Recensione di Alessandra Ciancaleoni
Autore: Shirley Jackson
Editore: Adelphi
Pagine: 279
Genere: thriller
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Mrs. Smith tirò un sospiro di sollievo e andò a riordinare la cucina. Lavò e asciugò le tazze e i piattini, quindi prese una tazza pulita, la riempì e si sedette alla finestra del soggiorno. Guardando la strada buia e sporca, ripiombò ancora una volta nel suo stato di quieta felicità; tre settima ne fa, si disse, ero disperata e senza nessuno al mondo. Mio padre era morto e io me ne stavo seduta davanti al mare, tutta sola, a chiedermi – sorvolò frettolosamente su questo pensiero – come sarebbe stato entrare in acqua e camminare, camminare sempre più avanti. Poi lui si è seduto accanto a me: “Spero di non sembrarle sfrontato”. Mrs. Smith fece un risolino segreto, sorseggiando il caffè». «Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti» raccontano i figli di Shirley Jackson. «Si tenevano feste leggendarie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda». E da quell’ostinato ticchettio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha pochi paragoni: celebri romanzi dell’orrore come «L’incubo di Hill House» e clamorose perle nere come «La lotteria», certo, ma anche una mole imponente di racconti destinati a rimanere a lungo sconosciuti – e che solo trent’anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un «coup de théâtre» degno di una delle sue storie: alcuni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preavviso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Washington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ricca scelta, dove il lettore troverà non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jackson è riconosciuta maestra, ma anche – e sarà una gradita sorpresa – commedie surreali, sketch stranianti, comici quadri familiari, esplorazioni della psiche, con fulminanti incursioni nei territori di confine tra normalità e follia. E sempre sarà felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingranaggi di una macchina narrativa di diabolica perfezione.
Recensione
Vi chiedete mai qual è il libro più importante di uno scrittore?
Da quale è meglio partire: meglio i libri famosi, le raccolte brevi o i libri poco conosciuti?
In questo libro sicuramente troverete la Shirley Jackson che si ama, ma anche una un pochino più insolita. Cosa succede nello specifico quando chiudiamo la porta di casa e ci togliamo “la maschera” che dobbiamo portare in diverse situazioni e nei diversi settori della nostra vita?
Questi racconti descrivono in modo dettagliato la realtà che le donne affrontavano all’inizio metà degli anni 50 ma sempre in una maniera scanzonata, a metà tra il simpatico e il bellico.
L’incubo, la “stranezza” e le atmosfere cupe e inquietanti impregnano in diversi modi lo sfondo delle storie, la cosa veramente stupefacente però è che qui troviamo un’artista completa a 360 gradi.
Riusciamo a ritrovare opere sullo stesso stampo de “L’incubo di Hill House”, ma altrettante scritte in modo romantico e anche nostalgico tipiche degli anni 40/50.
Assolutamente imperdibile se si è amanti di Shirley Jackson, ma anche un buon modo per approcciarsi a lei.
Shirley Jackson
Shirley Jackson è stata una scrittrice e giornalista statunitense, nota soprattutto per L’incubo di Hill House del 1959 e La lotteria. Ha esordito scrivendo per il prestigioso «The New Yorker» nel 1948. Nella sua carriera ha scritto anche opere per bambini, come Nine Magic Wishes, e persino un adattamento teatrale di Hansel e Gretel, The Bad Children. Muore per infarto nel 1965, forse a causa della terapia a base di psicoformaci che stava seguendo.
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