Recensione di Laura Salvadori
Autore: Beth Lewis
Traduzione: Federico Ghirardi
Editore: La Corte Editore
Genere: noir
Pagine: 413
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Tutto iniziò quando trovarono il corpo. Era l’estate torrida del 1971 e da quel momento niente sarebbe stato più lo stesso. John, Jenny, Rudy e Gloria vivono a Larson, una piccola cittadina del Midwest, dove i ragazzi poco più grandi di loro stanno partendo per il Vietnam e dove tutto sembra immobile. Sognano di fuggire lontano aggrappandosi alla loro amicizia, ma un pomeriggio si imbattono nel cadavere di una giovane donna. È chiaro che si tratti di un omicidio ma a nessuno sembra importare. I quattro amici cominciano a indagare e a scavare sempre più in profondità, scoprendo verità che mai avrebbero voluto immaginare. Paranoia e violenza iniziano a prendere il sopravvento. Mentre la madre di John e Jenny sembra perdere sempre più il controllo sotto l’effetto del whisky, il padre di Rudy non lesina atti di vero terrorismo nei confronti del figlio e dei suoi amici che stanno facendo troppe domande. Le estati si susseguono, e insieme al caldo implacabile, una profonda oscurità avvolge Larson e i quattro ragazzi impareranno che, a volte, i segreti è meglio che rimangano sepolti.
Recensione
Non capita tutti i giorni di imbattersi in un romanzo grandioso. Un romanzo che è un disegno perfetto, dove ogni parola è giusta ed evoca nell’animo sentimenti che coinvolgono il lettore a tutto tondo, che lo fanno sognare, lo fanno riflettere, che lo commuovono fino al midollo. Un romanzo in cui i personaggi sono così reali da entrarti sotto la pelle, che desidereresti consolare, che non vorresti mai abbandonare, perché hanno bisogno di te e te di loro.
“L’estate che cambiò tutto” è stato questo per me. Divorarlo la notte, alla debole luce del mio e-reader, mentre tutta me stessa era ormai perduta nella trama, è stata un’esperienza esaltante, che rifarei mille volte, perché trovare un romanzo che ti fa volare via così non è cosa di tutti i giorni.
Immaginatevi di immergervi nella sonnolenta e malata provincia americana degli anni ’70. In una campagna monocolore, dove l’occhio non scorge altro che chilometri e chilometri quadrati di mais. Una piccola comunità in cui tutti si conoscono da sempre, dove, sotto l’apparente tranquillità, si celano personaggi corrotti, che si muovono protetti dalla legge stessa e anche dalla mano di Dio. Un posto sperduto, in cui non esiste la speranza, in cui ognuno è destinato a ricalcare le orme del proprio padre.
Immaginatevi poi una piccola fattoria, isolata. Una casa in legno, una veranda, un’altalena che ormai non dondola più. E in casa, tra le pareti soffocanti di umidità, una madre sola, che troppo spesso cede all’alcol i propri dispiaceri, che ha affogato i propri sogni nella delusione di una vita ripetitiva e dura.
Una madre che si circonda degli uomini più improbabili, come se fossero salvagenti in un mare in tempesta. Dei “papà piccioni” per i propri figli, che planano dentro casa per un po’, per poi riprendere il volo poco dopo.
E i suoi figli, cresciuti da soli, che sanno che a volte i mostri vanno ad abitare sotto la pelle della madre e la trasformano in un essere cattivo e noncurante, che li umilia e li deride. Una madre che trasferisce sulla figlioletta, Jenny, le proprie frustrazioni.
Jenny è tutto per John. E’ la sua luce, è il suo coraggio, è la sua voglia di proteggerla dalla vita che presto arriverà ad insidiarla. John sa che tra la mamma e Jenny ci sono dei problemi irrisolti; sente la scintilla che arde tra loro ed è sempre attento che non diventi fuoco. John sa che la mamma non è sempre quella che sembra ma si sforza per mantenere ben salda la sua versione più dolce e materna, perché desidera amarla ed essere amato da lei.
