A tu per tu con l’autore
Come mai la scelta di scrivere thriller? Cosa la affascina di questo tipo di narrativa?
La leva è la voglia di cambiare, di mettermi alla prova e di esplorare mondi nuovi. Anche i generi letterari possono essere considerati mondi, e come tali esercitano ognuno un tipo di attrattiva. Io sono cresciuta con l’avventura e scrivere d’avventura è stato un passo naturale, ma sono anche sempre stata attratta dal sovrannaturale, da tutto ciò che non può essere spiegato razionalmente e che per questo motivo incute paura e attrae allo stesso tempo. Ecco perché il passo verso il thriller, così come concepito in Voci nella nebbia, è stato altrettanto naturale. È un’altra faccia dell’esplorazione.
Qual è il suo autore di riferimento per il thriller, se ne ha uno?
Sono una lettrice eclettica, anche nella lettura mi piace sperimentare nuovi autori, perché ognuno, a modo suo, ti insegna qualcosa. Sono sempre stata convinta che per scrivere bene occorra leggere di tutto e non limitarsi. Detto questo, Stephen King è senza dubbio un grande maestro.
Pensa che Lisa tornerà in un altro romanzo?
È possibile. Lisa è un personaggio che ha, secondo me, ancora molto da dire, soprattutto ora.
Nel suo ultimo romanzo una parte della narrazione si svolge nel passato. Pensa che potrebbe scrivere un thriller storico?
Amo l’ambientazione storica, i miei precedenti romanzi d’avventura sono ambientati nel XVII secolo, quindi perché no?
Quali sono gli ingredienti principali in un buon thriller?
Io credo che non ci sia un vero e proprio ingrediente, quanto piuttosto l’abilità da parte dell’autore, a prescindere dal tipo di storia, di inquietare e attrarre al medesimo tempo. Io amo molto le storie che riescono ad affascinarmi anche quando mi colpiscono come un pugno allo stomaco, quelle che mi riempiono di dubbi e mi spingono alla ricerca della verità.
Come nasce la prima idea della storia e dei personaggi?
Di solito la prima idea scaturisce da un’immagine che si affaccia alla mente, magari anche dal nulla, e che, a differenza della moltitudine di pensieri che la affollano, per un qualche motivo cattura la mia attenzione e riesce a mantenerla. Per Voci nella nebbia, quest’immagine è esattamente quella che appare ai bambini sull’isola della strega: l’albero illuminato dal sole con le fotografie.Per quanto riguarda i personaggi, non ho mai dovuto cercarli. Sono sempre loro a venire da me, dai protagonisti ai secondari alle comparse. Ma nel caso di Lisa, la sua voce è stata talmente forte da sovrapporsi alla mia, come non mi era mai accaduto prima. In qualche modo lei è diventata me, e io sono diventata lei, senza neppure starci a pensare. È questo il fascino della scrittura, ti riserva sempre delle sorprese e molto spesso prende il comando.
Anna Pavani
Cristina Bruno
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