La strega




Sinossi. Tre dei racconti qui riuniti hanno come protagoniste quelle creaturine infide, pericolose, enigmatiche che Shirley Jackson conosceva molto bene per aver cresciuto quattro «demoni», come chiamava – scherzosamente ma non troppo – i figli. Un bambino che, viaggiando in treno, vede streghe ovunque, e non è detto che non abbia ragione. Una ragazza che, sotto gli occhi di un presunto adulto un po’ alticcio, sfoggia un sapere e una saggezza apocalittici, mentre nella stanza accanto gli invitati a una festa sproloquiano sul futuro del mondo: «Non credo proprio che abbia molto futuro,» sentenzia con placido e inquietante distacco «almeno per com’è adesso . Se quando lei era giovane la gente si fosse spaventata davvero, oggi non saremmo messi così male». E uno scolaretto che ne combina di tutti i colori, forse invisibile ma non per questo assente, come diceva sant’Agostino dei defunti, benché il marmocchio in questione sia vivo e vegeto. Tre boîtes à surprise con le quali Shirley Jackson suscita, a partire dal candore arcano dei ragazzi, sorrisi e brividi glaciali in egual misura. Senza rinunciare a condurci, al seguito di una donna che deve farsi estrarre un molare, nel suo territorio d’elezione: quella zona d’ombra ai confini della follia dove le cose note perdono i loro connotati familiari e appaiono estranee e perturbanti, dove un luciferino sconosciuto, materializzatosi dal nulla al nostro fianco, può prenderci per mano e, in un battito di ciglia, portarci a correre sulla sabbia calda, mentre le onde «tintinnano come campanelli sulla spiaggia» e «i flauti suonano tutta la notte».

 LA STREGA

di Shirley Jackson

Adelphi 2023

Silvia Pareschi ( Traduttore )

Horror, pag.66

 Recensione di Fiorella Carta

Non serve di certo presentarla, resterà unica nel suo modo di raccontare il terrore con semplici, pochissime parole che spiazzano il lettore e riescono a portarlo nel buio dell’animo umano, mentre sta leggendo un racconto che, solo apparentemente, descrive situazioni normali.

E sente il freddo che preannuncia l’arrivo del male, anche attraverso lo sguardo di un bambino che poi, in queste ambientazioni, resta sempre il più innocente e allo stesso tempo malefico. 

66 pagine, quanta arte e talento servono per racchiudere in poche righe la sbalorditiva capacità di soprendersi inorriditi? 

È sempre un crescendo il suo. Una situazione quotidiana, un avvenimento semplice che incalza galoppante verso un cambiamento sottile e un epilogo raggelante. La follia, la preveggenza, lo sguardo oltre la realtà. 

Riportare i suoi testi ai giorni nostri, lavoro che la Adelphi sta facendo da diverso tempo, permette anche ai più giovani di conoscere un modo diverso di fare scrittura, senza dover ricorrere per forza a scene splatter, esplicite e cruente. 

L’autrice è capace di suscitare angoscia con una classe e una perfidia affilate come un coltello, perché tocca le paure più primitive e questo la renderà eterna.

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Shirley Jackson


è stata una scrittrice e giornalista statunitense, nota soprattutto per L’incubo di Hill House del 1959 e La lotteria. Ha esordito scrivendo per il prestigioso The New Yorker nel 1948. Nella sua carriera ha scritto anche opere per bambini, come Nine Magic Wishes, e persino un adattamento teatrale di Hansel e Gretel, The Bad Children. Muore per infarto nel 1965, forse a causa della terapia a base di psicofarmaci che stava seguendo.