DANIELE MENCARELLI
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
Pagine: 180
Anno edizione: 2024
Sinossi. Da quattro anni Gabriele Bilancini non tornava a casa. Casa è il quartiere Tuscolano a Roma, dove è nato e vissuto insieme ai genitori, la sorella e una compagnia di amici inseparabili. Oggi Gabriele abita a Milano ed è tra i dieci designer emergenti più quotati al mondo. È uno che ce l’ha fatta: l’esempio perfetto di come si possa essere artefici della propria sorte. A credere in lui e a lanciarlo è stato Franco Zardi in persona, un guru del design mondiale, che ha riconosciuto in Gabriele la grazia del talento. Da quel momento, la sua vita si è trasformata, ha preso a correre a un ritmo frenetico alimentandosi di adrenalina e soddisfazioni, non ultima l’incontro e l’amore con Camilla, la figlia di Zardi. E ora, dopo quattro anni, torna. A casa tutto è rimasto identico, a partire dalla vita dei suoi amici, come se il tempo non fosse trascorso, stesse abitudini, stesse giornate – al posto della scuola il lavoro – che si concludono ai tavolini del bar del sor Antonio. L’abbraccio in cui lo avvolge il suo passato è la cosa più dolce e al contempo soffocante che potesse ricevere e lo costringe a prendere atto della frattura che lo abita. “Si vergogna della sua famiglia, della terra che lo ha allattato. Nel mondo che frequenta ora, quello dei ricchi, la nasconde come si nasconde un peccato. Da una parte le sue origini, dall’altra Milano e il suo presente di alto rango.” Quella che ha spinto Gabriele a disegnare è una passione vera, bruciante, su cui lui ha puntato tutto, uscendone vincitore. Eppure, una volta realizzato, il sogno non dà la felicità attesa. Cura poetica della lingua e potenza dei sentimenti si distillano con stupefacente limpidezza in un romanzo dal ritmo velocissimo. Mencarelli ci offre il quadro appassionante, la tranche de vie, di un quartiere della periferia romana che potrebbe essere una qualsiasi periferia, concreta ed esistenziale, in cui il protagonista coltiva un desiderio di esprimersi che non si appaga mai, un bisogno di appartenenza che non sa come incarnarsi.
Recensione di Cinzia Passaro
“Brucia l’origine” é decisamente diverso da tutti i romanzi precedenti di Daniele Mencarelli essendo forse meno spontaneo, meno introspettivo. Offre tuttavia un’affascinante esplorazione della vita di Gabriele Bilancini, il protagonista, un giovane designer romano che si trova a confrontarsi con le sue radici e la sua identità.
La narrazione si articola attorno a un contrasto significativo tra la vita di Gabriele a Roma, dove torna dopo 8 anni, circondato da un gruppo di amici, la cui vita sembra non avere subito alcun cambiamento e con cui condivide esperienze intense e autentiche, e la sua esistenza milanese, caratterizzata da un ambiente più professionale e distante.
Gabriele è un personaggio complesso, le cui esperienze sono influenzate dalla sua famiglia. La figura del padre Mauro e della madre Tania rappresentano una parte del suo passato che spesso lo tormenta. La sorella Giorgia, con le sue dinamiche familiari, aggiunge ulteriori strati alla sua identità, rendendo il protagonista un individuo in continua ricerca di equilibrio tra il legame con le proprie origini e le aspirazioni moderne.
A Roma, Gabriele vive una realtà più spensierata e vivace, circondato da amici che lo comprendono e lo sostengono. Questa dimensione di amicizia è fondamentale per lui, poiché rappresenta un rifugio dalla pressione e dalle aspettative che sente a Milano, dove il suo mentore Franco Zardi e la fidanzata Camilla incarnano un modo di vivere che sembra distante dalla sua autenticità. Franco, con la sua professionalità e il suo approccio pragmatico, offre a Gabriele modelli di successo, ma al contempo lo allontana dalla sua essenza più genuina.
La contrapposizione tra l’ambiente romano e quello milanese diventa una metafora del conflitto interiore di Gabriele. A Roma, può essere se stesso, a Milano, invece, è costretto a indossare maschere e a conformarsi a standard che sente estranei. Questo dualismo evidenzia la lotta di Gabriele per trovare un equilibrio tra le sue aspirazioni professionali e il desiderio di autenticità.
