La sfocatura del mondo




Recensione di Christian Floris


Autore: Iris Wolff

Editore: Rizzoli

Genere: Narrativa-fiction

Pagine: 240

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Una slitta scivola nella campagna innevata in una mattina di dicembre, la guida un uomo avvolto in un cappotto, con un cappello di pelliccia in testa. Trasporta barili di aringhe sotto sale e una donna. Florentine ha preso l’unico mezzo disponibile, ha lasciato il marito Hannes a casa, a spalare la neve dal cortile e poi a dire messa, mentre lei corre verso la stazione pregando che il bambino che porta in grembo sopravviva. Siamo nel Banato, una regione di frontiera nel cuore dell’Europa centrale, dove si parlano, insieme, tedesco, rumeno, ungherese, serbo, e dove si intrecciano altrettante, antiche tradizioni. E siamo poco oltre la metà del Novecento, anche se la scena sembra di almeno due secoli prima. Tre mesi dopo quel giorno di spavento nasce Samuel, il protagonista di questo romanzo, attorno a cui si muovono sette personaggi, tutti legati strettamente a lui, ogni capitolo un’esistenza, un carattere, un futuro davanti a sé, ognuno partecipe di un grande quadro famigliare. Samuel nasce in un luogo remoto, che, seppure al centro dell’Europa, è anche periferia quasi dimenticata dell’impero sovietico.

Recensione

Nell’Europa mitteleuropea della cortina di ferro, dove si confondono e convivono lingue, tradizioni e vite diverse, Iris Wolff traccia un commovente affresco storico-famigliare che abbraccia il periodo della guerra fredda fino al terribile regime di Ceausescu, per giungere al nuovo assetto geopolitico dopo la caduta del Muro di Berlino.

La grande Storia è raccontata attraverso le piccole storie di una famiglia e dei personaggi che gravitano intorno ad Hannes, pastore protestante, a sua moglie Florentine e al loro figlio Samuel. Una comunità di persone capace di farsi compagnia nelle gioie e nelle difficoltà, nelle tragedie e anche nelle minute facezie quotidiane, che cementano le amicizie e segnano i destini.

Dalla penna della Wolff scaturiscono i colori autunnali della campagna rumena, i profumi del vino e dei dolci divisi a metà, le atmosfere sospese fra la placidità del fiume Mures, le colline del Banato e l’imponenza dei Carpazi. Il desiderio di libertà dei personaggi, per troppo tempo soffocato dal partito di regime e dal braccio armato della Securitate, troverà finalmente il suo pieno compimento, quando le vicende del mondo cambieranno confini ed esistenze.

L’autrice transilvana avvolge dolcemente il lettore nel suo racconto, conducendolo in un mondo che trabocca di sentimenti veri e personaggi vividi, facendolo sostare in questa sfocatura indefinita, in un crogiuolo unico di popoli e aspettative, con uno stile pastoso e leggero allo stesso tempo, fatto di corse sugli alberi, di interrogatori brutali, di voli rocamboleschi sopra il confine ungherese, di nascite e morti dolorose. Un mondo da cui puoi anche andare via, ma dove prima o poi tornerai, perché resta nel profondo del tuo cuore.

La frase che io avrei voluto scrivere è:

Ogni essere umano dovrebbe venire al mondo munito di istruzioni d’uso, di un bugiardino che gli indichi, anche solo in modo approssimativo, molto approssimativo, la strada da imboccare e magari anche come prendersi cura di sé”.

 

Iris Wolff


Iris Wolff è nata nel 1977 in Transilvania e si è trasferita in Germania all’età di otto anni. Con i suoi romanzi ha vinto numerosi premi, tra cui il Thaddäus-Troll-Preis e il Marieluise-Fleißer-Preis. Vive a Friburgo. La sfocatura del mondo è stato nella prima selezione del prestigioso Deutscher Buchpreis 2020.

 

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