Cose che si portano in viaggio




Recensione di Simona Vallasciani


Autore: Aroa Moreno Duràn

Traduzione: Roberta Bovaia

Editore: Guanda

Genere: Romanzo

Pagine: 169

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Katia è nata nella Berlino del secondo dopoguerra, in una famiglia di comunisti spagnoli fuggiti dopo la Guerra civile. Insieme alla sorella vive un’infanzia tutto sommato serena, pur tra le numerose difficoltà: l’incontenibile malinconia della madre, la testardaggine del padre, convinto sostenitore dello Stato socialista, e una valigia intoccabile, nascosta sotto il letto, piena di ricordi di cui le figlie devono restare all’oscuro. Nel 1971 Katia lascia clandestinamente la DDR proprio come clandestinamente vi erano entrati i suoi genitori, per seguire un ragazzo dell’«altro lato» di cui si è innamorata, dando ascolto al più irragionevole degli istinti. Non ha ancora vent’anni e quella decisione la separa per sempre dal solo passato che possiede. La sua è una scelta che si configura come un tradimento: fuggendo Katia tradisce la famiglia, la propria storia, il paese in cui è nata, e commette un’azione imperdonabile, che la condanna a vivere senza un’identità, senza le radici che ha dovuto strappare per oltrepassare il Muro… Quali sono le cose che porterà con sé in un viaggio come questo, da cui non c’è ritorno?

Recensione

Quante cose si possono portare con sé in viaggio?

Tantissime o pochissime, in base alle esigenze. Si può viaggiare con dieci valige diverse, oppure con solo uno zaino sulle spalle. Il nostro bagaglio può essere pieno di cose materiali, oppure potremmo riempirlo di emozioni, di volti, di ricordi. Il viaggio Katia ce l’ha nella pelle, nel cuore.

In fondo lei è figlia di un viaggio, quello dei suoi genitori, giunti dalla Spagna in Germania per sfuggire alla guerra e lei stessa sarà costretta a viaggiare per seguire un amore che sfida i divieti della Storia. Aroa Moreno Duràn crea un romanzo intimo e personale, condotto unicamente dal flusso di coscienza della protagonista, una donna che, ormai matura, decide di percorrere il suo passato analizzando la sua infanzia di donna tedesca che non è stata mai indicata come tale per via delle sue chiare origini, incise sul volto e sulla pelle, studiando la vita dei propri genitori, gravata da un’esistenza dolorosa, e giungendo infine all’incontro che le ha cambiato la vita, quello con Johannes, un ragazzo “dell’altro lato”, che l’ha convinta, in nome dell’amore, ad abbandonare tutto per compiere un’impresa pericolosa e senza possibilità di ritorno.

“Cose che si portano in viaggio” è un’opera relativamente breve ma ricca di così tante emozioni contrastanti da risultare da subito diretta all’animo del lettore; le diverse vicende dei personaggi, e in principal modo quelle della protagonista, si legano con i grandi avvenimenti della Storia moderna e questo permette di avere un veritiero documento di quella che sarebbe potuta essere la vita in quel delicato periodo storico.

L’autrice dà voce agli esuli di guerra, al popolo dell’ormai scomparsa DDR, alle emozioni vissute ai piedi del muro, alla fuga disperata oltre i confini per raggiungere la libertà, e lo fa attraverso una sola famiglia, nel pieno centro della storia. I capitoli brevi permettono una lettura piacevolmente scorrevole e i repentini salti temporali permettono di scivolare velocemente sullo scorrere del tempo, in quegli anni mutevole e sensibile al minimo cambiamento.

L’unica cosa che si percepisce a tratti è un po’ troppa trascuratezza nel sorvolare alcune vicende che invece sarebbe stato piacevole approfondire maggiormente.

Sensazioni agrodolci, di memoria e di colpa sono quelle che si respirano in questo romanzo, imperdibile per gli amanti della Storia e che voglio respirare almeno in parte i grandi avvenimenti della Storia moderna, vissuti sulla pelle della gente comune.

A cura di Simona Vallasciani

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Aroa Moreno Duràn


Aroa Moreno Duràn è nata a Madrid nel 1981 ed è laureata in giornalismo. Ha pubblicato due raccolte di poesie, una biografia di Frida Kahlo e una di Federico García Lorca.”Cose che si portano in viaggio” è il suo esordio nella narrativa, con cui ha vinto in Spagna il premio Ojo Crítico 2017 per il miglior romanzo dell’anno. In Italia è edito da Guanda nel 2020.

 

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