I bambini di Svevia




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Romina Casagrande

Editore: Garzanti

Genere: letteratura italiana

Pagine: 393

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Protetta dalle mura di una casa nascosta dal rampicante, Edna aspetta un segno. Da sempre sogna il giorno in cui potrà mantenere la parola data. L’unico a farle compagnia è Emil, un pappagallo dalle grandi ali blu. Non le è mai servito altro. Fino a quando una notizia la costringe a uscire dall’ombra e a mettersi in viaggio. È arrivato il momento di tener fede a una promessa a lungo disattesa. Una promessa che lega il suo destino a quello dell’amico Jacob, che non vede da quando erano bambini. Da quando, come migliaia di coetanei, furono costretti ad affrontare un terribile viaggio a piedi attraverso le montagne per raggiungere le fattorie dell’Alta Svevia ed essere venduti nei mercati del bestiame. Scappati dalla povertà, credevano di trovare prati verdi e tavole imbandite, e invece non ebbero che duro lavoro e un tozzo di pane. Li chiamavano «bambini di Svevia». In quel presente così infausto, Edna scoprì una luce: Jacob. La loro amicizia è viva nel suo cuore, così come i fantasmi di cui non ha mai parlato. Ma ora che ha ritrovato Jacob, è tempo di saldare il suo debito e di raccontare all’amico d’infanzia l’unica verità in grado di salvarli. Per riuscirci, Edna deve tornare dove tutto ha avuto inizio per capire se è possibile perdonarsi e ricominciare. Lungo antiche strade romane e sentieri dei pellegrini, ogni passo condurrà Edna a riscoprire la sorpresa della vita, ma al contempo la avvicinerà a un passato minaccioso. Perché anche la fiaba più bella nasconde una cupa, insidiosa verità.

Recensione

Un viaggio lungo e impervio, un percorso a ritroso nel tempo e nello spazio, per tornare, fra ostacoli, incontri e imprevisti, lì dove tutto è cominciato e ricucire un filo che non si era mai spezzato del tutto. Non si possono non sentire in queste pagine gli echi omerici delle avventure di Ulisse: nel mettersi in viaggio di Edna, la 90enne protagonista del nuovo romanzo di Romina Casagrande, si ritrovano molti degli elementi presenti nel celebre  poema omerico.

I bambini di Svevia. Chi erano questi bambini?

Non ne abbiamo mai sentito parlare, sono stati completamente dimenticati, eppure sono esistiti veramente: bambini di famiglie indigenti, che per circa tre secoli sono stati venduti come lavoratori stagionali ai proprietari terrieri della Svevia (Baviera).

Venivano dal Tirolo, dal Ticino e dal Lichtenstein, viaggiavano a piedi per chilometri e chilometri fino a raggiungere le fattorie dove avrebbero dovuto lavorare in condizioni durissime, spesso senza sapere la verità sul proprio triste destino.

Edna sopravvive alle fatiche disumane della fattoria, perché riesce a scappare con l’aiuto di Jacob, un altro bambino incontrato alla fattoria, con il quale si è instaurato un legame strettissimo e fortissimo. Ma Edna nasconde un segreto: ormai vecchia, non ha dimenticato di aver tradito una promessa fatta all’amico, finché un giorno finalmente trova sue notizie sul settimanale tedesco Stern, che si faceva recapitare da sempre, e decide che è giunto il momento della verità. Il momento del rimettersi in viaggio verso di lui, da sola, senza aiuti, senza soldi, con la sola compagnia di Emil, l’uccello del paradiso che la lega a Jacob e che ha trascorso tutta la vita assieme a lei.

Molte le peripezie, molti i personaggi che Edna incontra lungo il suo percorso, affascinanti, interessanti, particolari, ciascuno col proprio bagaglio.

Due gli interrogativi lungo il libro:

riuscirà Edna davvero a ritrovare Jacob?

E qual è questa promessa infranta, che deve assolutamente mantenere?

Ma lungo la strada saranno tanti altri gli interrogativi che noi lettori incontreremo, un sorriso, un’emozione strappata dalle ingenuità di Edna, o dalla sua forza di volontà, o da qualcuno dei suoi interlocutori.

Perché come è il nostro destino di esseri umani, il viaggio non è nella meta, ma nel percorso. E il viaggio siamo anche noi stessi, messi di fronte alle prove e alle scelte.

Con delicatezza e molta poesia (data soprattutto dalla natura, che ha una parte importante) Romina Casagrande ci accompagna con Edna dall’Italia alla Germania, lungo il percorso dei bambini di Svevia e lungo il percorso che è di tutti noi, verso le proprie verità, alla scoperta di noi stessi. E alla scoperta di un pezzo di storia da non dimenticare mai più.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Romina Casagrande


Romina Casagrande, nata nel 1977 a Merano, laurea in Lettere con indirizzo classico, è insegnante di scuola secondaria. Ha collaborato con diversi musei, tra cui il Museo del Turismo-Touriseum di Merano e il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano-Museion, occupandosi di didattica museale. Appassionata di leggende e folklore, è autrice di racconti fantasy ispirati ai miti e alle tradizioni della sua regione, tra i quali “Appuntamento con demone”, contenuto nell’antologia “Urban Gods” e selezionato dall’omonimo concorso. Ha esordito con Amailija (Anguana Edizioni, 2011), nel 2012 ha pubblicato “Dreamland Forest” e “Falling Down” (entrambi per Nulla Die), cui seguono nel 2013 “Morning Star”, libro conclusivo della saga dedicata ai luoghi misteriosi dell’Alto Adige, e “Scenderà un’altra notte” (2015), romanzo distopico, in cui mescola leggende e tinte gotiche. Per Arkadia Editore ha pubblicato “La Medusa” (2014), romanzo storico incentrato sulla figura del pittore Théodore Géricault, “Lontano da te” (2017), ispirato al celebre quadro di John Everett Millais, “Ophelia” e nel 2018 infine “Le ragazze con le calze grigie”.

 

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