PERFIDIA
James Ellroy
DETTAGLI:
Traduttore: Alfredo Colitto
Editore: Einaudi
Genere: Noir
Pagine: 954
Anno edizione: 2024
Sinossi. 7 dicembre 1941. Il Giappone ha bombardato Pearl Harbor. Gli Stati Uniti sono a un passo dalla guerra e a Los Angeles scatta un’ondata di arresti. I cittadini nipponici sospettabili di alto tradimento finiscono dietro le sbarre. La bandiera dell’odio razziale sventola alta, perciò nessuno dovrebbe preoccuparsi quando i quattro membri di una famiglia giapponese vengono trovati morti dentro casa, tanto piú che potrebbe trattarsi di un suicidio rituale. Le indagini, però, partono ugualmente: proprio perché ci si prepara a distruggere e depredare una delle comunità straniere piú ricche e integrate della California, è necessario mostrarsi irreprensibili. Con Perfidia James Ellroy torna alla Los Angeles di Dalia nera e di L.A. Confidential e ci guida in una discesa infernale dentro uno dei periodi piú neri della storia americana.
Recensione di Salvatore Argiolas
Un episodio della vita di James Ellroy costituisce la chiave di lettura della sua intera produzione narrativa. “Il venerdì 20 giugno del 1958 cominciarono le mie vacanze estive. Mio padre venne prendermi.” scrive nel racconto “L’assassino di mia madre” contenuto nel libro “Corpi da reato”.
“Al capolinea mio padre mi mise in un taxi e attese l’autobus per tornarsene a Los Angeles. Il taxi mi lascio a casa.
Vidi tre autopattuglie bianco-nere. Vidi la mia vicina, Mrs. Kryzcki, sul marciapiedi. Vidi quattro piedipiatti in borghese e istintivamente li identificai per tali.
Mrs Kryzcki disse: “Quello lì è il bambino”.
Un piedipiatti mi prese in disparte. “Figliolo tua madre è stata uccisa.”
Questo fatto diventa l’innesco di ogni sua fatica letteraria che gravita inevitabilmente sull’ambiente della polizia di Los Angeles ed è il motivo dell’ambivalenza della sua visone del mondo, da una parte vuole rivivere quel periodo per poter dare una svolta diversa e risolutiva alla morte della madre ma contemporaneamente vuole rendere con forza la violenza, l’abiezione e la corruzione che permeavano la società americana.
“Vivevo per leggere, covare, spiare, pedinare, rintanare e fantasticare” scrive in “Caccia alle donne”, spietata autobiografia dove non nasconde lo scellerato periodo che attraversò prima di trovare la catarsi attraverso la scrittura.
“Il mio romanzo “Clandestino”, scrive sempre in “L’assassino di mia madre”, “è ambientato nel 1951. Si tratta di un resoconto, cronologicamente alterato e pesantemente romanzato, dell’omicidio di mia madre. La storia segue l’ossessione di un giovane piedipiatti: collegare con l’omicidio di un’infermiera dai capelli rossi, avvenuto a El Monte, la morte di una donna con cui si è fatto una sveltina. Tra i personaggi di contorno compare un bambino di nove anni, molto simile a me a quell’età.”
Qualche anno dopo ho scritto “Dalia nera”. Il personaggio del titolo era una vittima di omicidio tanto famosa quanto Jean Ellroy era stata ignorata. Era morta da un anno prima che nascessi, e io mi accorsi della nostra coesione simbiotica nel primo istante in cui ne sentii parlare. (…) volevo che mia madre reagisse, volevo farne l’interprete scoperta dei miei incubi.”
La svolta della sua carriera avvenne proprio nel 1987 con “Dalia Nera” un romanzo ispirato dalla morte di Elizabeth Short “La Dalia Nera” appunto, avvenuto nel 1947. In questo libro Ellroy mette a frutto e porta a compimento tutti i suoi tentativi di ricreare la vita di quegli anni tumultuosi e violenti della Hollywoodland del dopoguerra (solo dopo, nel 1949 perse il suffisso land, diventando la scintillante Hollywood mecca del cinema).
“Dalia Nera” è anche il primo capitolo della cosiddetta “Tetralogia di Los Angeles”, composta anche da “Il grande nulla” “L.A. Confidential” e “White Jazz”, romanzi caratterizzati da una stretta interdipendenza e dal perfezionamento dal metodo di scrittura Ellroy, che ha come punti di forza la brevità delle frasi, la netta predilezione per il dialogo a discapito delle descrizioni e soprattutto la visione cupa e quasi disperata dell’umanità costretta a fare a pugni ogni giorno per avere una speranza di miglioramento che si dimostrerà sempre un’irridente illusione.
