A tu per tu con l’autore
Cominciamo l’intervista dalla fine del romanzo. “Le sette dinastie” termina con l’omicidio di Galezzo Maria Sforza, nel 1476. Quale sarà l’arco temporale su cui si articolerà il seguito di questo affascinante romanzo storico? E quale sarà l’avvenimento portante della trama?
Come ho già detto in passato: il sequel ci sarà se LE SETTE DINASTIE andrà forte e avrà successo. Certo, il romanzo è partito davvero molto bene e lettrici e lettori sono entusiasti ma la strada è ancora lunga, quindi riguardo l’arco temporale e l’avvenimento portante della trama è tutto ancora da decidere. Certo, se dovesse esserci un seguito posso immaginare che l’arco temporale riguardi gli anni successivi, magari quelli della Milano di Lodovico il Moro e della Roma dei Borgia.
Durante la lunga fase di preparazione del libro hai fatto tante ricerche sul Rinascimento. Quale personaggio storico pensi sia stato il miglior giocatore nella scacchiera italiana del periodo?
Il miglior giocatore è stato senza dubbio Francesco Sforza. Non dimentichiamo che da semplice uomo d’arme egli arriva a sposare Bianca Maria Visconti e, in seguito, a diventare duca di Milano, lui che veniva da una famiglia di umili origini. In questo senso, alcune sue caratteristiche come la spregiudicatezza, il valore militare, il coraggio e la pazienza si rivelarono qualità fondamentali e vincenti nel contesto politico e militare del tempo.
In “Le sette dinastie” parli di diverse città molto forti ma traspare una particolare simpatia per Venezia, Milano e Firenze. Credi che una di queste città sarebbe potuta diventare tanto potente da unificare la penisola italiana o almeno una grande parte?
Non parlerei di simpatia anche perché da questo punto di vista ho amato poter vedere e studiare Napoli e a quella città ho dedicato alcune delle pagine più belle del romanzo e ho scritto un intero romanzo – Inquisizione Michelangelo – che è un atto d’amore nei confronti i Roma. Semplicemente, è corretto affermare che Milano e Venezia furono le grandi potenza della prima metà del Quattrocento in Italia. Venezia, in particolare, era in quel periodo la regina del Mediterraneo e i suoi domini in Terraferma oltrepassano l’Adda. In cinquant’anni fu in grado di esprimere tre papi, esercitando una formidabile influenza anche su Roma. Quanto a Firenze, be’ era la culla stessa del Rinascimento.
Gli anni che vanno dal 1427 al 1527, anno del Sacco di Roma, furono ricchi di episodi notevoli da narrare. Qual è quello che ti potrebbe ispirare per un romanzo slegato dalla serie?
Forse proprio il Sacco di Roma.
Nel romanzo metti in particolare rilievo alcune donne di grande carattere. Quale di queste ti ha colpito maggiormente?
Bianca Maria Visconti e Polissena Condulmer.
Quali sono i tuoi scrittori noir di riferimento?
I miei scrittori di riferimento non sono necessariamente noir. Ecco alcuni nomi: Alexandre Dumas, William Shakespeare, Victor Hugo, Alessandro Manzoni, Christopher Marlowe, Friedrich Schiller, Heinrich von Kleist, Theophile Gautier, Honorè de Balzac, Lev Tolstoj.
Ti ringrazio per la tua disponibilità.
Salvatore Argiolas
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