Recensione di Roberto Forconi
Autore: Stefano Tura
Editore: La Corte Editore
Genere: Thriller
Pagine: 456
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Il primo romanzo di Stefano Tura e il sequel inedito in un unico thriller. Il killer delle ballerine: Rimini, anni ’90. Fabrizio Dentice è un pericoloso psicopatico, condannato e rinchiuso in un manicomio per l’omicidio di cinque cubiste. Ma il verdetto non convince Luca Rambaldi, giovane giornalista di provincia e fidanzato di una delle ragazze orrendamente assassinate. Tanto più che i brutali delitti riprendono. E così Luca, aiutato da Carmen, un’intraprendente e coraggiosa ragazza, e da Samantha, transgender che sembra conoscere tutti i segreti della vita dei locali notturni della riviera, mette in atto una personale indagine per dare un volto allo spietato serial-killer. Fino a scoprire una perversa e sconvolgente verità. L’ultimo ballo: Rimini, 20 anni dopo. La riviera romagnola ha cambiato completamente volto, molte delle discoteche hanno chiuso, alcune sono state addirittura abbattute. È un mondo dominato dalla “rete”, dagli smartphone, dai social network, un mondo in cui il livello di discriminazione e violenza è aumentato esponenzialmente. E quando due terribili delitti sconvolgono la notte riminese, riaffiorano paure mai superate e incubi che sembravano appartenere al passato.I sopravvissuti alla vicenda di 20 anni prima si rendono subito conto dell’agghiacciante realtà: il killer delle ballerine è tornato.
Recensione
Correvano gli anni’90 del secolo scorso, Rimini la sorridente città della riviera romagnola era al culmine della popolarità e anche se ignara iniziava a piegarsi a un declino inevitabile. Discoteche, locali di tendenza, ma anche tanta prostituzione, affari loschi e droga, ma soprattutto la voglia di divertirsi senza freni inibitori.
Un luogo fermo nel tempo, portato in sogno da Fellini su celluloide, cantato dai poeti locali come Carboni e portato su carta da un giovane giornalista che sarebbe diventato un Grande Giornalista di cronaca nera; Stefano Tura pubblicò il suo primo romanzo, “Il Killer delle Ballerine” a secolo ormai scavallato.
Un romanzo piccolo, dal sapore indipendente ricco di tutte quelle sfumature nostrane e folkloristiche e soprattutto senza la pretesa di essere il nuovo fenomeno letterario del decennio.
Un giallo efferato, con capitoli lanciati da una prosa veloce, concisa, degna del suo lavoro da giornalista. Imperfetto nella costruzione ma accattivante nella messa in scena con una tensione costante che segue il lettore così come il killer segue le sue vittime.
Stefano Tura dopo questo libro ne ha scritti molti altri proseguendo sulla via del thriller e migliorando la qualità della scrittura ogni volta, ma il Killer delle Ballerine è importante per aver dato vita alla sua nemesi letteraria, quel poliziotto tutto d’un pezzo, testardo, forte, incorruttibile che risponde al nome di Alvaro Gerace; un personaggio che libro dopo libro è cresciuto assieme allo scrittore tanto che sembra voler uscire dalle pagine dei libri per vivere una vita differente, fatta di carne e ossa.
Il killer delle ballerine si pone come un romanzo seminale del mondo creato da Tura, dove tutti i mali sembrano essere scaturiti dall’essere umano, senza intervento divino, perpetrando nella carne dei reietti, delle persone comuni e perfino in quelle figure “clownesche” che tanto piacciono ai bambini. Immaginate un finale mozzafiato, senza via di scampo che lascia col groppo in gola e che in realtà vorresti non finisse mai. Si, perché questo è un libro che si inizia e si finisce: non si interrompe, anzi, non te lo permette!
Ma aspettate un attimo, siete pronti a fermarvi e pensare che tutto ciò potrebbe davvero non finire?
Il come ce lo spiega Stefano e la scommessa a mio avviso vincente accettata da Gianni La Corte quando ha deciso di ripubblicare una nuova edizione de Il Killer delle Ballerine senza che lo scrittore lo correggesse e lo migliorasse lasciando inalterati tempi, prosa e luoghi aggiungendo nello stesso libro il seguito della storia dal titolo “L’Ultimo Ballo”.
Un seguito ambientato venti anni dopo negli stessi luoghi del primo libro, con tutte quelle emozioni lasciate indietro a quella Rimini sovversiva e sanguinaria di fine anni ’90.
L’Ultimo Ballo è il perfetto finale di quella che vuole essere una storia d’amore finita nel sangue senza sconti o censure. Un seguito veloce, perfino più tagliente del primo libro, dove prologo, climax e finale convergono tutti in una direzione incastrando alla perfezione ogni pezzo e azzardando ancora una volta in un finale che logora, devasta la strada di personaggi, ne crea di nuovi per scenari futuri e spezza l’anima dei lettori.
Un ultimo ballo un po’ corto, ma che non poteva essere altrimenti, una lunghezza eccessiva avrebbe rotto quella magia creata vent’anni fa.
Mi fermo qui lasciando l’enfasi alla lettura senza rovinarvi la storia, specie a voi lettori che avrete la fortuna di avere tra le mani per la prima volta un doppio libro con un’unica lunga storia di orrore.
Stefano Tura confeziona una piccola chicca che farà piacere al suo lettore di vecchia data e darà l’opportunità a nuovi di conoscere i suoi libri.
Il male non ha mai fine. Il male si nutre della carne e degli occhi. Il male vive accanto a noi, e a volte ci cammina di fianco. Il male è come un’ultima pagina letta troppo velocemente e che lascia a bocca aperta il lettore per la sorpresa finale che non ti aspetti!
Stefano Tura
Giornalista e scrittore, nato a Bologna, vive a Londra dove lavora come corrispondente per la Rai. Ha iniziato la carriera come cronista di nera nel quotidiano Il Resto del Carlino. È stato poi inviato di guerra per la Rai in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e Sudan. Come autore di gialli e noir, ha scritto Il killer delle ballerine, Non spegnere la luce, Arriveranno i fiori del sangue, e molti altri; finalista nei premi Fedeli e Scerbanenco, e Tu sei il prossimo, con il quale ha vinto i premi Romiti e Serantini.
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