Recensione di Laura Salvadori
Autore: Patricia Gibney
Traduzione: Laura Miccoli
Editore: New Compton Editori srl
Genere: thriller
Pagine: 432
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. È mattina presto quando viene ritrovato il corpo senza vita di una giovane donna incinta. Quello stesso giorno, una madre e il suo bambino si presentano a casa della detective Lottie Parker, chiedendole aiuto per ritrovare una persona scomparsa. Quando viene scoperto il cadavere di una seconda vittima, è subito chiaro che i due omicidi hanno moltissimi punti in comune. Lottie sa di avere poco tempo a disposizione per capire che cosa li collega, perché nel frattempo altre due ragazze sono scomparse. La detective Parker è in crisi, perseguitata da un passato tragico e impegnata notte e giorno a tenere unita la famiglia durante i momenti più difficili. Ma qualcuno accanto a lei nasconde più segreti di quello che sembra. Riuscirà a sconfiggere i suoi demoni e a incastrare il killer prima che ci siano altre vittime?
Recensione
Scrivere di un romanzo che mi ha entusiasmato, convinto ed affascinato, per certi versi, è molto più complicato che parlare di un’opera che mi ha lasciato poco, che non mi ha coinvolto troppo.
I tasti che vorrei toccare sono tanti; il rischio è che la mia voce risulti troppo celebrativa, fino ad apparire forzata.
Ma devo comunque esordire con il dire che Patricia Gibney, con questo suo secondo romanzo incentrato sulle vicende della detective Lottie Parker, ha superato se stessa ed ha fatto centro!
Patricia Gibney, in altre parole, è riuscita a confezionare per il suo pubblico e per chi ancora non la conosce, un piccolo capolavoro!
Vediamo insieme i punti di forza di questo romanzo:
Un’ambientazione realistica: le indagini si svolgono in un piccolo centro irlandese, Ragmullin, introvabile sulla carta geografica. Gli abitanti si conoscono quasi tutti, la cittadina è tranquilla ma segnata, come spesso accade anche da noi, dalla microcriminalità e dagli eventi drammatici che toccano molti paesi occidentali di questi tempi, tempi di migrazioni, di sfruttamento, di discriminazione, di appiattimento sociale, di scarsi valori, di famiglie sfasciate.
Storie altamente credibili, che sembrano uscite dalla cronaca ma che l’autrice sa trattare con molta umanità, descrivendo le dinamiche in modo fedele rispetto al mondo reale, ma aggiungendo il suo tocco personale, fatto di partecipazione, pathos e compassione. La Gibney ha il raro dono, in altre parole, di parlare di morte e di violenza con un occhio costantemente rivolto alle ragioni del cuore e dei sentimenti, lasciando che il lettore sia coinvolto emotivamente a 360 gradi nella storia. E si sa, un lettore coinvolto è un lettore soddisfatto!
Personaggi da dieci e lode! Su questo punto è d’obbligo soffermarsi maggiormente.
La protagonista, Lottie Parker, sebbene sia un personaggio caratterizzato in modo molto originale, secondo me esce un po’ sottotono dalle pagine del primo romanzo della Gibney. Personalmente, pur riconoscendo all’autrice il merito di aver creato un personaggio davvero notevole e fuori del comune (fuori dalla perfezione che spesso caratterizza molti detective), ho trovato Lottie sbadata, trasandata, distratta, disordinata, immaginandola persino con un aspetto sbiadito e sciatto. Una donna che non sa badare a se stessa e nemmeno ai suoi figli, adolescenti alla deriva.
Leggendo “Le ragazze scomparse” ho finalmente visto Lottie sotto un altro aspetto. Ho scoperto che è un gran bel pezzo di donna, alta, slanciata, bella. Ho scoperto che la sua trasandatezza, il suo essere alla deriva altro non è che un male che ci accumuna, ahimè, che caratterizza Lottie e tutte noi, donne che pretendono da se stesse l’impossibile.
