A tu per tu con l’autore
Franco Vanni, giornalista di Repubblica e scrittore di gialli: il tuo “La regola del lupo”, edito da Baldini+Castoldi, è in finale al Premio La provincia in giallo. Come ti senti? Sei contento?
“Contentissimo! Soprattutto vista la compagnia in cui si trova il mio libro. Titoli importanti di bravi autori. Non mi faccio illusioni sulla possibilità di vincere, ma già vedere la copertina lì in mezzo è una soddisfazione grandissima”.
Il tuo romanzo è ambientato a Pescallo, piccola frazione di Bellagio. Tu invece sei nato e vivi a Milano, una grande città. Che rapporto hai con la provincia?
I miei nonni materni erano originari in un paesino della Val Trebbia, nel Piacentino. La famiglia di mio nonno paterno era di Populonia, paese della costa toscana. Forse proprio per il fatto di essere nato in città, tengo molto a queste radici. Sono andato a visitare in moto tutti i luoghi d’origine della mia famiglia. Sarà una suggestione, ma ovunque mi sono sentito istintivamente a casa.
Sei mai stato a Garlasco, dove ha sede il Premio?
Certo! Prima di passare alla redazione Sport, lavoravo in cronaca nera. Ho seguito alcuni aspetti giudiziari dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. Da ragazzo invece più volte sarei voluto andare alla discoteca Le Rotonde per ascoltare Gigi D’Agostino, un mio idolo. Una volta ho anche comprato il biglietto in prevendita. Poi, per una ragione o per l’altra, la serata è sempre saltata. In radio sento che Gigi Dag ogni tanto ci suona ancora. Ormai ho 38 anni, ma mai dire mai ….
Il tuo romanzo è uscito a febbraio 2019. Lo stai ancora promuovendo?
Purtroppo l’ho portato in giro pochissimo. Dopo l’uscita del romanzo, ho cominciato a fare il cronista sportivo e in particolare a seguire l’Inter. Quindi tutti i weekend si sono di colpo occupati. Mi rende felice constatare come, anche senza l’aiuto che gli vorrei dare, ‘La regola del lupo’ abbia comunque fatto il suo percorso. È stato ristampato, ha vinto un premio (Premio speciale “Laghi” a Giallo Ceresio) e continuano a uscire belle recensioni.
Come definiresti “La regola del lupo”?
Un giallo classico, con il morto all’inizio e il colpevole che si scopre alla fine. L’omicidio avviene a bordo di una barca a vela sul lago di Como. La vittima è Filippo Corti, manager 40enne che per arrivare al successo ha calpestato regole, leggi e affetti. I tre sospettati sono i suoi migliori amici, che si trovavano a bordo con lui. Una storia lineare, figlia dei tanti gialli che ho letto. Inglesi soprattutto. Spesso scritti da donne.
Un’autrice che ti ha ispirato particolarmente?
Oltre alla Christie, mi piacciono moltissimo Josephine Tey, autrice di ‘La figlia del tempo’, e la meno nota ma straordinaria Marie Belloc Lowndes. Il suo ‘Luna di miele da incubo’ è un piccolo capolavoro. Lo ha pubblicato in Italia la casa editrice Edizioni le Assassine, che propone al pubblico italiano autrici noir poco note.
Cosa stai leggendo?
L’ultimo romanzo è stato ‘Patria’ di Aramburu. Un capolavoro, per molti versi noir e come ambientazione decisamente nordica: i Paesi Baschi sono più nordici della Scandinavia a parer mio! Poi giornali sportivi, qualche libro sul metodo dei vari allenatori, saggi sulla compravendita dei calciatori e libri-inchiesta sul mondo ultrà. Insomma: calcio, calcio, calcio, che è il mio lavoro.
Ti piacerebbe scrivere un giallo ambientato nel mondo del calcio?
Molto! Ma non è il momento. Oltre all’imminente ripresa del campionato, che mi terrà occupato, è in arrivo anche la mia seconda figlia. Per qualche mese, più che scrivere, nel tempo libero sarò alle prese con pappe e pannolini. E voglio anche godermi mio figlio più grande, che ha appena compiuto tre anni e che durante i mesi di isolamento causa coronavirus ho visto molto poco.
Non eravate chiusi in casa insieme?
Magari! A febbraio, quando è saltato fuori il primo caso di Covid 19 in Italia, ero in trasferta di lavoro in Bulgaria. Mia moglie, incinta, e mio figlio erano in montagna per carnevale. Quando sono rientrato a Milano ci siamo promessi di ricongiungerci, ma è arrivato il lockdown. Per un mese e mezzo abbiamo potuto vederci solo in video. Ho realizzato per mio figlio dei piccoli filmati divertenti, che poi su consiglio di amici con figli ho pubblicato sul mio profilo Facebook, per metterli a a disposizione anche di altri bimbi. Ora siamo finalmente tutti insieme! I libri per un po’ possono aspettare.
Franco Vanni
Sara Zanferrari
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