“Perfidia” è il primo libro di quella che Ellroy aveva immaginato come una seconda tetralogia di Los Angeles ambientata negli anni quaranta, ma che poi ha deciso di svilupparla come una pentalogia di cui sono stati pubblicati anche il secondo libro, “Questa tempesta” e il terzo “Gli incantatori”.
La distopia è un genere letterario ambientato nel futuro in cui, secondo l’enciclopedia Treccani, si “prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociale tecnologici altamente negativi” ma James Ellroy utilizza la distopia volgendola al passato, isolando dei temi e personaggi storicamente accertati che vengono inseriti in una cornice narrativa complessa e intrigante, dove il filo conduttore è quello della corruzione e della bramosia di potere.
“Avete già discusso della giustizia ufficiale e quella non ufficiale? Whiskey Bill non ti ha spiegato le virtù di una giustizia conveniente?”
“Dudley ha detto:
ti senti ambivalente ragazzo? Sei diviso tra la nozione di una giusta assoluzione e la quantità di sotterfugi necessari per garantire la tua sicurezza? Sto assistendo alla titubante espressione di una fatua solidarietà giapponese?”
Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la base americana di Pearl Harbor nelle Hawaii, in quello che venne poi ricordato come “il giorno dell’infamia” ma qualche ora prima dell’azione militare vennero scoperti i corpi di quattro giapponesi che paiono vittime di un suicidio rituale e anche gli inquirenti sono disposti a credere al Sepukku, il sergente Dudley Smith e soprattutto il chimico della polizia Hideo Ashida, da qualche incongruenza, ipotizzano uno scenario diverso anche se non completamente spiegabile.
Le indagini fatalmente si intrecciano alle conseguenze del raid nipponico, che causeranno le deportazioni di tantissimi giapponesi e americani di origine giapponese in campi di concentramento espressamente costruiti a cui faranno seguito le espropriazioni di beni e immobili di proprietà anche di incolpevoli cittadini di etnia giapponese.
L’isteria collettiva vede dappertutto esponenti di una fantomatica “Quinta colonna”, che poi si rivelerà molto diversa da quanto immaginata comprendendo tanti personaggi tanto ambigui quanto potenti.
“Lavoravano insieme, ma lui si era fregato una bobina di intercettazioni. Se l’era portata a casa e l’aveva ascoltata. Quattro telefonate agghiaccianti. Tutte del ’39. dicevano del “problema giapponese”. Profetizzavano il presente.
La guerra inevitabile. L’inevitabile internamento. La confisca delle proprietà, dei conti correnti. I cinesi come potenziali alleati.”
“Perfidia”, che deve il titolo ad una canzone incisa da Xavier Cugat, molto famosa negli anni Quaranta,colonna sonora del libro, è un altro tassello dell’universo narrativo costruito da James Ellroy, teso a narrare una controstoria americana ma, secondo me. non raggiunge il livello di opere come “Dalia Nera” o “L.A. Confidential” forse perché il periodo di riferimento è lontano da quello in cui ha vissuto la sua tragedia e dove ritrova i suoi punti di riferimento classici.
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James Ellroy
Da I miei luoghi oscuri, sua autobiografia, sappiamo che la madre è stata assassinata nel 1958 a El Monte, dove si erano trasferiti all’indomani del divorzio dei genitori. Il delitto rimase irrisolto. Dopo alcuni anni di convivenza con il padre, rimase orfano anche del padre a 17 anni e iniziò per lui un travagliato periodo dominato dalla droga, che ne minò anche le condizioni fisiche, e da piccoli furti. Venne arrestato e passò dei periodi nella prigione della contea. Iniziò poi la sua attività di scrittore e i suoi libri divennero molto rapidamente dei best-seller internazionali. Oggi è universalmente considerato uno dei più grandi autori di crime degli ultimi trent’anni, e una delle voci più originali e potenti della letteratura americana contemporanea. Tra le sue opere maggiori, la quadrilogia di Los Angeles Dalia nera, Il grande nulla, L.A. Confidential e White Jazz; la trilogia “Underworld Usa” (American Tabloid, Sei pezzi da mille, Il sangue è randagio), il già citato memoir I miei luoghi oscuri; Ricatto, Caccia alle donne, La strada dell’innocenza, Perchè la notte, Tijuana, mon amour, L’angelo del silenzio, Corpi da reato, Prega detective, Clandestino, Il dubbio letale, Jungletown Jihad, Scasso con stupro, Notturni hollywoodiani, Destination: Morgue e Perfidia e Panico. Gli editori di riferimento di James Ellroy in Italia sono Mondadori, Bompiani ed Einaudi. Nel 2024 esce per Einaudi, Gli incantatori.