recensione di Paola Iannelli

Le trame della vita volgono secondo direzioni diverse, marcando un percorso individuale senza la cui incognita futura forse non sarà così libera di sognare, interpretare un futuro, vivere il quotidiano ancorati alle variabili.

La storia di Sofia e Pauline recita una condivisione che vede al centro il senso del dolore, ognuna di loro rammenda le scuciture della propria esistenza, arpionata da un destino colmo d’incertezze. Entrambe sono dinanzi a un bivio: Sofia è da poco vedova del suo Nicola, mentre Pauline respira uno stato di precaria stabilità affettiva ed economica. 

La ricerca di alcuni dati riguardanti il passato storico formula la cornice in cui le due donne troveranno il loro punto d’incontro, quell’acerbo miscuglio di emozioni che solo gli incontri casuali sanno regalare.

Pauline è proprietaria di una libreria che propone testi antichi, l’oggettivo disordine della sua casa è sinonimo di confusione, un caos che le dona l’illusione del senso di familiarità. Gli oggetti per lei hanno un valore intrinseco molto forte, sembrano quasi uscire dalle funzioni ordinarie per attraversare quel limbo che anticipa una relazione,amicale.

Sofia è una restauratrice di tessuti, rinnova le trame vissute secoli addietro, meticolosa, instancabile lavoratrice, legata a un amore profondo per l’uomo che ha perduto per un banale incidente d’autobus.

Il tassello d’unione fra le due donne è nel recupero della tela di una mongolfiera, del suo inventore e di un viaggio nella vita di Xavier de Maistre. La tentazione del volo intesa come atto liberatorio, strumento per una visione dall’alto delle cose terrene. Un modo per esorcizzare la malinconia che nasce dall’abbandono, le due donne così fortificano l’interesse per la vita unendosi nella spasmodica ricerca del costruttore di quella mongolfiera, e nel rintracciare l’autrice di un messaggio misteriosamente celato tra le cuciture di quella tela.

Arginate dai ricordi, quelli difettosi, quelli che non ti mollano mai col distintivo tratto amaro che sala a galla a ogni ora del giorno e della notte sedimentando la crepa che incide il cuore, Sofia e Pauline soffiano e animano quel pallore aerostatico spinto da una curiosità quasi morbosa nei confronti dei protagonisti di quella storia antica.

Molte figure colorano i mondi delle due donne, ognuna riveste un ruolo indicativo nel corso della storia narrata, dipingono i loro universi paralleli che si scontrano nonostantele distanze geografiche.

Per ogni parola perduta è un romanzo che ci fa riflettere sul meraviglioso compito destinato alla “parola”, in cui si racchiude un concetto ben più ampio, le associazioni, le combinazioni di ogni parola ci permettono di violare le barriere oggettive, concertando quell’insieme di pensieri che ci affollano la mente e il cuore. 

Nelle biografie di Pauline e Sofia si riflettono le nostre esistenze legate da un filo invisibile, un ordinato progetto in cui uomini e donne intervengono per creare la storia.

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Benedetta Cibrario


scrittrice italiana, è nata a Firenze nel 1962. Laureata in Storia e Critica cinematografica, durante gli anni universitari collabora con il “Giornale dell’Arte” e con “L’Espresso”. Dopo l’università si trasferisce più volte tra l’Italia e l’Inghilterra, per motivi professionali. Esordisce nel 2007 con un romanzo pubblicato da Feltrinelli, Rossovermiglio, che l’anno seguente si aggiudica il Premio Campiello e viene pubblicato in diversi paesi europei. Nel 2009, invece, esce Sotto i cieli noncuranti (Feltrinelli), premiato con il Premio Rapallo Carige 2010. Negli anni successivi seguono il romanzo breve Lo scarnuso (Feltrinelli, 2011) e Il rumore del mondo (Mondadori, 2018).

A cura di Paola Iannelli

https://paolaiannelli.it/