La signora Van Gogh 




 LA SIGNORA VAN GOGH

di Caroline Cauchi

Piemme 2023

thriller, narrativa, pag.

Sinossi. Quando Johanna Bonger arriva a Parigi non ha idea di cosa possa riservarle il destino: in fuga dalla bigotta Amsterdam dopo una relazione clandestina con un uomo che non l’avrebbe mai sposata, con l’onta dello scandalo che la segue come un’ombra, si rifugia dall’amato fratello, decisa a perseguire la sua vocazione artistica. È qui che incontra Theo Van Gogh, fratello del giovane pittore Vincent, intrecciando con lui una burrascosa relazione, resa ancor più precaria dai comportamenti ambigui di Vincent; nella Parigi di fine Ottocento, tra atmosfere bohémiennes, artisti in odore di fama e fermenti culturali e sociali, l’insolito trio vive tra alti e bassi, facendosi notare nei caffè e nei locali frequentati da pittori e poeti. E quando Johanna accetterà di sposare Theo, il suo ingresso nella famiglia Van Gogh, e nella vita di Vincent, è sancito per sempre. Johanna gli sarà accanto nei momenti più drammatici, guardando nascere quella straordinaria visione artistica che rivoluzionerà per sempre il modo di intendere l’arte, e testimone partecipe ma impotente della discesa nella follia e nella malattia del grande artista. Ma sarà dopo la morte di entrambi i fratelli che la giovane vedova Van Gogh, metterà in atto il suo modo di cambiare la storia: riuscendo a imporre i quadri del cognato prima nelle gallerie e tra i mercanti d’arte di Parigi, poi nel mondo. Oggi, ormai dimenticata, Johanna Bonger è indubitabilmente la persona che ha fatto di Van Gogh il più grande pittore al mondo; e questa è la sua storia.


La signora Van Gogh 

A cura di Stefania Ceteroni


 Recensione di Stefania Ceteroni

C’è stata una donna dietro Vincent Van Gogh ed io l’ho scoperto leggendo questo romanzo che ha avuto il merito di riaccendere in me la curiosità per l’arte. Era una donna determinata, una alla quale le convenzioni dell’epoca andavano strette e che, pur dovendo fuggire dalla sua terra per via di una situazione incresciosa (che ha penalizzato lei, però, e non lui che di fatto era la persona sposata dei due) non si è certo messa in un angolo e non ha accettato passivamente il suo destino.

Johanna.

Seguendo le sue vicende mi sono immersa in una Parigi stimolante, piena di opportunità ma anche molto severa. Vincent lo ha provato sulla sua pelle essendo rimasto ai margini degli ambienti artistici per tutta la sua vita, complice anche il suo carattere e la sua instabilità mentale che lo hanno caratterizzato in vita. 

Ho incontrato due fratelli indissolubilmente legati: Theo – colui che diventerà il marito di Johanna – e Vincent. Il primo con una incrollabile fiducia nelle capacità dell’altro; il secondo certo di avere un appoggio incondizionato. Un legame forte, più di quanto si possa immaginare e capace di travolgere anche lei, quella donna che è arrivata a portare scompiglio, pur non volendo, in un equilibrio raggiunto da tempo tra i due. 

Ho conosciuto un artista vittima della sua pazzia, della sua follia ma allo stesso tempo molto sensibile e profondamente attento a ciò che gli accadeva attorno.
Ho visto davanti agli occhi quelle pennellate decise, quei colori accesi, quelle luci pronte a scaturire da tele che ho imparato a conoscere negli anni ma senza mai maturare una vera passione artistica.

Ho sempre pensato distrattamente a quelle tele che conosco di fama, memore anche di lontani studi scolastici, ma nel leggere questo libro ho avvertito la necessità di cercare quelle immagini, di perdermi in quei colori e cercare quel linguaggio segreto che l’artista usava – o che si pensava usasse – ogni volta che dipingeva.

Ho sentito le vibrazioni di un affetto profondo, quello di Johanna per suo marito e la sua devozione a lui anche nei momenti più difficili, compresi quelli nei quali la pazzia del fratello ha minacciato da vicino la famiglia che si andava costituendo.

Ho sentito, palpabile, il coraggio di una figura femminile dimenticata nel tempo o, per lo meno, non arrivata compiutamente al grande pubblico ed alla quale va il merito di aver consegnato alla storia dall’arte il Van Gogh che tutti, ora, conoscono. 

Gran bel libro. Ben scritto e meritevole di attenzione per chi ama l’arte ma anche per chi è affascinato da storie di figure femminili che hanno avuto un ruolo importante non come oggetti da utilizzare a piacimento degli uomini dell’epoca ma come capaci di dare una precisa direzione al proprio destino e, in questo caso, non solo a quello. 

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Caroline Cauchi


Abbandonata la carriera accademica per dedicarsi alla scrittura, ha scritto diversi romanzi.
Con La signora Van Gogh si cimenta per la prima volta nella narrativa storica, dando voce al suo interesse per le figure dimenticate di grandi donne del passato.

A cura di Stefania Ceteroni 

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