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Speciale diretta Facebook
IL MISFATTO DELLA TONNARA
di Francesco Abate
Einaudi Editore
Collana Stile libero big
thriller, pag.312
Sinossi. Durante una manifestazione di femministe qualcuno aggredisce una maestra. Il suo corpo privo di sensi è rinvenuto nel magazzino dell’antica tonnara. Malgrado i sospetti convergano su un giovanotto dell’alta società, la giustizia temporeggia. Di fronte a tanta impunita violenza Clara Simon, l’affascinante e testarda giornalista de «L’Unione», non può restare a guardare. Muovendosi per le strade della Cagliari di inizio Novecento, tra una vecchia nobiltà che non vuole cedere il passo e una nuova borghesia impaziente di affermarsi, scopre con quanta furia il mondo abbia cercato, da sempre, di mettere a tacere le donne. E ancora una volta trova il coraggio di far sentire la sua voce.
Recensione di Cinzia Passaro
Clara Simon ritorna in questo terzo romanzo, più decisa e affascinante che mai nel ruolo della giornalista detective paladina dei più deboli.
La feroce aggressione a Costanza Pes, giovane maestrina femminista, durante una manifestazione vede coinvolti gli ascari, così chiamati dal nome del Caffè Ascaro che frequentano, sono i giovani turbolenti appartenenti all’alta società che mal tollerano le donne che si dichiarano femministe. In particolare uno di loro viene accusato di essere il responsabile di tanta ferocia, ma è per amore della verità che Clara Simon accetta la proposta del conte Roberto Cappai Pinna, suo acerrimo nemico, di indagare e scoprire chi è il vero assalitore. Clara, che vive sulla sua pelle il disprezzo da parte della comunità per essere una mezzosangue, donna e giornalista senza firma del giornale l’Unione di Cagliari, può vantare anche il rispetto da parte di chi ha aiutato in passato e del comitato femminista che l’accoglie come una loro paladina.
Per chi non ha letto i due precedenti romanzi, può sembrare l’ennesimo personaggio femminile che ricopre il ruolo di investigatrice, ma Clara è diversa, è amabile nonostante la sua apparente durezza, perché sebbene possa contare sull’appoggio del nonno, uomo potente di Cagliari, lei è un’antesignana delle lotte compiute dalle donne per affermare la propria libertà, schierandosi con i più deboli, i più poveri e bisognosi.
Siamo nel 1905, in una Cagliari per ogni lettore totalmente nuova, anche per me che ho avuto modo di conoscere questa città qualche mese fa e di essermene innamorata. Non mi è stato difficile immaginare Clara a passeggio con Rodolfo e una Sarrana quasi sempre arrabbiata al loro seguito, per le strade della città a inizio novecento, dove non c’erano auto ma calessi e carrozze, con la disparità di abiti che contraddistinguevano i vari ceti o le giovani donne che rivendicavano quei diritti che noi oggi diamo per scontati. Scoprire che solo cent’anni fa le ragazze, sotto la maggiore età, non potevano entrare in un teatro, mi ha fatto pensare a quanto sia lungo il cammino di noi donne e quanta strada dobbiamo ancora fare, senza mai dimenticare quello che abbiamo conquistato.
“Il misfatto della tonnara” non è solo un giallo è molto di più, è uno spaccato della società del secolo passato, dove il pregiudizio era forte come l’arroganza di non permettere alle donne di esprimersi:
“Una certezza era generale: le donne dovevano stare al loro posto, mai più si sarebbero dovute permettere di osare tanto. Bene avevano fatto a impartire loro una lezione.”
In contrapposizione a quanto era “conveniente” in quel periodo, ho amato tanto i protagonisti, Clara, Rodolfo e Ugo, moderni e attualissimi nonostante l’epoca in cui vivono, di contro ho apprezzato moltissimo la prosa ben contestualizzata, con alcuni termini desueti la cui musicalità mi ha conquistata e che purtroppo da alcuni decenni si tende a cancellare. L’uso del dialetto cagliaritano è un ulteriore arricchimento al linguaggio usato. Non nego di aver cercato il significato di Piledda e di aver sorriso e immaginato il povero Stanis Pietro Ledda.
Un giallo ben costruito, personaggi interessanti, tra cui Ida Pes ben tratteggiata e che rappresenta al meglio il pensiero di chi non riesce e non può adeguarsi al mondo che cambia, le stesse donne nemiche delle donne.
Il bello di questo romanzo e che ben si presterebbe a una trasposizione televisiva, gli ingredienti ci sono tutti per sortire un interesse anche in un pubblico molto esigente.
Naturalmente noi lettori ci aspettiamo un quarto capitolo delle avventure di Clara Simon, che credo ci sarà visto come si chiude Il misfatto della Tonnara, come già fatto per gli altri precedenti l’autore Francesco Abate ci mette in piacevole attesa, un’idea del contenuto di quel telegramma io ce l’avrei pure, ma lascio allafantasia dello scrittore stupirci ancora una volta.
Consiglio la lettura a tutti in particolare a chi ama i gialli storici, l’autore fa fare un salto in un passato che pur non essendo molto lontano, proietta il lettore in un tempo in cui le differenze sociali, etniche e di genere erano molto evidenti, non solo in Sardegna ma in tutta Italia.
Speciale diretta Facebook 11 ottobre 2023
Noi di Thrillernord.it abbiamo avuto l’opportunità e il privilegio di intervistare Francesco Abate l’11 ottobre 2023, in occasione di una diretta Facebook per l’uscita del suo ultimo romanzo, Il misfatto della tonnara, organizzata dall’editore Einaudi, che ne ha curato la pubblicazione.
