I demoni di Urbino




Il nuovo mentore


Recensione di Giulia Manna


Autore: Paquale Rimoli

Editore: La ruota

Genere: Giallo

Pagine: 314

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Ci siamo. I Demoni sono pronti a colpire definitivamente Urbino e la famiglia di Matteo Sesti. Ma chi si cela dietro la maschera del nuovo Mentore? Dopo la morte del Professore scopriremo chi guida la setta che per anni ha condizionato le vite dei protagonisti della saga che ci ha tenuti col fiato sospeso, e che trova in questo capitolo conclusivo, il suo gran finale.

Recensione

Con “I demoni di Urbino, il nuovo mentore” si chiude questa sorprendente trilogia. Mentre i primi due libri: “La figlia del maresciallo” e “La moglie del capitano” potevano essere letti senza rispettare l’ordine di uscita, quest’ultimo mette tutti  i tasselli al loro posto, pertanto non è una lettura autonoma come le precedenti.

Il capitano Matteo Sesti dopo aver smantellato una setta in quel di Urbino, prova a continuare ad andare avanti con la sua vita, nonostante in quella guerra abbia perso diverse persone a lui vicine. Non è ancora riuscito a superare la morte improvvisa di Sara, sua moglie, avvenuta in seguito ad un incidente stradale ormai quasi due anni prima.

Accanto a lui c’è Giulia Molinari, la figlia del maresciallo con la piccola Simona. Il suo migliore amico e collega, il maresciallo Enrico Molinari che è anche il padre di Giulia, non gli parla più dai terribili eventi avvenuti un anno prima all’interno del Palazzo Ducale. I rapporti tra i due sono molto tesi e quelli tra padre e figlia a malapena ricuciti da poco.

Urbino non è più la tranquilla città ducale che tutti conosciamo. Quello che accadde non scosse solo i protagonisti che faticano a tornare alle loro vite, nemmeno la città riesce a dimenticare. Così, quando una giovane ragazza viene trovata morta nel parcheggio Mercatale, l’incubo torna alla luce ed il Sesti proverà a chiudere questa vicenda una volta per tutte, costi quel che costi.

E’ difficile censire l’ultimo libro di una trilogia. Si rischia di dire sempre troppo a chi deve ancora iniziare a leggerla. Il primo libro lo presi per diverse similitudini con la mia vita personale e soprattutto perché conosco bene Urbino. Non si può non rimanere affascinati dalla bellezza della città ducale! E’ stata la semplice fortuna a farmi scoprire questo giallo ricco di suspence che consiglio vivamente.

E’ scritto bene, in modo molto semplice e scorrevole. Ha molti dialoghi e non si perde in troppi dettagli. Rimoli cura bene la trama anche negli altri due libri, prestando molta attenzione a ricordare i fatti accaduti in precedenza senza mai essere pedante con l’evidente fine di evitare che il lettore si perda e segua il suo capitano in questa indagine. Non gli sfugge nulla. Diciamo che con il primo lancia la storia, con il secondo il giallo si amplifica e con il terzo si uniscono tutti i puntini per arrivare al gran finale.

Adatto anche ai ragazzi.

Buona lettura. 

 

 

Pasquale Rimoli


nato a Policoro, è un filologo classico, attualmente impegnato nell’insegnamento di Lingua e civiltà italiana agli immigrati nella città di Matera. Da sempre amante della lettura e della scrittura (scrive, infatti, dall’età di sedici anni), con questo suo primo romanzo corona il sogno di pubblicare un giallo. È attivo nel sociale e nel volontariato, a contatto in particolar modo con il mondo degli adolescenti. È ideatore del blog Se le poesie potessero parlare, collaboratore del blog Storia Romana e Bizantina e redattore del giornale diocesano Logos.

 

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