Domani, domani




Francesca Giannone


DETTAGLI:

Editore: Nord

Genere: Narrativa

Pagine: 384

Anno edizione: 2024

Sinossi. Salento, 1959. Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna. Per Lorenzo e Agnese, invece, quella fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, che profuma di talco, di essenze floreali e di oli vegetali, e che occupa ogni loro pensiero, era la certezza di un presente sereno e la promessa di un futuro da tracciare insieme, uniti. Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi. Lorenzo, orgoglioso e impulsivo, se ne va sbattendo la porta, col cuore colmo di rabbia e con un solo obiettivo: trovare i soldi necessari per riprendersi quello che è suo. Ma Agnese non lo segue: tanto risoluta se si tratta di formulare saponi quanto insicura quando le tocca abitare il mondo al di fuori del saponificio, dichiara: «Io resto dov’è casa mia». È una crepa profonda, apparentemente insanabile, quella che si apre tra fratello e sorella e li spingerà su strade opposte e imprevedibili. Perché vogliono la stessa cosa, Lorenzo e Agnese, almeno finché l’amore non li porterà di nuovo a un bivio. Ognuno dei due farà una scelta, tracciando un altro domani… Sarà per entrambi un domani senza rimpianti?

 Recensione di Paola Iannelli

Per commentare l’ultimo romanzo della Giannone, dobbiamo fare un passo indietro, arrivare alla piovigginosa e malinconica Inghilterra, dove una giovane Jane Austen metteva in scena personaggi che facevano a gara tra orgogli e pregiudizi. La voglia di narrare le avventure, resta il punto fermo di una narrazione al femminile che giunge anche in Italia alcuni anni dopo.

Nelle altre nazioni europee già si era sperimentato questo canone letterario romantico, dove splendide eroine compivano gesta alquanto audaci per quei tempi. Chi colpì nel centro le attenzioni del pubblico fu una giovane scrittrice, a cui fu dato lo pseudonimo di Liala.

Con molto sdegno dei salotti letterari, le sue opere furono totalmente ignorate, sebbene vendesse migliaia di copie non le fu mai perdonato lo stile troppo elementare, tanto che Camilla Cederna definì il prodotto “paraletteratura per manicuriste”.

Arriviamo a oggi, il fenomeno Francesca Giannone ci pone dinanzi a un quesito: esiste una scala di interpretazione dei sentimenti? Perché siamo ingabbiati in scheletri fissi?

Domani, domani ci conduce nel labirinto emozionale di un’Italia un po’ âge, siamo nel 1958, periodo di scoperta e di rinascita a tutto tondo.

Le donne descritte sono investite da un rapido progresso che le mette a nudo di fronte a un mondo edificato su ferree convenzioni. Lo strappo subito nei confronti dei punti cardini delle loro esistenze lacera ognuna di loro, riformulando un nuovo modello femminile.

La Giannone tocca temi importanti, purtroppo commette l’errore di lambire luoghi, avvenimenti e testimonianze, fagocitata dal desiderio di porre in evidenza le protagoniste, di quello che può essere considerato un pamphlet post moderno.

Lo stile si adopera secondo un registro linguistico molto elementare, colorando la sfera intima degli attori della vicenda narrata.

L’ombra della rivalsa resta la forza motrice che spinge Lorenzo e Agnese, fratello e sorella, a restituire dignità alla propria famiglia. La loro fabbrica di sapone costituisce il punto di partenza e di ritorno delle loro vite, nelle quali si intrecciano le corde tendono le mani.

Disgrazie, tradimenti, falsità, slanci improvvisi sono gli ingredienti che formano un pot pourri più volte rivisitato. Peccato che le donne di oggi poco si identificano in quei modelli datati, semmai hanno bisogno di sognare.

Allora chiudiamo gli occhi e lasciamoci trasportare da questo fotoromanzo, scatto dopo scatto, fino a giungere all’estasi che procura il miraggio, unica isola felice in un deserto arido e violento che il mondo oggi ci propone.

Buona lettura!

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Francesca Giannone


salentina, si è laureata in Scienze della Comunicazione e ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia. A Bologna ha curato la catalogazione dei trentamila volumi della Associazione Luigi Bernardi e ha frequentato il corso biennale di scrittura della Bottega di Narrazione «Finzioni». Il suo romanzo d’esordio, La portalettere, ha avuto un incredibile successo: in corso di traduzione in 37 Paesi, è stato il romanzo italiano più venduto del 2023, ha vinto il Premio Bancarella e il Premio Amo Questo Libro.

A cura di Paola Iannelli

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