Recensione di Fiorella Carta
Autore: Mattias Edvardsson
Traduttore: Samanta K. Milton Knowles
Genere: Thriller psicologico
Pagine: 384
Editore: Rizzoli
Anno: 2021
Sinossi. La casetta nella placida, profonda Svezia del sud, dove Micke e Bianca e i loro due figli si trasferiscono lasciandosi alle spalle l’animata Stoccolma, sembra un posto perfetto per ricominciare. Un’apparenza che s’incrina quando la coppia inizia a frequentare i nuovi vicini. Jacqueline, ex fotomodella con conclamate difficoltà a far correre la vita su un binario stabile; Fabian, suo figlio, un quindicenne dal comportamento spiazzante; Ola, impiegato di banca con una condanna per aggressione e un’ossessione strisciante per la messa in sicurezza del quartiere; Åke e Gun-Britt, pensionati e sentinelle di vicinato, alacremente impegnati a tenere d’occhio i movimenti altrui. Quando Bianca viene investita davanti a casa, la prima conclusione è che si sia trattato di un incidente. Ma mentre lei combatte contro la morte in un letto di ospedale, macchie prima invisibili cominciano a fendere la patina scintillante di quel lindo quartiere, tradendone il lato più segreto, oscuro e violento. Edvardsson ha costruito un thriller psicologico come si intesse una ragnatela, usando fili sottilissimi e tenaci per distorcere le percezioni e capovolgere ogni certezza. Una tela dell’inganno che avviluppa la mente del lettore in un’unica, ossessionante domanda: può chiunque di noi dire di conoscere davvero i propri vicini?
Recensione
I nordici e i loro paesaggi mi sono mancati. Torno in Svezia, nella Scania, regione tranquilla, così si dice e così pensano Bianca e Micke che decidono di trasfervisi insieme ai figli.
Un paesino, un vicinato accogliente e qualcosa da cui fuggire.
Puoi scappare anche in Lapponia, il fango ti insegue e incrosta le scarpe e porta solo tragedia. Così le vite di diverse famiglie si intrecciano, lasciando dei fili scomposti, segreti, bugie, disagi.
Che vesti indossa il tradimento?
Laceri panni fatti di menzogne che porteranno a un incidente, vita e morte cozzano contro i ricordi felici, impastate di rimpianti e rimorsi.
Un thriller psicologico insidioso, bussa alle porte di qualsiasi casa, gira la chiave e entra, perché i suoi protagonisti sono persone normali… O quasi.
La cattiveria si prende tutto il finale, si erge infima, striscia sotto il tappeto, foriera di nuova morte, dovunque tu decida di scappare.
Un romanzo che tocca le debolezze della società, passando per i rapporti di coppia, quelli fra madre e figlio, fra amici e conoscenti, fra compagni di scuola e fra maestri e alunni, in quella bolgia in cui si nascondono bullismo, incomprensioni e poca empatia.
Con questi elementi è facile, per un abile scrittore, mettere in scena una tragedia di godibilissima lettura.
Mattias Edvardsson
è insegnante di liceo e vive a Löddeköpinge, Svezia. Il suo primo romanzo, Una famiglia quasi normale (Rizzoli 2019), è stato tradotto in più di trenta paesi.
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