IL CASO YARA: OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO




A cura di Giulia Manna


Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio

programma televisivo italiano di genere documentaristico sviluppato e diretto da Gianluca Neri, scritto da Carlo Gabardini, Gianluca Neri ed Elena Grillone, realizzato da Quarantadue per Netflix e prodotto da Massimo Rocchi, Gianluca Neri e Marco Tosi.

Il programma, diviso in cinque puntate, segue la vicenda di cronaca nera di Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, scomparsa nel novembre 2010 e ritrovata morta il 26 febbraio 2011. Tra gli intervistati anche Massimo Bossetti e la moglie Marita Comi.


Trama. L’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio sconvolge la cittadina di Brembate di Sopra. Per assicurare il colpevole alla giustizia, il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha come indizio solamente delle tracce di DNA.

Recensione. Novembre 2010. Brembate di Sopra. La tredicenne Yara Gambirasio non fa ritorno a casa dopo il consueto allenamento in palestra a pochi passi da casa. Partono appelli per ritrovare la ragazza. La speranza di ritrovarla in vita viene spezzata il 26 febbraio 2011 quando il corpo viene ritrovato in un campo vicino al luogo della scomparsa.

Le indagini conducono a una traccia di Dna probabilmente imputabile all’assassino e che viene ricondotta a “Ignoto uno”. Gli inquirenti puntano tutto su quella traccia e sembrano escludere le altre possibili piste. Parte una campagna di prelievo del Dna per cercare il presunto colpevole che conduce, con una serie di passaggi che hanno dell’incredibile a Massimo Bossetti. L’uomo prima della vicenda era sconosciuto ai più. Padre di famiglia, sposato con Marita Comi che per mantenere la famiglia faceva due lavori nei cantieri. 

L’uomo quando vede arrivare le auto dei carabinieri scappa e già questo fa pensare alla sua colpevolezza, poi portato in caserma mente agli inquirenti su diversi punti. Ciò nonostante si è sempre professato innocente. La difesa ha giustificato la fuga come paura e le bugie come bugie bianche per difendere la famiglia.

Massimo Bossetti è stato condannato, quindi riconosciuto colpevole oltre ogni ragionevole dubbio.

E’ di questo che discute il documentario Netflix. Mette il dubbio sulla ragionevolezza di questa condanna e non si può dire che non abbia delle fondamenta. Le ha eccome. 

Seguo Gianluca Neri dai tempi di Macchianera, sto parlando di circa venti anni fa. Gianluca segue da anni in caso di Yara e anche che è da tanto tempo che lavora al documentario. Il risultato si vede, perché è interessante e ben fatto.

Questo non vuol dire che  io non abbia qualche critica. Ci sono delle cose che non mi sono piaciute. La prima è  l’uso di alcuni audio dei genitori di Yara che pare non siano stati autorizzati.  Se è vero, lo trovo scorretto anche se penso dimostrino l’amore infinito di una madre, il suo grande dolore, la sua speranza di essere in qualche modo utile alla figlia nel caso in cui fosse ancora viva e potesse sentirli. 

C’è anche un passaggio che seppur corretto per amor di cronaca,  in quanto rincara la dose sull’esistenza di altre piste che forse non sono state vagliate come da dovere dalle autorità, non avrei riportato. E’ ovvio che quando si cerca di insinuare la legittimità di una condanna, si cercano di esaminare le alternative, però nel rispetto della famiglia, una testimonianza non l’avrei riportata.

Quella tesi era già forte e sostenuta da diverse questioni non chiare. Sono costretta ad essere un po’ vaga per non influenzare chi non ha ancora visto questo documentario. 

Non fraintendetemi, Gianluca Neri e il suo team fanno un ottimo lavoro.

Ha rivoltato il caso come un calzino. I dubbi sul caso ci sono e sono motivati. Recensioni e commenti sul documentario sembrano essere concordi su questo. Ci sono molti punti strani in questa vicenda. Punti che andavano chiariti prima di condannare qualcuno all’ergastolo. 

Yara e la sua famiglia meritano giustizia, ma non c’è giustizia se in carcere ci fosse un innocente. 

Consigliato, ma si raccomanda di partire preparati, perché è straziante a dir poco. 

Buona visione! 🎬