Vendetta a Venezia




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Philip Gwynne Jones

Traduzione: Ginevra Massari

Editore: Newton Compton Editori

Pagine: 352

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Per il console inglese Nathan Sutherland, l’invito a un evento esclusivo, durante la Biennale di Venezia, sembra proprio l’occasione ideale per trascorrere una giornata piacevole a base di vino e chiacchiere con alcuni esponenti di spicco del mondo dell’arte. Il tramonto getta sulla laguna una luce incantevole, ma l’atmosfera si fa improvvisamente tragica quando uno dei più famosi critici d’arte al mondo viene decapitato da una delle istallazioni del padiglione inglese. Sembrerebbe un terribile incidente, ma nella tasca della vittima viene ritrovata una cartolina: rappresenta Giuditta che taglia la testa a Oloferne. Ed è solo l’ultima di una lunga serie: ne sono state già inviate altre con risultati letali. Man mano che la lista dei morti si allunga, Nathan si avvicina sempre di più alla verità. Ma quando riceverà una cartolina che rappresenta la morte armata di falce, quella che era partita come un’indagine si trasformerà in una corsa contro il tempo per salvare la sua stessa vita.

Recensione

Se dopo aver letto Vendetta a Venezia avvertite un irrefrenabile desiderio di:

  • esaudire all’istante ogni richiesta del vostro piccolo, adorabile tiranno felino (se non ne avete ancora adottato uno, genuflettetevi di fronte al gatto del vicino di pianerottolo, della zia, della coppia di amici… o dinanzi a un bel randagio, che poi porterete a casa)
  • precipitarvi a Venezia e perdervi tra calli e campi misteriosi
  • visitare una mostra, partecipare a un vernissage, leggere l’abstract di un’opera contemporanea senza porvi troppe domande sul loro significato recondito o sul reale messaggio dell’artista, ma soltanto lasciandovi tentare, stupire e incantare al cospetto di un’installazione luminosa/sonora/tattile/eccetera eccetera
  • cucinare piatti appetitosi e salutari ascoltando progressive rock
  • ordinare pesciolini misti, cicheti, uno spritz flambé, un Negroni, un prosecco o tutto quanto insieme, incuranti dell’ora
  • cimentarvi nella sublime arte della lavorazione del vetro (in questo caso, per favore, fate attenzione ed evitate i movimenti bruschi!)

significa che Philip Gwynne Jones ha colto nel segno e che il suo nuovo romanzo è davvero “Un grande thriller”… contagioso!

Io ho fatto l’en-plein, lo confesso, e quando un libro ti trascina così tanto nel suo mondo di parole, immagini e musica, secondo me è un ottimo segno.

Abbiamo la cornice, la Biennale di Venezia; abbiamo un protagonista, il console inglese (volontario) Nathan Sutherland, Peter Pan senza rimedio – ma desideriamo davvero che cresca e che cambi? – e abbiamo il caso da risolvere, una serie di morti e aggressioni connessi a quadri famosi, con conseguenti indagini, teorie, piste: uno schema tutto sommato classico, che ricorda Cluedo (della serie: Tizio ha ucciso Caio con un’installazione di vetro nel padiglione inglese), ma che coinvolge dalla prima all’ultima pagina, facendoci arrivare alla parola “fine” ancora con l’acquolina in bocca.

Sì, perché vorremmo altri sospettati (e ce ne sono già tanti, ve l’assicuro!), vorremmo altre deviazioni e bastoni tra le ruote (e anche questi non mancano), perfidamente vorremmo addirittura altri delitti, ma soprattutto vorremmo passare altre serate, colazioni e aperitivi in compagnia di Nathan e della città in cui ha scelto di vivere, descritta nei minimi dettagli, con gli occhi di chi la ama e ne ha esplorato anche gli angoli più nascosti, quelli che non compaiono nelle guide turistiche o su Trip Advisor.

Insomma, una trama ben costruita, uno stile personale che cattura, e poi canali, vaporetti, gondolieri e tanta arte: elementi cotti a puntino che si combinano alla perfezione, come il cacio sui maccheroni o le verdure appena stufate con la rana pescatrice… La ricetta è del nostro console preferito, io sto già cercando gli ingredienti, in attesa delle sue prossime avventure.

A cura di Francesca Mogavero

www.buendiabooks.it

Philip Gwynne Jones


Philip Gwynne Jones è nato nel Galles del Sud nel 1966. Ha vissuto e lavorato in diversi Paesi europei prima di stabilirsi in Scozia nel 1990. È venuto in Italia per la prima volta nel 1994, lavorando per qualche tempo presso la sede di Frascati dell’Agenzia Spaziale Europea. Oggi è insegnante, scrittore e traduttore, e vive a Venezia. Dopo il successo di Il ponte dei delitti, torna in Italia con Vendetta a Venezia.

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