IL BIRD HOTEL
Joyce Maynard
DETTAGLI:
Traduttore: Silvia Castoldi
Editore: NN editore
Genere: Narrativa
Pagine: 464
Anno edizione: 2024
Sinossi. Irene è sola al mondo: da piccola ha cambiato nome, dopo che la madre è rimasta vittima di una bomba innescata dal gruppo di attivisti che frequentava; poi, artista emergente a San Francisco, ha perso marito e figlio in un incidente fatale. Senza più stimoli né prospettive, arriva quasi per caso in Centroamerica, in un villaggio affacciato su un lago ai piedi di un vulcano. Qui trova alloggio a La Llorona, l’albergo meraviglioso e decadente di Leila, una donna che come lei ha alle spalle un passato complicato. Irene non sa raccontare di sé, non lo ha mai fatto: la paura che la sua vera identità venga scoperta e il dolore per il doppio lutto subìto la paralizzano. Così, ogni sera Leila la distrae con le storie degli ospiti che negli anni sono passati di lì. Grazie a lei, Irene riscopre interesse per la vita e ricomincia persino a disegnare. Finché Leila all’improvviso le lascia in eredità l’albergo, a patto di restaurarlo completamente: anno dopo anno, Irene ricostruisce anche se stessa, trovando in Tom l’amore inaspettato che sembra scritto nel suo destino. Il Bird Hotel è la storia romantica di una donna in fuga da tutto, che trova la forza di non arrendersi e continuare a sognare. Come in L’albero della nostra vita, Joyce Maynard intreccia cultura pop e storia americana, e celebra il potere salvifico della natura e dell’arte, semi da cui può germogliare la speranza anche nei momenti più cupi. Questo libro è per chi ha trovato una risposta nello sguardo di un pappagallo, per chi pensa che L’amore ai tempi del colera sia il romanzo più romantico di sempre, per chi ha sognato di scappare insieme a Marlon Brando, e per chi osservando il bagliore intermittente delle lucciole ha imparato a godersi i momenti felici, senza pensare al domani.
Recensione di Barbara Aversa
Da dove si comincia quando si ricomincia?
Irene ha perso tutto. La famiglia di origine e tutto ciò che ha costruito dopo. La sua vita precedente è stata completamente rasa al suolo, è stata privata persino il suo vero nome. Vive nell’ombra di una sè stessa della quale non ricorda più nulla, e che forse detesta.
Si dice che quando si tocca davvero il fondo, le cose non possono che migliorare.
Irene ha raggiunto l’acme della sua disperazione. Decide di partire da San Francisco e giunge per pura casualità in un villaggio del Centroamerica, che affaccia su un lago ai piedi di un vulcano. Acqua e fuoco.
Si imbatte in questo albergo splendido ma decadente, un luogo che ha davvero molto da dire Insieme alla sua proprietaria, Leila.
Ogni sera sul patio quest’ultima racconta storie di vita vissute da lei oppure dai suoi ospiti e Irene sente che il dolore cristallizzato nei meandri di lei inizia a sciogliersi, lentamente, quasi impercettibilmente.
Quante persone sono arrivate prima di lei al lago La Paz – paradossalmente il lago della pace – per affrontare i propri demoni?
“Il lago poteva salire, il lago poteva scendere. Ma era sempre lì. E sempre lì sarebbe rimasto il vulcano. Era l’unica cosa che non cambiava mai”.
E poi avviene l’inaspettato. Il corpo intorpidito ricomincia a provare sensazioni, le piccole cose belle come il buon cibo, l’odore del succo d’arancia appena spremuto, l’elisir del tramonto, le permettono di tornare lentamente alla vita.
“Però mi piace pensare che vivere così, all’ombra di un vulcano attivo, serva a ricordarmi quotidianamente quanto siano preziosi i miei giorni. Prima o poi me ne andrò. Tutti ce ne andremo. Perché preoccuparsene? Nel frattempo, tanto vale assicurarsi che il pesce sia cotto come si deve, e che il vino sia francese “.
Con una scrittura cristallina e avvolgente l’autrice narra una storia ammaliante ed intensa, che dall’interno, come una matrioska, pulsa di una moltitudine di vite che conquistano completamente il cuore, attraversando trasversalmente tematiche importanti come la famiglia, il perdono, la speranza e la rinascita.
È un libro che non molla mai il lettore, che non gli concede soste ma al contrario lo rende protagonista. Perché tutti noi abbiamo avuto momenti difficili, necessità di rinascita, prove da superare. Tutti noi abbiamo qualcuno da perdonare.
E i suoi 101 capitoli, con titoli particolarissimi ed originali, si divorano.
“Doveva insegnarle a pensare all’amore come uno stato di grazia che non era un mezzo per nulla, bensì un’origine e un fine di per sé stesso”. Gabriel García Márquez
È un romanzo che ci racconta delle seconde possibilità che offre la vita proprio nel momento in cui non sembrano essercene più.
È un libro bellissimo, che profuma di acqua tradizioni e magia, e che celebra il potere salvifico della natura e dell’arte, e soprattutto dei piccoli semi che offre la vita dai quali può germogliare l’inaspettata e tanto attesa speranza.
Il libro perfetto da leggere in riva al mare, il libro della mia estate spero anche della vostra.
In fondo tutti noi meritiamo di incontrare casualmente un Bird hotel almeno una volta nella vita.
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Joyce Maynard
Joyce Maynard è una scrittrice e sceneggiatrice americana, giornalista per il New York Times, Vogue, O, The Oprah Magazine, e The New York Times Magazine. Ha pubblicato diciassette libri, tra cui At Home in the World, che racconta la sua relazione da giovanissima con J.D. Salinger. Il suo romanzo To Die For è diventato il celebre film Da morire, così come Labor Day, di prossima pubblicazione per NNE, è stato portato sul grande schermo da Jason Reitman.
A cura di Barbara Aversa
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