Recensione di
Francesca Marchesani
Autore: Gianluca Morozzi
Editore: Tea
Genere: Giallo
Pagine: 224
Pubblicazione: Febbraio 2021
Sinossi. In un vicoletto pressoché invisibile nel centro di Bologna, Vilo Vulcano mantiene in vita l’attività di famiglia: una libreria dalla scarsa clientela, ma ben conosciuta da chi ha problemi da risolvere. Sì, perché Vilo, per compensare le poche vendite, svolge lì una seconda, clandestina, attività: investigatore privato, impavido e decisamente a buon mercato. Lavoro per il quale può contare sull’aiuto di uno dei suoi pochi clienti abituali, ormai amico: l’Orrido. E quando, in uno dei tanti pomeriggi tutti uguali, entra in libreria una meravigliosa ragazza mora, e con la sua irresistibile voce roca chiede non un consiglio al libraio, ma un aiuto al detective, due cose sono certe: Vilo accetterà il caso, e finirà nei guai. La meravigliosa ragazza, Zelda Versalico, lo vuole assumere perché indaghi sulla morte del fratello, mago dalle dubbie qualità, trovato senza più vita dopo essersi murato nel sotterraneo della loro casa di montagna, con l’intenzione di compiere una sensazionale evasione e averla vinta sulla sua più grande rivale: quella maledetta pazza di Prisma.
Recensione
Leggere Morozzi per me è confortante. Da bolognese, mi sento a casa. Riconosco le viuzze e l’aria che si respira sotto i portici, vedo benissimo i suoi personaggi muoversi sotto le due torri e ubriacarsi in piazza Verdi.
Il protagonista delle nostre vicende è Vilo Vulcano, librario con un sacco di tempo libero e investigatore dell’incubo alla Dylan Dog. Per questo motivo ha una clientela molto variopinta all’interno della sua Boutique del mistero.
Quando entra dalla sua porta Zelda, con un caso all’apparenza impossibile, la prima cosa a cui pensa è intascarsi l’anticipo, la seconda è la bellezza di questa donna, che non potrà che portare dei guai. Per risolvere il mistero della morte del fratello di Zelda Vilo avrà bisogno dell’aiuto del suo amico Orrido. Non immaginatelo però come Watson o Groucho perché rimarreste delusi.
I due fra un bicchiere di vino e un panino alla salsiccia cercano di risolvere il mistero dell’uomo morto da solo in una casa sigillata mentre tentava un numero di escapologia degno di Houdini per stupire Prisma, la sua misteriosa rivale.
Troveranno molto più di questo.
Vilo, l’unico libraio detective incapace di provare l’emozione di avere paura, ripercorrerà tutta la sua vita illustrandoci il motivo per cui si trova nella situazione, non esattamente florida, in cui è. Non ve lo dico assolutamente come finisce. Solo due cose però, sì, rimarrete sbalorditi da molte cose, e no, non sarà questa la fine del nostro Vulcano.
Gianluca Morozzi
Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Dopo gli esordi con la piccola casa editrice ravennate Fernandel, di cui è diventato direttore editoriale ha raggiunto il grande pubblico grazie al romanzo Blackout, un thriller interamente ambientato all’interno di un ascensore. Oltre ai romanzi già pubblicati, ha all’attivo numerosi racconti, inseriti in diverse antologie. Nella sua produzione sono frequenti i riferimenti alle esperienze personali, in particolare quelle inerenti la fede calcistica per il Bologna FC e – soprattutto – la musica. È il chitarrista degli Street Legal, una tribute band che omaggia Bob Dylan. Ha suonato nel cd “Deviazioni”, tributo a Vasco Rossi pubblicato in allegato al Mucchio Extra, realizzando con Andrea Parodi il brano “Brava”. È anche conduttore radiofonico e tiene corsi di scrittura creativa. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto, però le ho fatte, Accecati dalla luce e la raccolta di racconti Luglio, agosto, settembre nero, tutti usciti per Fernandel. Per Guanda ricordiamo: Blackout, L’era del porco, Chi non muore, Lo specchio nero, Radiomorte, L’Emilia, o la dura legge della musica (un saggio), Despero e la graphic novel Il vangelo del coyote, oltre al romanzo Colui che gli dei vogliono distruggere. Per Tea ricordiamo: Gli annientatori (2018) e Dracula ed io (2019). Un suo racconto compare anche nella raccolta Semi di fico d’India edita da Nuova Dimensione.
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