Gabriele Bilancini sviluppa una visione complessa e sfumata riguardo al denaro e al successo, che si allontana dall’idea comune che questi elementi possano garantire la felicità. Attraverso le sue esperienze personali e le interazioni con gli altri personaggi, emerge un forte messaggio che invita a riflettere su cosa significhi veramente essere felici.
Gabriele osserva come il mondo del design e della moda, in cui è immerso a Milano, possa sembrare superficiale e dominato da valori materialistici. La pressione per ottenere successo e guadagni economici è palpabile, e molti intorno a lui sembrano misurare il valore delle persone in base al loro status sociale e alla loro capacità di accumulare beni. Tuttavia, Gabriele si rende conto che questa ricerca di approvazione esterna e di riconoscimento non porta a una soddisfazione duratura.
Per lui, la felicità non è collegata al possesso di denaro o al raggiungimento di un certo successo professionale, ma piuttosto alle relazioni autentiche e ai legami affettivi. La vita a Roma, con i suoi amici e la sua spontaneità, rappresenta per Gabriele una fonte di gioia e di realizzazione che supera di gran lunga qualsiasi traguardo materiale. La sua riflessione si basa sull’idea che le esperienze condivise, l’amore e l’appartenenza sono ciò che realmente arricchisce la vita.
Inoltre, Gabriele si scontra con l’assenza di felicità anche tra coloro che hanno raggiunto il successo. Le figure come Franco Zardi, pur essendo rispettate e ammirate nel loro campo, non sembrano sempre vivere una vita piena e soddisfacente. Questo contrasto lo porta a comprendere che la vera realizzazione personale deriva dalla connessione con le proprie radici, dalla comprensione di sé e dall’accettazione delle proprie vulnerabilità.
Gabriele Bilancini rappresenta una voce critica nei confronti di una società che spesso misura il valore delle persone attraverso il denaro e il successo. La sua esperienza personale dimostra che la felicità autentica si trova nelle relazioni significative e nell’accettazione di sé, piuttosto che nell’accumulo di beni materiali o nel raggiungimento di traguardi superficiali.
Mencarelli riesce a tratteggiare con delicatezza e profondità questo viaggio emotivo, rendendo Gabriele un protagonista con cui è facile identificarsi. La sua ricerca di appartenenza e comprensione si riflette in un contesto sociale e familiare complesso, invitando il lettore a riflettere sulle proprie origini e sul significato di “casa”. “Brucia l’origine” è dunque non solo la storia di un giovane designer di umili origini catapultato nel jet society milanese, ma un’affermazione universale sulla necessità di riconnettersi con se stessi, le proprie radici e le relazioni che ci definiscono.
Un romanzo che consiglio di leggere in quanto l’autore riesce a trasmettere emozioni profonde, creando personaggi ben delineati e autentici. La narrazione è caratterizzata da una forte tensione emotiva, che coinvolge il lettore in un percorso di riflessione. La scrittura di Mencarelli è fluida e affascinante, capace di dipingere paesaggi interiori e esteriori con grande sensibilità.
Il romanzo affronta anche questioni sociali e culturali, invitando a una riflessione sulle radici e sull’importanza di riconoscere e accettare il proprio passato.
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Daniele Mencarelli
Daniele Mencarelli, poeta e narratore, nasce a Roma nel 1974. La sua più recente opera poetica è Degli amanti, non degli eroi (Mondadori, 2024). Del 2018 è il suo romanzo d’esordio, La casa degli sguardi, Mondadori (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima). Nel 2020 esce Tutto chiede salvezza, Mondadori (finalista al premio Strega, vincitore del premio Strega Giovani, del premio Segafredo Zanetti-un libro un film, e del premio Anima per il sociale). Da questo romanzo è stata tratta per Netflix la serie omonima, con regia di Francesco Bruni. Sempre tornare (Mondadori, 2021, premio Flaiano) chiude la sua ideale trilogia autobiografica. Nel 2023, sempre per Mondadori, è uscito Fame d’aria (premio Clara Sereni). Collabora, scrivendo di cultura e società, con quotidiani e riviste.