Ho trovato un lato di Lottie che adoro: la sua sensibilità, la sua voglia incredibile di salvare il mondo intero, di trovare la bellezza anche nei gesti più incomprensibili.
Lottie Parker, insomma, è un esempio da seguire. E’vero, la sua esistenza è terribilmente incasinata. Riconosco che Lottie non vive la sua vita. E’come se la subisse. Lottie annaspa alla ricerca del bene ed è disposta a stare in apnea per tempi interminabili pur di portare a termine la sua missione che è si, trovare l’assassino, ma è anche quella, ben più difficile, di riportare sulla giusta via l’uomo, di ritrovare l’equilibrio che giornalmente l’uomo perde durante la sua folle corsa.
Davanti ad un personaggio così non si può che capitolare, non si può che sperare di incontrarla sulla nostra strada, perché ci riporti in sintonia con il mondo e ci consoli, ci asciughi le lacrime e ci salvi dalla brutalità e dalla perdizione.
Naturalmente anche i personaggi che ruotano intorno a Lottie sono degni di nota, primo fra tutti l’impavido Boyd, collega, amico, complice e forse qualcosa di più per Lottie.
Ma ognuno di questi personaggi, inevitabilmente, vive di luce riflessa, come un pianeta rispetto al suo sole.
La trama, impeccabile, trascinante, perfetta! Una costruzione senza pecche, che ti prende e non ti molla mai! Altissimo è il coinvolgimento durante la lettura, sia per i temi trattati, sia per il magistrale incedere delle vicende. Il tempo, nel romanzo, scorre lentissimo (la vicenda si snoda in appena 9 giorni), eppure i toni sono esaltati, concitati, al cardiopalma! Una lotta contro il tempo con una posta in gioco altissima! La Gibney ripropone, come nel suo primo romanzo, due piani temporali che si alternano: superlativa la vicenda che si dipana nel passato, in uno scenario di sangue e di guerra e che piano piano si intreccia con la vicenda del presente, aprendo scenari terribili che ci fanno riflettere e inorridire al tempo stesso. Non posso aggiungere altro per non anticipare niente, ma che fatica tacere!
Patricia Gibney affronta temi scottanti, che purtroppo ci riguardano da vicino e lo fa con un linguaggio e un fraseggio azzeccatissimo. Emotivamente coinvolgente, efficace, disseminato, qua e là, di un po’ di colore, frutto di un lavoro davvero notevole di immedesimazione.
I dialoghi mai scontati, attraverso i quali sentiamo i personaggi veri e vicini, vi travolgeranno e leggerete senza accorgervi che sta calando la notte.
Unico punto debole, a mio avviso, è il coinvolgimento dei familiari di Lottie nella storia. Nel primo romanzo è il figlio Sean che ne fa le spese; in questo romanzo invece tocca a Chloe vivere un terribile quarto d’ora. Questo aspetto appare scontato, quasi che l’autrice non trovi il modo o la forza di evitarlo. Questo particolare mi sembra davvero inverosimile: un artificio del genere, peraltro, non serve alla storia, che è intrigante e interessante senza che si debba per forza far correre un pericolo a uno dei figli della protagonista.
Ma sono molto indulgente con l’autrice e sorvolo senza sforzo su questo passo falso!
In conclusione, la mia valutazione di questo romanzo è molto alta, come avrete capito. Non mi addentro nei particolari della trama per non togliervi il gusto della scoperta. Personalmente sento già la mancanza di Lottie, ma mi consolo pensando al terzo capitolo della serie, che Patricia preannuncia nella pagina dei ringraziamenti.
Patricia Gibney
Patricia Gibney proviene dal cuore dell’Irlanda. Ha tre figli e, dopo la perdita del marito, ha cominciato a scrivere a scopo terapeutico. La sua passione è diventata un’occupazione a tempo pieno quando ha deciso di affiliarsi all’Irish Writers Centre e ha cominciato a fare sul serio. “Le ragazze scomparse” è il secondo thriller di una serie incentrata sul personaggio di Lottie Paker, dopo “L’ospite inatteso”.
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