Recensione di Giulia Manna
Autore: Andrea Vitali
Editore: Einaudi
Genere: thriller, suspence
Pagine: 120
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. L’esistenza di un uomo qualunque trasformata in un incubo indecifrabile. Una realtà, o un delirio, che il lettore vive assieme al protagonista, mentre davanti ai suoi occhi sfilano personaggi formidabili, comici e drammatici, che Vitali tratteggia con maestria unica.
Il baffetto lasciò trascorrere qualche secondo. Si passò una mano sul mento, chiuse e riaprì gli occhi.
Io ammisi che non era un comportamento corretto parcheggiare in quello spazio, ma vista l’ora, vista l’enorme disponibilità di posti, non ci avevamo fatto caso e comunque, conclusi, ce ne saremmo andati subito.
Il baffetto accennò di aver capito, sembrò accettare la mia spiegazione.
– Documenti, prego, – disse invece.
Conservando, anche nei momenti piú oscuri, il suo sguardo accogliente nei confronti dell’estrema vulnerabilità della specie umana. È notte. Su un’autostrada del Nord Italia industriale corre una macchina con a bordo tre funzionari di una ditta commerciale. Tornano a casa da un viaggio di lavoro, sono stanchi, nulla di strano che decidano di fermarsi in un autogrill per bere un caffè e comprare le sigarette; una breve sosta prima dell’ultimo sforzo. Ma in quella stazione di servizio, sotto gli occhi indifferenti dei camionisti assonnati e delle ragazze del bar, il destino aspetta uno di loro. Una leggerezza e una banale dimenticanza lo faranno precipitare nelle maglie di un meccanismo giudiziario impeccabile nella forma, efficiente nei metodi, implacabile nelle conseguenze.
RECENSIONE
Dimenticate Bellano ed suoi caratteristici personaggi che ci hanno fatto innamorare dei celebri racconti di Andrea Vitali. Nel sottofondo si riconosce il suo italiano impeccabile, quella sensazione di familiarità con i personaggi che lo contraddistingue da sempre, ma il suo humour si tinge di noir. Non sembra quasi lui!
Infatti, questo nuovo libro è un thriller carico di tensione. Sicuramente ben riuscito anche se fa strano dopo aver spartito tante risate e tuffi nostalgici nel passato, condividere una situazione di ansia, confusione ed angoscia.
Un funzionario di una ditta sta tornando a casa in auto insieme a due suoi colleghi dopo aver concluso un affare lontano da casa. Stanchi ed assonnati si fermano in autogrill a prendere un caffè prima di ripartire.
E’ notte fonda, il parcheggio è quasi deserto, hanno fretta di ritornare dalle loro famiglie e non hanno prestato attenzione a come hanno parcheggiato l’auto. Mentre bevono il caffè, arrivano due uomini che dopo averli identificati come coloro che non hanno posteggiato correttamente, gli chiedono di mostrare i documenti.
Dopo quel “Documenti, prego”, inizia un vero e proprio incubo.
Cosa succederà?
E chi sono questi uomini?
E’ un racconto molto breve, quindi non posso dirvi di più sulla trama. Posso solo aggiungere che è stato giustamente definito: “Una strepitosa parabola kafkiana di humour nero”.
Non so se si tratta di un esperimento occasionale del Vitali, di un’eccezione per staccare da Bellano o se l’esplorazione dei misteri della psiche lo porterà a fermarsi su questo genere, ma sicuramente ha centrato l’obiettivo lasciando penetrare l’inquietudine nella pelle delle lettore. Anche perché una situazione di questo tipo, non può non esservi mai capitata.
Andrea Vitali
Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all’Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo di nozze. L’anno successivo escono Le tre minestre, lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di Ilide ce n’è una sola. Nel 2014 Quattro sberle benedette, Premiata ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto, signorina!; nel 2015 La ruga del cretino, scritto con Massimo Picozzi, Le belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi benedetti, Un amore di zitella (tutti editi da Garzanti). Nel 2016 Nel mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le mele di Kafka (Garzanti), Viva più che mai (Garzanti). Nel 2019 esce Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti) e Documenti, prego (Einaudi).Da ricordare che con il romanzo Almeno il cappello (edito nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei letterati ed è stato finalista al Premio Strega.I suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
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