Lo scrittore ha risposto alle domande di Stefano Jugo della Einaudi, moderatore, Barbara Ghiselli, Carla Colledan, Linda Cester, Antonia del Sambro, Enza Spinapolice e della sottoscritta, Silvana Meloni.
Nel corso della chiacchierata Francesco Abate, come sempre simpatico e cordiale, ci ha raccontato molto del mondo narrativo nel cui ambito si muovono i personaggi della serie noir di cui questo è il terzo romanzo: una Cagliari dei primissimi anni del Novecento, abitata da un’anima cosmopolita.
Il capoluogo sardo ospitava persone provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo (tedeschi, cinesi, svizzeri, inglesi), immigrati di prima e seconda generazione, integrate con i sardi autoctoni in una babilonia di lingue e di civiltà.
Ma non solo, un porto commerciale importante nel Mediterraneo, una città dove si erano altresì sviluppate alcune industrie di rilievo per l’economia italiana: la raccolta del Sale e la Manifattura dei Tabacchi.
In questo quadro, fu a Cagliari che si sviluppò non solo un movimento operaio di rilievo, ma soprattutto un movimento femminista che divenne uno dei più importanti d’Europa.
La vicenda narrata nell’ultimo romanzo parte da un fatto storico (l’autorità metropolitana che vieta la messa in scena di Casa di Bambola di Ibsen, da parte della famosa attrice Italia Vitaliani, in quanto ritenuta di contenuto disdicevole per le ragazze borghesi del capoluogo) e affonda le radici proprio nella singolarità del nutrito movimento di femministe che si era sviluppato in città, non solo sigaraie ma soprattutto giovani maestre, che ne avevano assunto la guida.
Francesco Abate ci ha raccontato la genesi di questo romanzo: dalla lettura di un trafiletto pubblicato dall’Unione Sarda nel 1906, che raccontava appunto il divieto della rappresentazione scenica, è nata l’idea, che è stata poi arricchita nella costruzione dell’ambiente dell’epoca in cui i protagonisti si muovono.
E parlando dei personaggi, della protagonista Clara Simon e dei comprimari, l’autore si è soffermato a spiegarci la grande attenzione che riserva alla caratterizzazione dei personaggi minori, pregio che rende la profondità della sua penna pari a quella dei più grandi. Il personaggio di Clara, poi, una giovane donna intraprendente, testarda, talvolta scontrosa, ha acquistato spessore e umanità nel corso dei tre romanzi, affinando gli spigoli del carattere e cedendo alla dolcezza, man mano che otteneva sicurezza nel suo ruolo personale e professionale. Perché Clara, nella fiction, è la prima e l’unica giornalista donna del quotidiano cagliaritano.
Abate ci ha raccontato anche come, nella serie romanzata, un ruolo importantissimo ha il quotidiano, diventato “Unione”, il cui direttore è un giornalista il cui nome, Giorgio Pisano, è un omaggio all’omonimo giornalista, recentemente scomparso, dell’Unione Sarda, cui l’autore è stato particolarmente affezionato.
Infine, si è parlato di Cagliari. Raccontarla, nella sua toponomastica come nella sua storia, è per Francesco Abate un dichiarato atto d’amore, ma è anche scrivere dei nodi dell’oggi attraverso il racconto di quello che ieri era, ed è stato, nella nostra città; in particolare ne Il misfatto della tonnara, ove si racconta di un femminicidio, si vuol rappresentare il duro percorso del femminismo, una lotta moderna che, in centocinquant’anni, è riuscita a conseguire innegabili conquiste, attraversando tuttavia momenti d’arresto e disastrose disfatte, e che, ancor oggi, deve fare quotidianamente i conti con la realtà tragica del patriarcato.
La scelta di tornare al noir, dopo aver fatto altre esperienze di scrittura, è per Francesco Abate un modo per raccontare gli aspetti inquietanti della realtà in cui viviamo, nella maggiore libertà che permette lo schema storico.
A cura di Silvana Meloni
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Francesco Abate
Francesco Abate (Cagliari, 1964) è uno scrittore e giornalista italiano. Il suo esordio come scrittore è del 1996 con L’Oratorio – Vietato ai minori di 14 anni, breve racconto, inserito nella collettiva Racconti di Celluloide (Alambicco). Come romanziere, ha esordito con Mister Dabolina (Castelvecchi, 1998). Sono seguiti Il cattivo cronista (Il Maestrale, 2003), Ultima di campionato, da un soggetto vincitore del premio Solinas (Il Maestrale, 2004/ Frassinelli 2006), Getsemani (Frassinelli, 2006) e I ragazzi di città (Il Maestrale, 2007). Con Einaudi ha pubblicato Mi fido di te (Stile libero 2007 e Super ET 2015), scritto a quattro mani con Massimo Carlotto, Cosí si dice (2008), Chiedo scusa (con Saverio Mastrofranco, Stile libero 2010 e Super ET 2012 e 2017), Un posto anche per me (2013), Mia madre e altre catastrofi (2016), Torpedone trapiantati (2018). Con I delitti della salina (2020 e 2023) ha debuttato una nuova protagonista femminile nel giallo italiano, la giornalista investigativa Clara Simon, le cui avventure proseguono con Il complotto dei Calafati (2022) e Il misfatto della tonnara (2023).