Insieme a John e a Jenny conosceremo Rudy e Gloria. Il primo è figlio di un uomo dalla dubbia moralità, la seconda è figlia dell’uomo più potente del paese. Il quartetto è inseparabile. Insieme i ragazzi sono un unico cuore. Ma il destino vuole dividerli e ci riesce.
La scoperta del cadavere di una ragazza innesca delle reazioni a catena che saranno fatali.
La verità spesso ha un prezzo altissimo. La verità, spesso, è difficile da sopportare e da gestire per un ragazzino di tredici anni. Di verità si può morire. Di certo si tradisce, per non far uscire la verità allo scoperto. E a volte si muore, per difendere una verità che è scomoda e terribile da accettare.
Dopo una prima parte in cui il lettore si perde in un idillio fatto di amicizia e lealtà, i toni cambiano drasticamente. Eventi luttuosi colpiscono la piccola comunità. E mentre un tenero amore sboccia, John dovrà affrontare l’inaffrontabile e lo farà da solo, per proteggere Jenny, che appare destinata ad un destino tragico. Perché la corruzione e la depravazione inquinano la comunità. Perché le persone di cui ti fidi, a cui affidi la tue intera esistenza, non si dimostreranno all’altezza delle aspettative.
Ed è inutile, allora, contare fino a dieci per scacciare il panico: gli uccelli neri, con le loro ali potenti, si agiteranno nel tuo petto, frastornandoti. E non sarai più al sicuro, in nessun luogo. Perché chi ti deve proteggere sarà il tuo carnefice e non potrai che uccidere il mostro che attanaglia la tua vita.
“L’estate che cambiò tutto” è un romanzo che cambia chi lo legge. E lo lascia senza fiato.
Con toni lenti, con una trama semplice nella sua crudele costruzione, senza cedere a invenzioni e a colpi di scena, questo romanzo ti trascina con sé. Soffrirai, se c’è da soffrire, spererai in un epilogo compassionevole se c’è da sperare. Sarai un tutt’uno con John, con Jenny, con Rudy e con Gloria.
Ti sembrerà di essere trasportato a Larson, di vivere la sua caduta. Vorrai conoscere la verità e una volta conosciuta non vorrai accettarla.
“L’estate che cambiò tutto” è un romanzo sul tradimento. E su come l’uomo sceglie di curare le ferite che il tradimento provoca. Sulla speranza delusa, sull’ineluttabilità del destino che colpisce sempre i più deboli, senza che si possano difendere. Sulla rassegnazione e sul riscatto.Sull’amicizia, che è capace di trarti in salvo quando tutto crolla.
Beth Lewis ha davvero confezionato un romanzo grandioso con pochi, semplici ingredienti.
Un luogo sonnolento e chiuso, un ambiente all’apparenza rassicurante che cela orribili segreti, dei ragazzini che vogliono uscire dall’infanzia con foga, uniti contro un destino che sembra già scritto.
Un cadavere; la voglia di scoprire la verità e l’impossibilità di farla emergere, di renderla risolutiva e necessaria. E poi il tradimento, in ogni sua forma. E la sconfitta, anch’essa già scritta. Una sconfitta annientante, dalla quale non ci si può riprendere.
Niente di nuovo, all’apparenza. Ma tutto incredibilmente fresco e nuovo, grazie alla sua prosa quasi ipnotica e introspettiva che fa dell’uso della prima persona un catalizzatore vertiginoso di emozioni sul lettore, che si sente parte del personaggio, della sua psicologia, della sua sofferenza.
I miei complimenti all’autrice, la cui penna si intinge nel calamaio del talento e della passione, ed un plauso a La Corte Editore per aver portato in Italia questo grandioso romanzo.
Beth Lewis
Beth Lewis è cresciuta nella natura incontaminata della Cornovaglia dividendo la sua infanzia tra i libri e la spiaggia. Ha viaggiato molto in tutto il mondo, arrivando a incontrare orsi neri, orche e squali bianchi. E’ stata cassiera di banca, vigile del fuoco, giocoliere e attualmente lavora presso un importante editore londinese.