La casa della luce




Yokohama Ogawa


Traduttore: Mimma De Petra

Editore: Il Saggiatore

Genere: Raccolta di racconti

Pagine: 200

Anno edizione: 2024


Sinossi. La Casa della luce è un’opera unica in tre movimenti: tre racconti raggelanti di una delle più importanti autrici giapponesi contemporanee; tre donne dalla vita apparentemente serena e banale, che si trovano a fronteggiare l’abisso, inatteso, che si fa strada in loro. Una clinica, un pensionato studentesco e un orfanotrofio: sono questi i luoghi familiari e assieme sconosciuti in cui le protagoniste di queste storie proiettano i ricordi di un passato cristallizzato e vivono un presente sospeso e immobile. Edifici essenziali, anonimi, talvolta austeri o asettici, luminosi e insieme tetri, nei quali il tempo trascorre con l’estrema lentezza delle gocce che cadono da un soffitto logoro, tra i gesti di una routine descritta con glaciale precisione. Nel primo racconto una ragazza documenta con cinismo e crescente morbosità i nove mesi di gravidanza della sorella maggiore. Nel secondo, una donna, assillata da un rumore che rimbomba nella sua testa, torna nella residenza studentesca in cui ha vissuto durante gli anni dell’università per accompagnare suo cugino; proprio lì, dove un ragazzo è sparito inspiegabilmente. Nel terzo, un’adolescente descrive la sua vita dentro una casa-famiglia gestita dai propri genitori, nella quale si sente la più orfana tra gli orfani e finisce per coltivare invidie, pericolose vendette e un inconfessabile amore. Nella Casa della luce Yoko Ogawa racconta l’inquietudine della normalità: la crepa che d’improvviso appare tra le nostre illusioni di sicurezza e che minaccia di distruggere tutto ciò che abbiamo costruito un gesto alla volta, un sussurro alla volta, come «api sotto la pioggia».

 Recensione di Ilaria Bagnati


In questi tre racconti la Ogawa racconta la storia di due ragazze e una donna che affrontano la loro quotidianità ognuna con i propri mezzi.

Nel primo racconto una ragazza descrive in modo morboso la gravidanza della sorella maggiore. Racconta delle sue visite, della sua nevrosi, del suo corpo che cambia, delle nausee e delle sue voglie, in attesa che partorisca nella clinica dalla quale erano attirate lei e la sorella da piccole.

Nel secondo racconto una donna annoiata aspetta di raggiungere il marito in Svezia. A spezzare la routine è la chiamata del cugino che ha bisogno di aiuto per trovare un dormitorio dove vivere mentre frequenta l’università. Lei lo aiuta a trasferirsi nel dormitorio dove ha vissuto lei e dove vive un uomo particolare. Peccato che il cugino sparisca nel nulla cosí come è accaduto ad un altro studente.

Nel terzo racconto incontriamo una ragazzina che vive nella comunità La Casa della luce gestita dai suoi genitori. Lei è l’unica ad avere dei genitori presenti ma si sente terribilmente sola. Questa situazione la porta ad avere pensieri e comportamenti sadici.

Questi racconti sono accomunati da un linguaggio crudo, affilato e molto dettagliato. C’è un interesse molto preciso ai corpi umani, l’autrice descrive in maniera quasi maniacale parti del corpo di alcuni personaggi. La Ogawa è molto brava a descrivere i dettagli degli edifici, i suoni, gli odori, luci e ombre.

Nulla è lasciato al caso e durante la lettura si ha sempre la sensazione che stia per succedere qualcosa, che ci sia qualcosa fuori posto, si percepisce sempre un’atmosfera tesa.

La Ogawa, non a caso, è una delle autrici giapponesi contemporanee più apprezzate, se amate la letteratura giapponese dovete conoscerla.

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Yoko Ogawa


(Okayama, 1962) è una delle più importanti scrittrici giapponesi contemporanee. Il Saggiatore ha pubblicato Hotel Iris (2009), Profumo di ghiaccio (2011), La formula del professore (2015), Nuotare con un elefante tenendo in braccio un gatto (2015), L’isola dei senza memoria (2018), Vendetta (2021).

A cura di Ilaria Bagnati

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