assordante della follia
Recensione di Gaudenzio Schillaci
Autore: Domenico Verde
Editore: Damster
Genere: Thriller
Pagine: 212
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Un serial killer, una musicista in fuga dal suo passato, un pericoloso boss della mafia albanese, un gesuita impegnato nella lotta contro la prostituzione: personaggi di una storia a tinte fosche che terrà il lettore con il fiato sospeso. Fino all’ultima riga.
Recensione
Tra la moltitudine di cose imprevedibili della vita ci stanno certamente i rigori di Francesco Totti dopo l’Europeo del 2000, la chimica che può scattare tra due persone che scambiano uno sguardo per caso in mezzo al traffico, le coincidenze di due autobus che devi assolutamente prendere ad un determinato orario. E ci stanno pure i thriller.
Quando ti si presenta davanti una copertina oscura, sovente con i bordi giallastri, non sai dove ti porterà ma sai solo che non possono esserci vie di mezzo, o è coinvolgente o non funziona, o è avvincente o è noioso.
Insomma, o è testa o è croce. Le sinossi vengono scritte con mestiere, frasi brevi, punteggiatura ridotta al minimo e il minimo, non è un caso, coincide sempre con il “punto”, e questo le rende tutte accattivanti ma c’è una linea di demarcazione nemmeno tanto sottile che divide l’accattivante dell’attendibile, ed è una linea che si può notare solo addentrandosi nella lettura.
Questo “Il silenzio assordante della follia”, per merito dell’autore, Domenico Verde, e di quelli Damster che lo hanno selezionato e ne hanno curato l’edizione, quella linea non ce l’ha. Ѐ uscito “testa”.
Negli anni, Damster si è imposta sul mercato con una ricerca continua di nuove idee, persino scontrandosi con quella piacevole abitudine che molti altri hanno perso ovvero con quel “rischio di impresa” senza il quale oggi, probabilmente, non avremmo mai letto James Joyce e forse non avremmo nemmeno le automobili, e questo solidissimo thriller è proprio figlio di questa volontà di scoprire novità, di affrontare il rischio. Di fare l’editore, appunto.
Dopo essersi messo in evidenza al “Giallo Festival”, la cui prima edizione è stata tenuta a Bologna nel 2019, il romanzo ha visto la luce per la collana “I Gialli Damster”, che ormai da tempo rappresenta una garanzia per gli appassionati del genere, e soddisfa le attese: con una trama robusta e un protagonista misantropo ben delineato nelle storture della sua psicologia, Verde riesce a imbastire un thriller scorrevole e che, nonostante la storia sia decisamente composita, non risulta macchinoso né tantomeno artefatto.
Uno spaccato nelle zone d’ombra, nella parte fosca della luminosa Roma e nella solitudine di un uomo, il protagonista, Achille, attorniato dai suoi animali domestici ma totalmente ingoiato dai suoi tormenti e dalle sue ossessioni. Degni di menzione i dialoghi, curati senza mai sfociare nel posticcio, che raccontano bene sia il contesto dove si sviluppa la storia che i rapporti che si innestano tra i personaggi.
Insomma, ancora una volta Damster si mette in luce come un gran bel porto dove approdare quando si è in cerca di una lettura che risulti dinamica e coinvolgente, senza sbavature. In questo caso la materia scelta dall’autore era materia sensibile, trattandosi di una storia dove è presente un serial killer, ma è riuscito a scivolare via dalla morsa dei luoghi comuni trovando una sua dimensione.
Consigliato, con complimenti all’autore e ad una realtà che diventa sempre più rilevante nel panorama italiano come Damster.Il loro è un lavoro prezioso da preservare e da premiare, un lavoro a cui questo “Il silenzio assordante della follia” rende onore.
A cura di Gaudenzio Schillaci
https://instagram.com/denzyotollah
Domenico Verde
nasce a Sant’Antimo (NA) il 20/09/1960. Sposato, due figli, vive e lavora a Roma. Con la casa Editrice Damster ha pubblicato, nel 2010, il racconto Giustizia è fatta, per la collana «Unico Indizio: il pesce rosso».
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