Carlo Calabrò
Editore: Marsilio
Genere: Thriller
Pagine: 224
Anno edizione: 2024
Sinossi. Per l’ingegner Florian Kaufmann, nato e cresciuto nella prevedibile tranquillità della Svizzera, l’animale più pericoloso dell’Amazzonia non è né il caimano, né il giaguaro. Kaufmann ha un problema soprattutto con gli esseri umani, e in particolare con quelli del minuscolo villaggio brasiliano di Araxá do Oeste, dove il suo sogno d’impresa ecologica ed etica si sta rivelando un probabile fallimento. E proprio quando sembra che gli affari possano finalmente andare per il verso giusto, i suoi progetti vengono stravolti, costringendolo a barcamenarsi tra poliziotti incapaci, concorrenti senza scrupoli, zelanti assicuratori e una rete di criminali pronta ad assoldarlo. O forse a farlo fuori. La logica, in Brasile, raramente è lineare. La ricerca della verità porterà Kaufmann a riconsiderare le sue scelte personali e professionali, obbligandolo a riesaminare i suoi principi morali e ad accettare i suoi limiti e le sue debolezze; e, infine, a fare una scelta radicale e risolutiva. Un originale e avventuroso thriller nella foresta amazzonica, tra conflitti ambientali, inganni, dilemmi morali e sviluppi imprevedibili.
Recensione di Giusy Ranzini
“Meccanica di un addio” è un romanzo che si inserisce perfettamente nel filone del thriller ambientale, un sottogenere sempre più popolare, soprattutto alla luce delle attuali preoccupazioni legate alla sostenibilità e alla preservazione dell’ambiente.
La storia ci porta nel cuore dell’Amazzonia, dove il protagonista, l’ingegnere svizzero Florian Kaufmann, cerca di conciliare i suoi ideali ecologici con la dura realtà economica e sociale di un contesto ostile e imprevedibile come quello brasiliano.
Uno degli aspetti più riusciti del romanzo è la capacità dell’autore di creare un clima di tensione costante, in cui il lettore è sempre sul filo del rasoio, incerto su chi siano i veri amici o nemici del protagonista.
Kaufmann deve fare i conti con poliziotti incompetenti, concorrenti spietati e assicuratori zelanti, ma il vero pericolo è rappresentato da una rete di criminali che vede in lui un possibile alleato o una minaccia da eliminare. In questo contesto, la logica alla quale Kaufmann è abituato si rivela inutile: la linearità che caratterizza il suo modo di pensare e agire si scontra con una realtà dove le regole sono fluide, e dove l’imprevedibilità regna sovrana.
L’autore riesce a costruire una trama solida, ma ciò che rende il romanzo particolarmente interessante è la complessità del personaggio di Kaufmann e il suo arco di trasformazione.
La sua ricerca della verità non è solo esterna – volta a scoprire chi sta sabotando i suoi progetti e perché – ma anche interna.Kaufmann è costretto a riconsiderare le sue scelte personali e professionali, a mettere in discussione i suoi principi morali e a confrontarsi con i propri limiti e debolezze.
La sua evoluzione è lenta, dolorosa e realistica, e lo porta a prendere una decisione radicale che cambia la sua vita per sempre.
Il titolo del romanzo, Meccanica di un addio, riflette perfettamente il percorso del protagonista. L’addio non è solo fisico, ma anche emotivo e psicologico. Kaufmann deve dire addio alle sue certezze, ai suoi sogni idealistici, ma anche a una parte di sé stesso che non è più compatibile con la realtà che sta vivendo.
È un processo meccanico, quasi inevitabile, che si sviluppa attraverso i continui fallimenti, le scoperte amare e i compromessi che Kaufmann è costretto ad accettare.
L’ambientazione è un altro punto di forza del romanzo. La foresta amazzonica, con la sua bellezza pericolosa e il suo fascino misterioso, non è solo lo sfondo della storia, ma un vero e proprio personaggio.
L’autore descrive con grande abilità l’atmosfera opprimente e selvaggia della giungla, rendendo palpabile il senso di isolamento e vulnerabilità che il protagonista sperimenta. La natura diventa una metafora della condizione umana: selvaggia, imprevedibile e spesso indifferente alle regole e alle logiche che gli esseri umani cercano di imporle.
Un altro tema centrale del romanzo è quello del conflitto tra Nord e Sud del mondo, tra l’ordine e la disciplina del primo e il caos e la flessibilità del secondo. Kaufmann rappresenta l’uomo occidentale, abituato a un sistema di regole e procedure ben definito, che si scontra con un contesto dove la corruzione, l’inefficienza e la criminalità sono parte integrante del tessuto sociale.
Questo scontro culturale è trattato con grande sensibilità, evitando facili stereotipi e offrendo invece una riflessione profonda sulle difficoltà e i malintesi che possono nascere quando due mondi così diversi entrano in contatto.
Infine, Meccanica di un addio non è solo un thriller, ma anche una riflessione sui dilemmi morali e sulle scelte difficili che gli individui sono chiamati a fare in situazioni di crisi. Kaufmann è costretto a confrontarsi con il suo stesso concetto di etica e a prendere decisioni che mettono in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.
Il romanzo solleva domande profonde su quanto siamo disposti a sacrificare per mantenere la nostra integrità morale e su quanto possiamo adattarci a un mondo che spesso sembra non avere spazio per i principi etici.
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Carlo Calabrò
è nato a Palermo. Bioingegnere per formazione, sceneggiatore e attore per passione, in un paio di vite precedenti è stato anche consulente, banker e imprenditore tra Parigi e San Paolo. Sposato, due figli, vive e lavora a New York.