Sinossi. Nei film horror, le ragazze sopravvissute sono quelle ancora vive quando scorrono i titoli di coda. Sono riuscite nella non facile impresa di superare la peggiore notte della loro vita…
Ma cosa succede dopo?
Al pari dei suoi bestseller precedenti (Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe, Horrorstör, My Best Friend’s Exorcism), quest’ultimo romanzo di Grady Hendrix si avvale di un ritmo incalzante, spaventoso e che trasuda un umorismo crudele. Dalle motoseghe ai massacri nei campi estivi, Gruppo sostegno ragazze sopravvissute riesce a sovvertire in modo sorprendente gli elementi classici dei film horror più popolari, come Non aprite quella porta, Nightmare − Dal profondo della notte e Scream − Chi urla muore. Lynnette Tarkington è una ragazza sopravvissuta a un massacro nella vita reale che l’ha segnata nel profondo, riducendo la sua esistenza quotidiana a un susseguirsi di rituali paranoici. Per più di dieci anni ha preso parte (anche se con una certa riluttanza) a Los Angeles agli incontri di un gruppo di sostegno per coloro che sono sopravvissute all’impensabile, alla furia omicida di assassini di massa. Insieme ad altre cinque sopravvissute e a una terapeuta come la dottoressa Carol Elliott, ha provato a rimettere insieme i pezzi di una vita devastata dalla tragedia passata.Poi un brutto giorno, una delle donne del gruppo non si presenta a uno dei loro meeting e all’improvviso tutte le peggiori paure di Lynnette diventano terribilmente concrete: qualcuno sa del gruppo ed è determinato a fare a brandelli le loro vite, un pezzo alla volta. Ma l’assassino è un maniaco comune, uno squilibrato superfan dei film horror o qualcuno che conosce più da vicino il loro gruppo? E riuscirà nel suo intento omicida? Se c’è una cosa però che rende uniche le ragazze sopravvissute è che, a prescindere dalle situazioni tremende in cui si trovano coinvolte, non si arrenderanno mai e poi mai.
Un romanzo sanguinoso e grottesco, ma alla fine capace di dirci cose assai interessanti sui film horror, sui traumi e sull’autodeterminazione femminile.
GRUPPO SOSTEGNO RAGAZZE SOPRAVVISSUTE
di Grady Hendrix
Mondadori 2023
Rosa Maria Prencipe ( Traduttore )
Horror, Thriller, pag.312
Recensione di Francesca Mogavero
Mai nessuno che ti dica cosa succede dopo il lieto fine.
Forse perché potresti scoprire che, dopotutto, il bacio del Vero Amore è sopravvalutato, che la principessa è capricciosa e il principe azzurro sparge i regali calzini per tutto il castello.
Del resto, nessuno ti dice cosa succede alle ragazze che sopravvivono ai mostri, li eliminano e dopo fanno il bis, perché i mostri ritornano sempre (anche tre o quattro volte, se la storia diventa un cult e la gente continua a correre al cinema).
Cosa succede alle ragazze brillanti che non hanno aperto quella porta, che hanno saputo distinguere sogni (incubi) e realtà, che non hanno letto ad alta voce quel libro pieno di parole strane, che avrebbero preferito andare al mare e non in quella casa sperduta, che non sono scese nello scantinato né hanno pronunciato la fatidica frase “torno subito” o proposto di dividersi… ma loro malgrado si sono trovate al centro della truculenta vicenda?
Cosa succede alle ragazze sveglie, spesso ironiche (se non ciniche) e strambe, dopo che hanno visto letteralmente macellare la cheerleader vistosa, il quarterback imbambolato, il nerd dal cuore tenero (per non parlare del fegato e dell’intestino…), l’amica della cheerleader, il fumatore d’erba e via così, archetipo/luogo comune dopo l’altro?
Forse abbiamo un problema a gestire il post, post-happy ending o post-trauma che sia.
Lo schermo si fa nero, compare la scritta “the end” (ma avete controllato che dopo i titoli di coda non ci sia ancora una scena?), il sipario cala, le luci si riaccendono e tanti saluti, ognuno per la propria strada e la propria vita, come se il finale cristallizzasse tutto in una pallina di vetro piena di neve di polistirolo, come se non potesse succedere più nulla di bello o di male.
Ma Lynnette – e Marilyn, Adrienne, Dani, Heather, Julia – sa bene cosa c’è dopo, cosa significa essere una sopravvissuta, quella che ce l’ha fatta anche se la sua famiglia, i suoi amici, il fresco fidanzato, l’esistenza di prima non ci sono più.
