Sto mentendo




Maria Elisa Aloisi 


Editore: Mondadori

Genere: Giallo, legal thriller 

Pagine: 270

Anno edizione: 2024

Sinossi. È un’alba di novembre, e l’Etna ha appena sputato cenere su tutta Catania quando, nel suo appartamento in pieno centro, ritrovano il corpo di Carlo Spadaro, un geriatra sul quale pendeva la più infamante delle accuse: aver abusato della figlia. Dell’omicidio viene imputato il suo datore di lavoro, Damiano Crisafulli, che con la vittima aveva avuto recenti e incendiate discussioni. Dopo alcuni mesi, e per strane vie traverse, ad assumerne la difesa è chiamata Emilia Moncada – “Ilia” per gli amici – una giovane penalista con una passione sincera per la Legge, una spiccata fobia a parlare in pubblico e una vita sentimentale aggrovigliatissima. Ma anche con un gran talento a leggere nell’anima dei clienti, nelle carte di un processo e nei segreti annidati tra le pieghe di un delitto. Il caso però mostra molte, troppe spine: Damiano aveva un ottimo movente per uccidere, è senza alibi e sulla scena del crimine sono state ritrovate tracce della sua presenza. E poi sa essere sgradevole, come uomo è tutto tranne che irreprensibile. L’esito del processo, insomma, appare scontato e il cammino intralciato da una girandola di bugie. In aula, infatti, ognuno sembra avere un buon motivo per mentire. Impegnata nel gestire questioni familiari e dilemmi del cuore, riuscirà Ilia a portare a galla la verità?

 Recensione di Salvatore Argiolas

La verità non esiste” afferma Ilia Moncada, la giovane avvocata già protagonista dell’ottimo “Il canto della falena”, giallo vincitore del prestigioso Premio Tedeschi 2021, e ne è tanto convinta da considerarla la regola principale nello svolgimento della sua professione.

Del resto già Friedrich Nietzsche aveva già intuito che “i fatti non esistono, ma esistono solo le interpretazioni” come scrisse ne “La volontà di potenza” e dopotutto, in “Gli assassini della via Morgue”, considerato l’esordio della narrativa gialla, il cavalier Dupin incontra proprio un caso di verità soggettiva quando diversi testimoni di varie nazionalità identificano le urla emesse da un gorilla come lingue di nazioni che non conoscono e tali deposizioni vengono fatte con la più grande sincerità.

La trama di “Sto mentendo” orbita, come suggerisce anche il titolo, proprio sul concetto di menzogna e di verità tanto che in un colloquio tra Ilia Moncada e la zia Ofelia, che ricorda molto il metodo socratico della maieutica”, si trova uno dei punti cardine del romanzo ( e dei gialli in genere):

“E l’imputato, ritieni sia innocente?” mi domandò non appena finii di esporle i fatti.

Lui afferma di sì”. Lo sai è la prassi: sono sempre tutti innocenti.”

Però quando credi che il tuo cliente sia innocente, anche senza volerlo ti impegni di più. O no?”

“E’ vero”, fui costretta ad ammettere mio malgrado.” “Vedi che allora non hanno tutti i torti a mentirti?”

La maieutica, ispirata a Socrate dalla madre ostetrica, (maieutica in greco significa “arte della levatrice”,) è basata su domande e risposte che piano piano portano a raffinare la base della discussione eliminando gli elementi spuri e distillando un punto d’arrivo convergente e Ilia Moncada la esercita in modo ottimale:

Da quando ero diventata avvocato, avevamo ripreso quest’abitudine (di formulare ipotesi sull’autore del delitto). Parlare con lei dei miei processi spesso era utile per chiarirmi le idee, e potevo contare sempre sul suo riserbo.”

Il titolo “Sto mentendo” ricorda il paradosso del mentitore, uno dei più noti dell’età classica che viene attribuita al cretese Epimenide che disse che “Tutti i cretesi sono bugiardi” innescando un corto circuito logico senza soluzione perché se Epimenide avesse avuto ragione smentiva la sua stessa affermazione mentre mentendo avrebbe contraddetto sé stesso in quanto tutti i Cretesi sarebbero stati sinceri, compreso lui, che però stava mentendo.

Ilia Moncada si trova proprio in un dibattimento dove tutti mentono, per i motivi più disparati e deve, con la solita presenza di spirito, riuscire a scansare diverse trappole predisposte dal caso, dal pubblico ministero e anche dalle persone coinvolte nell’inchiesta che hanno molto da nascondere e che creano una cortina di bugie e di mezze verità.

Ogni processo è un micromondo abitato da falsari di parole, in cui prima o poi tutti mentono per le ragioni più disparate. In un ipotetico inferno dantesco, ogni causa penale incarna la decima bolgia, è un pozzo dove galleggiano menzogne.”

Un titolare di una catena di cliniche per anziani viene accusato di aver ucciso un dipendente qualche ora dopo aver avuto con lo stesso un furibondo litigio e tutti gli indizi corroborano le teorie accusatorie degli inquirenti.

L’avvocato Ilia Moncada interviene in ritardo nel processo, in quanto chiamata a sostituire un principe del foro che accusa problemi di salute e in breve tempo si rende conto che ha margini di manovra per poter trovare falle nelle ipotesi dell’accusa.

Si immagina l’avvocato come un creatore di artifici, un tessitore di raggiri, un manipolatore della realtà.

Chi indossa la toga con convinzione, invece, non va a caccia di cavilli, combatte un sistema inquisitorio sommario, si batte per un processo equo perché, mentre tutela i diritti di un singolo uomo, sta garantendo quelli di un’intera collettività.”

In una Catania coperta e oscurata dalle polveri vulcaniche dell’Etna, e caratterizzata in modo ottimale, l’avvocata segue una sua pista che in breve la porta a formulare uno scenario alternativo che sfocia in un finale con deduzioni che ricordano i migliori romanzi di Ellery Queen

Alternando con bravura scene processuali con momenti di vita familiare e personale dell’avvocata Ilia Moncada, Maria Elisa Aloisi crea una trama intrigante ed estremamente plausibile che mette in evidenza problemi di estrema drammaticità e, assieme al primo episodio della serie, pone in primo piano nella letteratura gialla italiana un nuovo personaggio di grande impatto.

“Sto mettendo” è un legal thriller di spessore che non teme nessun raffronto con i più celebrati gialli processuali americani e ci mette di fronte a tanti interrogativi che riguardano la soggettività della verità che ognuno considera secondo parametri molto personali, frutto di continui adattamenti, anche inconsci, per farcela sembrare consolatoria.

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Maria Elisa Aloisi


è nata a Lentini e vive a Catania, dove lavora come avvocato penalista. Ha pubblicato nel 2019 Fiutando il vento (premio Il Borgo Italiano), Il canto della falena (Il Giallo Mondadori, 2023, premio Tedeschi 2021), e il romanzo per ragazzi Il mistero di Villa Polifemo (Il Battello a Vapore, 2024).