Alcuni segreti vanno tenuti nascosti, ma saremmo disposti a morire purché non vengano mai svelati?
Sinossi. Jonathan Touvier, ex alpinista cinquantenne, si risveglia intontito e non sa dove si trova. Attorno a lui soltanto buio, umidità, freddo. È finito in fondo a una grotta e non ha idea di come sia successo. Non è solo. Insieme a lui ci sono il suo fedele cane Pokhara e due sconosciuti: Farid, giovane di origini maghrebine, e Michel, uomo di mezza età che lavora in un macello. Jonathan è incatenato al polso, Farid alla caviglia; Michel è libero, ma la sua testa è coperta da una spaventosa maschera di ferro, che esploderà se si allontana dagli altri due. Sulla schiena hanno tre biglietti con altrettante domande: «Chi sarà il ladro?», «Chi sarà il bugiardo?», «Chi sarà l’omicida?». Qualcuno sta giocando con loro, e ha tessuto con cura una ragnatela inestricabile per intrappolarli. Chi è? E perché l’ha fatto? Ben presto, però, la domanda più urgente diventerà un’altra: fino a che punto si può arrivare per non soccombere in una situazione così estrema? Se la natura può rivelarsi un’assassina spietata, l’uomo può trasformarsi in un predatore senza scrupoli: tra menzogne e mezze verità, scatta una disperata lotta per la sopravvivenza, da affrontare con ogni mezzo e strategia possibile.
Questo romanzo ha una sola soluzione. E non è necessariamente quella che si crede.”
(Franck Thilliez)
VERTIGINE
Franck Thilliez
Fazi 2023
Daniela De Lorenzo ( Traduttore )
Thriller, pag.312
Recensione e anteprima
a cura di Loredana Cescutti
“… sto camminando sul ciglio di un precipizio mentale…”
L’abilità di Thilliez nel giocare con la mente dei suoi personaggi e con quella dei suoi lettori è ormai fuori di dubbio.
Proprio per questo, dopo una lettura malata e febbrile, posso affermare che, ancora una volta, l’autore si è confermato un abile manipolatore di quel complesso apparato che è il nostro cervello, lavorandolo a fuoco lento, fino a plasmarlo in un qualcosa di funzionale esclusivamente a lui.
“Cerco la bugia e non riesco a stanarla. Eppure, so che mente…”
Il tutto eseguito con pazienza, calma, un pizzico di sadismo, follia in quantità e l’abilità di giocare con le parole e con le azioni quel tanto che è servito per distrarre la nostra attenzione.
Come un abile prestidigitatore.
“In questo mondo, nulla scompare veramente. Tutto quanto, in fin dei conti, transita da un punto all’altro.”
Non lo nego, la lettura è forte, feroce, primitiva e primordiale nelle sensazioni che riesce a suscitare nel lettore.
Sentimenti strani, un senso di disagio che ti colpisce e riesce a ferire ma, nonostante tutto, la scrittura magnetica di Thilliez ti rapisce e non ti molla.
Anzi.
Ti si attacca addosso come una seconda pelle, aderendo a tal punto a te da non riuscire a scrollartela di dosso.
La scrittura è un qualcosa di portentoso, che acquista velocità pressoché da subito, per il bisogno di risposte dinnanzi alla grossa incognita data dalla situazione iniziale, che si trasforma in un’esigenza fisica di fuga, per un senso di assenza di libertà che ti destabilizza e, una percezione di claustrofobia che combatte con il bisogno di non cedere agli istinti primordiali, a quel bisogno salvifico che può spingerti a varcare la temutissima linea rossa.
“Sono così vicino al confine, adesso…”
Quella linea, dopo la quale, nulla sarà più come prima.
La linea di confine fra ciò che è accettato e ciò che va a distruggere ogni senso di moralità esistente.
“La carne sopravvive alla carne, la vita alla vita.”
Il titolo del libro, “Vertigine”, rappresenta perfettamente questa sensazione di incessante instabilità, per cui noi lettori, avvertiremo costantemente questa sensazione di precarietà, una mancanza di equilibrio fisico e mentale, che potrebbe finire per farci crollare.
“La vedi? La libertà esiste. Ci sembra inaccessibile ed è senz’altro questo a renderla così preziosa.”
Thilliez è un grande e di nuovo, riesce a stupire il suo pubblico, con un “coup de theatre” che ti sbalordisce, che mette in croce le tue ipotesi, anche quando ormai eri già convinto di aver capito tutto e che, il tutto, potesse sembrarti fin troppo banale.
Ma il bello, è proprio che nulla è ciò che ti aspetti.
O forse sì?
“Non c’è un compito più facile di un altro…”
Con questo dilemma, vi saluto e vi esorto a leggere il romanzo.
Una vera maratona per tenere in attività i neuroni annoiati del nostro cervello.
“La follia non suona così vuota. Trattenetelo nella memoria questo rumore metallico. Finché riuscirete a sentirlo, saprete di non essere pazzi.”
Buona lettura!
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Franck Thilliez
è un ingegnere e scrittore francese. Informatico, è appassionato di tecnologie telematiche. Nel 2004 pubblica il suo primo libro Train d’enfer pour Ange rouge. Ha vinto i premi Prix des lecteurs Quais du polar 2006 e Prix sncf du Polar franc¸ais 2007 con il libro La Chambre des morts. Tra le sue pubblicazioni in Italia si ricordano: Foresta nera (Nord, 2008), La stanza dei morti (TEA, 2009), Il manoscritto (Fazi, 2019), C’era due volte (Fazi, 2021), Puzzle (Fazi, 2022) e Labirinti (Fazi, 2023).