Lynne si è autoreclusa in una casa più simile a un bunker antiatomico, si guarda continuamente alle spalle, esce il meno possibile e interagisce soltanto con una pianta di peperoncino dal pessimo carattere.
Per fortuna, o forse per ormai esausta abitudine, ci sono gli incontri mensili tenuti dalla dottoressa Elliott in cui ciascuna può condividere, raccontarsi, provare a ricucire insieme i cocci scampati a furie omicide sfrenate, bestiali, senza senso.
Solo che qualcosa si sta sfilacciando – come se non fossero già abbastanza a pezzi – l’insofferenza è alle stelle, emergono vecchie invidie e rancori… E poi qualcuno, a un certo punto, inizia a uccidere. Di nuovo. Accanendosi – di nuovo – proprio su di loro, rimescolando le carte, portando alla riapertura dei casi, insinuando il dubbio.
Una macabra coincidenza, un caso? O magari il tentativo discutibile di riportare in auge i cari, affidabili anni ’80 e ’90, tutti lacca, rock, mannaie e maschere fuori stagione?
Il pazzesco romanzo di Grady Hendrix è un gustoso minestrone degli ormai classici del genere (che sfida riconoscerli tutti, scovare eco nascoste e sottili richiami!) che funziona e crea una storia nuova, brillante dimostrazione che dai rimpasti di materia nota si può sempre ottenere una scintilla, se si può contare su una penna più acuta e tagliente di una lama, su uno stile che colpisce più forte di una mazza da baseball e una curiosità più fantasticamente chiassosa ed efficace di una sega elettrica. E tutto questo, al nostro autore, non manca di certo, oltre alla capacità di trasmettere messaggi potenti e vitali quanto il sangue.
Leggendo Gruppo sostegno ragazze sopravvissute ci si sganascia – chi non ha mai riso per esorcizzare la paura? – si salta dalla sedia, si scappa assieme alle nostre imperfette e splendide eroine, si indaga, si ipotizza, si elaborano piani balzani e strategie talmente fallimentari da fare il giro e risultare vincenti… E si riflette tanto. In effetti, a questo, anche, servono film e libri considerati troppo connotati, troppo d’evasione. Mentre il brivido, il ghigno, il fantastico spalancano le finestre e lasciano entrare qualsiasi cosa.
Ci si interroga sui ruoli imposti dalla società e ripresi dalla pellicola e dalla carta, che sono specchi, si pensa alle energie che si scontrano e si integrano da sempre, con esiti più o meno felici, più o meno letali, ci si chiede se non sia ora di mettere in chiaro due o tre cose, di guardare in faccia i mostri e metterli al corrente della loro piccolezza, di alzarsi nonostante tutto, anche se le articolazioni e i muscoli urlano, e combattere per qualcosa (e per qualcuno) al di là della mera sopravvivenza, ché respirare non è abbastanza.
Il tutto con un pizzico – ok, più di un pizzico – di nostalgia per quelle notti d’estate passate a guardare un paio di slasher, sapientemente mescolati all’horror e al grottesco, e perdere il senso del tempo, un po’ ribaltandosi dalle risate, un po’ imparando espressioni ormai radicate nel nostro immaginario, un po’ tenendo gli occhi sbarrati nel buio, aspettando di scorgere un’ombra profilarsi nel vano della porta, un luccichio sinistro dietro i vetri.
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Grady Hendrix
Grady Hendrix è un poliedrico, geniale, pluripremiato scrittore, sceneggiatore e giornalista, nonché uno dei fondatori del New York Asian Film Festival. Ex critico cinematografico del “New York Sun”, Grady ha scritto per “Slate”, “Village Voice”, “Time Out New York”, “Playboy” e “Variety”. Ha pubblicato diversi romanzi di grande successo, rinnovando il genere horror da lui amatissimo, tra i quali ricordiamo il bestseller Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe (Mondadori Strade Blu, 2020), di cui è in corso l’adattamento in una serie televisiva, Horrorstör (Mondadori Strade Blu, 2021) e My Best Friend’s Exorcism (Mondadori Strade Blu, 2022), da cui è stato realizzato un film nel 2022. Grady è anche autore di Paperbacks from Hell, vincitore del Bram Stoker Award, che racconta la storia del boom dei tascabili horror degli anni Settanta e Ottanta.
Rosa Maria Prencipe ( traduttrice ) laureata in Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna, ha fatto dell’amore per l’inglese e la lettura il suo mestiere. Vive a Palestrina, dividendosi tra marito, due figli e la passione per i puzzle, i libri gialli e i viaggi.
A cura di Francesca Mogavero