Recensione di Kate Ducci
Autore: Ali Land
Traduttore: A. Ricci
Genere: thriller
Editore: Newton Compton Editori
Anno pubblicazione: 2017
Milly non è il suo vero nome, ma è così che è costretta farsi chiamare, attenta a non sbagliare quando deve presentarsi a qualcuno, per non rivelare la sua vera identità, un passato talmente spaventoso da impedirle di prendere sonno e sentirsi al sicuro nella sua nuova casa, con la sua nuova famiglia.
Milly si chiama Anne, in realtà, e ha trovato il coraggio di denunciare alle autorità, a soli quindici anni, la propria madre, che si era macchiata di reati così crudeli da venir rivelati dall’autrice solo tramite piccole anticipazioni, finestre socchiuse su un mondo terrificante da cui si viene attratti così come si ha voglia di tenersi alla larga, come sta tentando disperatamente di fare Milly.
La bravura di Ali Land sta proprio in questo: riesce a raccontare una storia in prima persona come se vivesse sulla propria pelle i tormenti che affliggono Milly, il suo passato che la viene a trovare ogni notte e la sua incapacità di affrontarlo se non a piccole dosi.
La famiglia affidataria della ragazzina è composta da tre persone: uno psicologo che ha preso in carico il suo caso e che è intenzionato a scrivere un libro sulla storia, una moglie assente e a sua volta bisognosa di supporto psicologico e una figlia ribelle e alla ricerca di attenzioni, che non vuole Milly in casa ed è determinata a cacciarla con ogni mezzo.
All’interno di questo quadro privo di equilibrio, Milly si sente comunque a casa, in un ambiente lontano dalle sue abitudini, in cui a piccoli tratti riesce a gettarsi alle spalle il passato, pur sentendo pressante il bisogno di confidarlo a qualcuno, di dire a quella ragazzina, che dorme nella stanza accanto alla sua, che non sono così diverse come crede, che le accumuna un urgente bisogno di venir abbracciate e capite, di incontrare qualcuno che sappia guardare oltre la corazza che si sono costruite per sopravvivere.
Milly dovrà affrontare un processo. Sa che sua madre tenterà di addossarle i crimini da lei commessi, che punterà tutto sul terrore che è sempre riuscita a incuterle, sperando che Milly (Anne) per l’ennesima volta si pieghi alla sua volontà, non abbia il coraggio di farla condannare per il mostro che è.
Non sarà così. Milly andrà in quell’aula per affrontare se stessa più che sua madre e per dimostrare che, tra le due, non è lei la bugiarda.
Ma può esistere qualcuno che sia totalmente sincero o bugiardo?
Qualcuno che, pur portando sulle spalle il peso di un passato così gravoso, sia capace di discostarsene divenendo una persona migliore, diversa?
È possibile venir educate da una madre manipolatrice e scaltra e non portarne i segni?
L’autrice ci pone questi interrogativi e ci racconta una storia in prima persona, lasciando che sia il lettore a trarre le proprie conclusioni sul conto di una ragazzina che non è capace di farlo, lasciando intuire il possibile ma rivelando la verità solo nelle ultime pagine.
Sarà una verità che lascerà con l’amaro in bocca, incerti se concedere a qualcuno che ha sofferto un legittimo riscatto, possa anche assolverlo da qualsiasi colpa passata o futura.
Ottimo thriller psicologico, a tratti straziante, che si legge in pochissimo tempo.
Le capacità introspettive dell’autrice sono notevoli, così come lo è l’abilità di scrivere in prima persona, raccontando una storia che non si ha voglia di raccontare e rendendo perfettamente l’idea del disagio che si prova a guardarci dentro, quando dentro di noi c’è un abisso di dolore e disperazione.
Ali Land
dopo la laurea in Psicologia, ha trascorso dieci anni lavorando negli ospedali e nelle scuole di Regno Unito e Australia. Adesso è una scrittrice a tempo pieno e vive nel nord di Londra. Una ragazza bugiarda è in corso di traduzione in venti Paesi.