Un uccellino mi ha detto




Susan Fletcher


Traduttore: Matteo Camporesi

Editore: Rizzoli

Genere: Giallo

Pagine: 432

Anno edizione: 2024


Sinossi. Florrie Butterfield ha avuto una vita piena, ricca di avventure e viaggi in paesi esotici, di grandi affetti, amicizie, passioni. Adesso che a ottantasette anni si è stabilita a Babbington Hall, una tranquilla casa di riposo nell’Oxfordshire, è convinta che il futuro non le riserverà più colpi di scena. Confinata su una sedia a rotelle dopo uno stupido incidente domestico, non può tuttavia rinunciare all’antica curiosità, che ora fa di lei un’osservatrice attenta dell’angolino di campagna inglese che la circonda. Quando la sera del solstizio d’estate la direttrice della casa di riposo precipita dalla finestra del suo alloggio, l’evento viene archiviato come il gesto disperato di una donna triste e sola, dall’esistenza irrimediabilmente scialba. Ma Florrie è di un altro avviso, e un rovello comincia ad assillarla. Spalleggiata da un ex professore di latino con un debole per le bretelle sgargianti, cercherà di fare luce sull’accaduto, spingendo la sua sedia a rotelle lungo i giardini rigogliosi e i corridoi scricchiolanti di Babbington, spillando confidenze a tutta una serie di personaggi indimenticabili nella loro incontrastata fragilità: le cosiddette sorelle Ellwood, irrefrenabili impiccione, la snobissima Marcella Mistry, e un ex buttafuori convertito alla Chiesa, ora ribattezzato reverendo Joe. Florrie non chiede di meglio: potersi mettere in gioco, ancora una volta, e lanciarsi con rinnovata gioia in un’avventura capace di risvegliare ricordi, sentimenti, e il brivido inebriante di un sogno tutto da vivere.

 Recensione di Ilaria Bagnati


Florrie ha ottantasette anni vissuti pienamente, ha amato, è stata amata, ha conosciuto l’amicizia quella vera, ha avuto una famiglia di supporto.

Ora la donna vive in una casa di riposo perché dopo aver perso una gamba in un incidente domestico non è più autosufficiente. Florrie però non si abbatte e a Babbington è sempre carina con tutti, solare, di buona compagnia.

La donna crede ormai che le sorprese brutte o belle che siano facciano parte del passato, invece la casa di riposo la farà ricredere. In una notte di tempesta Renata, la direttrice della struttura, cade dall’abbaino e precipita proprio davanti alla finestra della camera di Florrie. Tutti pensano che abbia tentato il suicidio, in fin dei conti è una donna solitaria, apparentemente triste e senza interessi e svaghi.

Florrie però non ne è convinta perché lei il giorno prima ci ha parlato e non le ha dato l’impressione di volersi suicidare. E’ possibile che si stia sbagliando così tanto?

Florrie quindi decide di indagare insieme a un amico ex professore, interroga il personale, i residenti, il parroco e chiunque possa sapere qualcosa. Questa indagine personale risveglia nella donna tanti ricordi, sensazioni ed emozioni che sono ancora molto vivide e delle quali vorrebbe rendere partecipe Renata.

Scopriamo così una donna fuori dagli schemi per il suo tempo, che ha viaggiato, ha vissuto come voleva amando in modo appassionato e prendendo decisioni molto felici e altre davvero dolorose. Florrie è un esempio di libertà, di amore per sé stesse, di autodeterminazione.

Un uccellino mi ha detto è un giallo davvero apprezzabile, ironico, semplice nella trama ma interessante per tutti gli spunti di riflessione.

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Susan Fletcher


è nata nel 1979 nel Mid west. Ha publicato due romanzi Eve Green (2004), con il quale ha vinto il whitebread First Novel Award, e Oystercatchers (2007), entrambi grandi bestsellers negli USA.

A cura di Ilaria Bagnati

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