Gabriella Genisi
Editore: Sonzogno
Genere: Giallo
Pagine: 192
Anno edizione: 2025

Sinossi. 16 marzo, Bari. In una delle strade del quartiere murattiano viene rinvenuto il cadavere di una donna, che pare essersi gettata dal balcone del suo appartamento. Quando Lolita Lobosco arriva sul posto, però, capisce subito che non si tratta di un gesto avventato, bensì di un omicidio. La vittima è Margherita Colonna, direttrice della filiale di un istituto di credito, recentemente separata e in una nuova relazione, eppure priva di grandi affetti. Ma c’è dell’altro: la donna è spaventosamente simile a Lolita. La commissaria Lobosco – ancora intenta, dopo un fugace capodanno a Torino, a superare la rottura con Caruso – si ritrova così a dover fare luce sulla vita di una donna sola, giudicata da colleghi e parenti come avida e priva di empatia, ossessionata dai soldi e dall’ostentazione del lusso. Con la tenacia che la contraddistingue, Lolita inizia a seguire molteplici piste, sulla scia di un passato oscuro e burrascoso che smuoverà insospettabili fili nascosti. Accanto a Lobosco tornano Esposito e Forte, le immancabili spalle che l’affiancano ormai da anni nelle sue inchieste, l’amica Marietta – con una stramba proposta a cui la commissaria non riesce a smettere di pensare –, e un nuovo amore, passionale quanto inaspettato.
Recensione
di
Edy Stagnetti
In una Bari ormai promossa a pieni voti come meta del turismo internazionale, il crimine comunque non va mai in vacanza e così la commissaria Lolita Lobosco si trova tra le mani un nuovo caso di omicidio.
L’evento criminoso -in prima battuta classificato come suicidio, poi rivalutato come l’ennesimo, intollerabile femminicidio- presenta una peculiarità: la vittima, Margherita Colonna, avvenente direttrice di banca, somiglia straordinariamente a Lolita. Una somiglianza che sconvolge parenti, colleghi, conoscenti della prima e che dà -e darà- molto da pensare alla seconda.
“…si avvicinò al cadavere, sollevò il lenzuolo e restò a guardare il corpo come ipnotizzata: quella donna era la sua controfigura”.
Il personaggio di Margherita è ricostruito a dovere sotto tante diverse prospettive. Emergono la sua infelicità per il matrimonio con l’uomo sbagliato, la solitudine, la ‘malattia’ del lusso e dell’acquisto compulsivo, strumenti di compensazione, questi ultimi, di una vita nel complesso poco gratificante.
Insomma, pur non essendo fisicamente presente tra le pagine, la vittima figura a buon diritto tra i principali attori del romanzo.
Mentre l’inchiesta procede tra alti e bassi, abbiamo l’opportunità di apprezzare il metodo di lavoro di Lolita Lobosco: precisissima, mai avventata, dotata di grande praticità, sempre nella giusta misura ironica e pungente, la commissaria è arrivata anche al punto di poter rivendicare con orgoglio i tanti successi che hanno costellato la sua carriera e di difendere in genere l’operato delle donne che svolgono il suo stesso lavoro:
“Le donne hanno un approccio diverso all’investigazione. Rispetto agli uomini, che puntano tutto sulla tecnica, noi utilizziamo quella e in più facciamo affidamento sul sesto senso, sull’intuizione, perfino sui sogni.”
E poche righe dopo:
“Non trascuriamo nulla, accumuliamo sensazioni e dettagli e poi tiriamo le somme esattamente come facciamo con i conti della spesa. Quando tutto torna, abbiamo in mano il colpevole.”
Come di consueto, poi, nel mirino dell’autrice è non solo la vita professionale della protagonista, ma anche quella privata, spesa tra amicizie di una vita e amori vecchi e nuovi.
Di fronte alla solitudine che ha segnato l’esistenza della vittima, risalta la figura di Marietta, l’amica ‘geniale’, diremmo, talmente legata a Lolita da essere a volte persino invadente e poco delicata nei suoi confronti, sebbene sempre animata dalle migliori intenzioni.
Una Lolita che appare ormai giunta alla piena coscienza di sé, come professionista, dicevamo, ma anche come donna: consapevole delle scelte compiute e di quelle ancora da compiere, è in procinto di introdurre alcuni importanti cambiamenti nella sua quotidianità.
La fluidità del narrato e il gusto per la battuta salace non impediscono certamente a Genisi di affrontare tematiche di rilievo.
Ad esempio, la triste fine riservata a Margherita è l’occasione per riflettere sulla piaga dei femminicidi:
“Margherita era una delle tante, troppe donne uccise in Italia dal partner ogni anno. Quasi una al giorno, perfino una ragazzina tredicenne spinta dal settimo piano di uno stabile. Quando sarebbe finita quella mattanza?”
Le pressioni subite da Lolita da parte del questore, che minaccia addirittura di toglierle il caso accusandola di non indagare a dovere, offrono una fotografia piuttosto realistica dell’inaccettabile trattamento ancora riservato alle donne in molti luoghi di lavoro.
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Gabriella Genisi
è nata e abita a pochi chilometri da Bari. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio di Lolita Lobosco, protagonista dei romanzi pubblicati da Sonzogno che hanno ispirato la fortunata serie tv trasmessa su Rai 1: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all’Assassina (2015), Mare nero (2016), Dopo tanta nebbia (2017) e I quattro cantoni (2020). Per Rizzoli sono usciti Pizzica amara (2019) e La regola di Santa Croce (2021).
A cura di Edy Stagnetti