Recensione di Cristina Bruno
Autore: Emiliano Bezzon
Editore: Fratelli Frilli Editori
Genere: giallo
Pagine: 190
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. La Milano del dopo Expo, dei grattacieli e del nuovo skyline, la Milano dal ritmo continuamente “in crescendo” sembra fermarsi in riverente pausa davanti alla sacralità del tempio mondiale della Lirica, il Teatro alla Scala, e alla quiete della casa di riposo Giuseppe Verdi, dove anziani musicisti vivono di musica e di ricordi. Ma quel mondo apparentemente rarefatto nasconde storie di invidie, sesso, denaro, potere e tradimenti: l’assassinio “quasi perfetto” del potente sovrintendente è come un terremoto che sconquassa la superficie patinata e porta alla luce quel sommerso di odio e intrighi. Il sovrintendente viene trovato di prima mattina dal suo segretario particolare nel suo studio, riverso sulla scrivania, privo di vita, senza una goccia di sangue. Ma i primi rilievi tolgono subito ogni dubbio: non si tratta di morte accidentale. La scottante indagine viene affidata alla giovane e determinata capitana dei carabinieri Doriana Messina. A Doriana si affianca come consulente del PM la psicologa e amica Giorgia del Rio con cui ha collaborato nel corso di una precedente indagine. Grazie a lei e ai racconti della sua anziana amica musicista che vive a Casa Verdi, si scopre che in quei giorni è avvenuto un ritrovamento di enorme valore per il mondo della musica verdiana…
Recensione
In un grigio mattino d’autunno il corpo del sovrintendente del teatro alla Scala di Milano viene trovato riverso sulla scrivania del proprio ufficio. L’indagine, che appare subito complessa e delicata, viene affidata alla capitana Doriana Messina.
Il movente dell’omicidio non è facile da individuare visto l’ampio raggio di conoscenze e di affari della vittima. Una debole traccia inizia però a farsi strada grazie all’amica di Doriana, la psicologa Giorgia del Rio.
Quest’ultima infatti si reca spesso nella casa di riposo “Giuseppe Verdi” dove alloggiano artisti della musica ormai anziani. Qui si intrattiene in brillanti conversazioni con Angelica, una ex arpista che le rivela dei particolari interessanti. La pista un po’ alla volta si delinea e porta a un manoscritto perduto di Verdi attorno a cui ruotano interessi e dispute…
“L’autunno a Milano è più autunno che altrove: le foglie degli alberi si infilano ovunque e le giornate sembrano ancora più corte che negli altri luoghi, forse perché il buio del cielo è anticipato dall’accensione delle insegne e delle illuminazioni pubbliche, così che già nel pomeriggi pare notte fonda.”
È in questa Milano, grigia ma non troppo, vitale e sempre indaffarata, che Doriana, Giorgia e il fedele Maresciallo Luciani si ritrovano a muoversi e svolgere le loro indagini.
Il romanzo ha una trama solida e i personaggi spiccano con una loro ben chiara fisionomia. Quello che però è inevitabile osservare è la precisione nel descrivere le procedure di investigazione che deriva dalla diretta esperienza dell’autore. È un elemento di valore in più, un aspetto che non va sottovalutato nel proliferare infinito di romanzo polizieschi che ruotano attorno a forze di polizia, conosciute dagli autori a volte solo attraverso le serie TV.
Doriana e Giorgia sono due donne forti che riescono a farsi strada grazie a intelligenza e preparazione superando i gap di genere e le inevitabili invidie. Le loro parziali solitudini sentimentali sono un momentaneo contrappasso che le rende ancora più determinate. In un mondo dominato dai maschi, come inevitabilmente è quello delle forze armate e di polizia, non è facile per una donna restare al passo, avanzare di grado e guadagnarsi la stima dei sottoposti. Tutte le difficoltà sono messe efficacemente in luce e danno un ulteriore tocco di realismo alla finzione letteraria.
Sullo sfondo, ma con una sua nitida caratterizzazione, il maresciallo Luciani, uomo di esperienza e dalla spiccata umanità. Il suo senso della famiglia lo ha allontanato dalla carriera ma non dalla passione per il lavoro e ha preso sotto la sua ala la giovane superiore che considera quasi come una figlia.
Un libro che si rivela piacevole, di facile e veloce lettura, e ci trascina in un vortice di indagini e musica, dopo averci trasportato in una Milano che non si ferma mai.
A cura di Cristina Bruno
Emiliano Bezzon
è nato a Gallarate il 26.6.1964. Dirigente pubblico è stato Comandante della Polizia Locale di Gallarate, Vigevano, Varese e Milano e direttore dell’Accademia Regionale di Polizia, ora è Comandante della Polizia Locale a Torino; giornalista e autore di saggistica giuridica per operatori di polizia. Ha pubblicato il racconto noir La notte del boss in Delitti e canzoni, edito da Todaro nel 2007. Assieme a Cristina Preti ha pubblicato i romanzi gialli Breva di morte e Le verità di Giobbe, entrambe editi da Eclissi, nel 2015 e nel 2016. Dal 2016 scrive da solo: con i racconti Incubo di una notte di mezza estate, Lo sguardo del pesce e La mancia è gradita è risultato finalista dei concorsi “Giallolaghi” e “Garfagnana in Giallo” ed è stato pubblicato nelle relative antologie, edite da Morellini e Tra le Righe. Nel 2017 ha pubblicato il romanzo Il manoscritto scomparso di Siddharta con Robin, vincitore di diversi premi e concorsi e la raccolta di racconti I delitti della città in un giardino con Macchione. Quest’ultimo ha ottenuto il premio speciale per l’antologia di racconti al concorso “La provincia in giallo 2018”. Da dicembre 2018 fa parte del collettivo letterario “Torinoir”.
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