Pericoli di un viaggio




Pericoli di un viaggio nel tempo


Recensione di Kate Ducci


Autore: Joyce Carol Oates

Traduttore: Alberto Pezzotta

Editore: La nave di Teseo

Pagine: 352

Genere: Narrativa, classici, fantascienza

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Adriane S. Strohl vive negli SNAR (Stati del Nord America Rifondati) una confederazione nata dopo i Grandi Attacchi Terroristici e la conseguente Guerra Contro il Terrore. Uno stato retto da un governo onnipresente e opprimente che non consente nessuno tipo di dissenso. Adriane è solo una ragazzina di diciassette anni, idealista e curiosa, quando viene arrestata dalla Sicurezza Interna per aver osato fare delle domande a scuola. La sua condanna è quella di essere rimandata indietro nel tempo diottant’anni e di scontare la pena a Wainscotia Fall, nel Wisconsin, per studiare nella locale università. Lasciata alladeriva nel tempo in questa idilliaca cittadina del Midwest, viene avviata a un percorso diriabilitazione” per poter poi tornare a casa, ma non può resistere all’innamoramento per un altro esiliato, che la porterà a riflettere sul mondo Wainscotia e sulla realtà che è costretta a vivere, con risultati al contempo devastanti e liberatoriPericoli di un viaggio nel tempo” è un romanzo distopico, visionario e sorprendente, che racconta la resistenza di una giovane donna contro i vincoli di una società oppressiva, ma è anche una potente storia d’amore, splendidamente narrata dalla più grande scrittrice americana contemporanea.

Recensione

Una storia che ricorda molto Orwell e il suo 1984, con gli stessi tratti tristemente attuali e la consapevolezza che la fantascienza sia fin troppo spesso vicina alla realtà che ci troviamo a vivere o potremmo trovarci a vivere.

Mantenendo uno stile personale e originale, l’autrice tesse un racconto che ha in comune con Orwell anche una consapevolezza triste quanto consolatoria: sono sempre i sentimenti, in particolar modo l’amore, a salvarci o metterci in catene e, anche laddove ci conducano a una sconfitta, alla morte, a una condanna, nessuno sarà mai abbastanza condizionato, appiattito, umiliato, impaurito, per non dar loro ascolto.

Perché la nostra umanità, la nostra sopravvivenza e la capacità di resistere a un appiattimento figlio di paura e condizionamenti, si misurano in questo: nella irresistibile voglia di andare incontro agli altri che solo l’amore può generare.

Una storia dal finale amaro, come spesso la vita è, ma nonostante ciò portatrice di uno splendido messaggio di fondo: scommettere sull’amore non porterà mai a una sconfitta.

Forse verremo messi fisicamente in catene per averlo fatto, ma la nostra umanità sarà salva, saremo comunque liberi.

 

Joyce Carol Oates


Autrice e intellettuale americana eclettica, tra le più prolifiche della letteratura americana, ha pubblicato il primo libro nel 1963. Da allora, ha frequentato ogni genere letterario in prosa e in versi: romanzi, racconti, narrativa per l’infanzia, poesie, drammaturgie, saggi. Oates ha pubblicato nell’arco di sessant’anni oltre cento libri: cinquantasette romanzi, quarantadue raccolte di racconti, una decina di drammi teatrali, sedici volumi di saggi, undici raccolte di poesie, nonché libri per bambini e alcune antologie di articoli apparsi su quotidiani e riviste nel corso degli anni. Alcuni dei suoi libri, per la maggior parte romanzi del mistero, sono pubblicati sotto lo pseudonimo di Rosamond Smith (otto volumi) e Lauren Kelly (tre volumi). Ha vinto numerosi premi letterari, incluso il National Book Award e il Jerusalem Prize nel 2019; è stata inoltre finalista del Premio Pulizer sia per i romanzi Acqua nera (1992), What I Lived For (1994) e Blonde (2000), che per le raccolte di racconti The Wheel ofLove (1970) e Lovely, Dark, Deep: Stories (2014). La Oates ha insegnato alla Princeton University dal 1978 al 2014 ed è Roger S. Berlind ’52 Professor Emerita in the Humanities col corso di Scrittura Creativa. È professoressa alla University of California di Berkeley, dove insegna “short fiction”. È membro del consiglio di amministrazione della John Simon Guggenheim Memorial Foundation.

 

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