Killing Eve




Recensione di Velia Speranza


Autore: Luke Jennings

Traduzione: Sara Puggioni

Editore: Mondadori

Genere: Thriller

Pagine: 180

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Lei è l’assassina perfetta. Un’orfana russa salvata dalla pena di morte alla quale era stata condannata per essersi brutalmente vendicata contro i killer che avevano ucciso suo padre. Addestrata a essere spietata, le è stata data una nuova vita, una nuova identità. I mandanti che la pagano (profumatamente) si fanno chiamare i Dodici. Lei non sa nulla di loro, risponde solo a Konstantin, l’uomo che di volta in volta le affida le missioni. Lei è Villanelle. Una sociopatica vera, bellissima e irresistibile. Ossessionata dalla moda. Attaccata al lusso che il suo mestiere violento le offre. Senza coscienza. Senza senso di colpa. Eve Polastri è la donna che le dà la caccia. La prima a capire che la serie di efferati omicidi che sta sconvolgendo l’Europa non è opera di un uomo. Eve è la brillante ma annoiata addetta alla sicurezza dell’MI5, con l’incarico di offrire protezione speciale a soggetti in visita nel Regno Unito, che per un errore perde il posto. Ma fermare un’assassina spietata può diventare più che un lavoro. Può diventare una faccenda personale. Un’ossessione. Una storia cruenta e carica di tensione che riesce a toccare i toni della commedia e dello humour nero. Da questo romanzo è stata tratta la serie tv omonima.

Recensione

Fra i generi letterari, uno dei più prolifici ed apprezzati dal pubblico è senz’altro il thriller. In particolare, il binomio investigatore – serial killer si è dimostrato estremamente vincente, un topos, capace di mostrare approfonditamente al contempo due punti di vista opposti e di avvicinare ad entrambi i personaggi il lettore.

Nonostante ciò (o forse proprio per questo) Killing Eve costituisce una novità nel genere, ponendo al centro della narrazione, a formare il tipico binomio, due protagoniste. Per quanto si tratti di un’innovazione semplice, per nulla complicata, rappresenta al contempo il più grande punto di forza del romanzo, in quanto all’interno della trama è senz’altro il primo elemento che attira il lettore, stuzzicando la sua curiosità ed imaginazione. E Luke Jennings è più che abile a sfruttarla. Calando le due protagoniste all’interno di quattro diversi scenari, come atti di un’opera teatrale, consente loro di evolversi, attuando una sorta di pellegrinaggio dello spirito, un viaggio alla scoperta di loro stesse.

Il carattere di Villanelle, serial killer professionista, è lampante fin dalle prime battute, più fedele al canone. La freddezza, l’asetticità e il razionalismo assoluto che dominano la sua mente si riflettono sulla scrittura asciutta, schematica, che rende i pochi particolari inseriti elementi fondamentali di comprensioe ed analisi. Villanelle è spietata, incapace di provare emozioni, tanto da averle imparate motteggiando quelle altrui, indossandole come maschere su un viso di porcellana. Non ci sono veri sentimenti dietro i suoi gesti, è una sociopatica da manuale che corre incontro all’obiettivo, un essere di puro istinto che fiuta il pericolo e tutela ad ogni costo la propria sopravvivenza.

La scrittura logica e asciutta continua nel momento in cui i pensieri esposti sono quelli dell’altra protagonista, Eve, membro della sicurezza inglese. Opposto di Villanelle, dalla vita attiva e piena, lo stile di scrittura sembra calarle addosso appiatendola, non rendendo giustizia al complicato guazzabuglio emotivo e di pensieri che la agita. Perchè Eve fa continuamente i conti con la propria inadeguatezza, con gli affetti che sente in qualche modo di tradire ed offendere, con scelte infelici che la perseguitano come fantasmi. Una perfetta illusione quella creata dall’autore, perchè nonostante le differenze e le distanze, Eve e Villanelle sono le due facce di una stessa medaglia, entrambe costituite da un nerbo adamitico che, per ragioni diverse, le porta a dirigersi senza sosta e colpo ferire verso l’obiettivo: giungere l’una all’altra.

Sono solo le prime battute di una quadrilogia dal sapore intenso, ma il primo volume, pur entusiasmando il lettore e portandolo a ricercare disperatamente il seguito, lascia alla fine un sapore amaro in bocca, il gusto dell’insoddisfazione. I particolari forniti sono veramente pochi e le domande, lungi dal trovare una qualsivoglia risposta, si moltiplicano dopo ogni pagina, gridando infine il proprio disperato bisogno di ricevere chiarimento.

Le informazioni riguardanti l’intero funzionamento del lato più scuro e torbido della politica internazionale sono ben miserie e la frustrazione cresce raggiungendo l’apice nel finale. In fondo, cent’ottanta pagine sono troppo poche per rendere giustizia ad una storia che mostra una tale complessità di fondo.

Al lettore così frustrato, non resta che attendere il volume successivo, sia per ritrovarsi in stretto contatto con le due protagoniste, sia per veder soddisfatta la propria curiosità intellettuale.

Luke Jennings


Luke Jennings è uno scrittore britannico. Ballerino per dieci anni, in seguito ha abbandonato la danza per la scrittura. Al giorno d’oggi, collabora con numerose riviste e giornali, fra i quali “Vanity Fair”, “Time”, oltre che per “The Observer” come critico di danza. Nel 2014 ha publicato in ebook la prima di quattro novelle incentrate sulla serial killer Villanelle, da cui è stata tratta nel 2018 la serie tv Killing Eve, con protagoniste Sandra Oh e Jodie Comer. Sempre nel 2018, la Mondadori pubblica la prima delle quattro novelle.