Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Dmitrij Miropol’skij
Editore: Fazi Editore
Traduzione: Carmelo Cascone
Genere: Thriller
Pagine: 776
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Cosa accomuna le azioni di Ivan il Terribile, Pietro il Grande e Paolo I? Perché, secondo gli autori della Cronaca degli anni passati, l’apostolo Andrea ha intrapreso un cammino di oltre duemila chilometri per raggiungere le rive del lago Ladoga? È ciò che cercheranno di scoprire l’ex maggiore Odincov, addetto alla sicurezza del museo al Castello Michajlovskij, nel centro di San Pietroburgo, e il giovane studioso di storia Muninn, che nel suo studio intitolato Urbi et Orbi sembra avere individuato una chiave che potrebbe schiudere questi antichi enigmi. Lungo il difficoltoso percorso alla ricerca della verità, tra alleati pronti ad aiutarli e avversari che li vogliono morti, incontreranno una femme fatale e un vecchio miliardario, un capo di un’organizzazione internazionale e un leader spirituale, adepti di ordini mistici e funzionari dei servizi segreti, fino a giungere al momento della rivelazione finale, che segnerà l’inizio di un nuovo corso per l’umanità. Dopo , Dmitrij Miropol’skij torna nelle librerie italiane con un avvincente giallo in pieno stile che in patria è stato un successo da centinaia di migliaia di copie procurando all’autore la nomea di “Dan Brown russo”: un congegno narrativo dagli ingranaggi perfetti, in cui si fondono poliziesco, affresco storico, thriller, avventura, esoterismo.
Recensione
L’Arca dell’Alleanza è un leggendario manufatto che secondo la Bibbia era una cassa di legno che simboleggiava la presenza divina nel popolo ebreo e conteneva le Tavole della legge consegnate da Dio a Mosè nel monte Sinai.
Le tracce dell’Arca dell’Alleanza si perdono intorno al VI secolo a.C. e da allora è stata al centro di tantissimi libri, sia saggi che romanzi che ne hanno evocato la presenza negli scenari più disparati, sino al film di Steven Spielberg “I predatori dell’arca perduta” che ne ha reso ancora più famose le vicissitudini e ha contribuito a creare un’aura di mistero che ha reso quest’oggetto leggendario e capace di ogni meraviglia.
L’Arca dell’Alleanza ha un ruolo fondamentale anche nel nuovo libro di Dmitrij Miropol’skij “Urbi et Orbi”, thriller che mescola con bravura spionaggio, Storia, mitologia, interessi economici e geopolitici.
Considerato il Dan Brown russo, Dmitrij Miropol’skij ricorda molto anche l’Umberto Eco del “Pendolo di Foucault” utilizzando richiami, tematiche, schemi narrativi e il vorticoso concatenarsi di fatti storici e teorie cospirazioniste tipiche dei due scrittori, che non a caso vengono esplicitamente citati in questo thriller elettrico e coinvolgente.
Tutto nasce a San Pietroburgo quando Muninn, un giovane e timido storico viene aggredito da due uomini che tentano di rubargli un dossier chiamato “Urbi et Orbi” che racchiude i suoi studi sulle strane concordanze tra le politiche di tre grandi governanti russi, Ivan il Terribile, Pietro il Grande e Paolo I.
Per puro caso Muninn viene salvato dall’ex ufficiale dei servizi segreti Odincov che uccide gli assalitori e porta in salvo lo storico, cercando anche l’aiuto di Varaska, un vecchio commilitone che ha condiviso con lui diverse pericolose avventure.
Quando Odincov scopre che le due vittime facevano parte di un servizio segreto agguerrito e temibile, capisce che il dossier è molto di più di un’esercitazione erudita ma nasconde segreti molto pericolosi.
Per sfuggire ai compagni degli uccisi e per cercare di comprendere l’intrigo in cui si trova, Odincov incontra una collega di Muninn e la coinvolge in una fuga ricca di agguati e di violenza.
“Urbi et Orbi” ha una struttura tipica di tanti thriller e segue con precisione tutte le canoniche stazioni narrative obbligatorie, (Presentazione dell’eroe, incidente scatenante, obiettivo, antagonista, sequenze di vittorie e sconfitte, battaglia finale e nuovo equilibrio) ma le inserisce in una vicenda che interseca con talento la tensione di una vicenda spionistica con le suggestioni di millenni di storia rievocate e collegate tra loro in modo vertiginoso.
Le varie svolte della trama hanno come “fil rouge” l’antichissima “Cronaca degli anni passati” opera che racconta la più remota storia della Russia e che sembra sia stata redatta verso il 1100 dopo Cristo.
Tutti questi riferimenti hanno un grande fascino per gli amanti della storia e sono gradini che portano lentamente i protagonisti di “Urbi et Orbi” a delineare uno svolgimento storico alternativo diverso da quello insegnato nelle scuole, rendendoli capaci di intuire gli spostamenti dell’Arca nei millenni.
Seguendo certe intuizioni di Umberto Eco, Odincov e i suoi compagni rileggono la grande Storia secondo una visione febbrile e paranoica che vede capolavori come “I tre moschettieri” arcani scrigni di verità innominabili.
In definitiva “Urbi et Orbi” mi è piaciuto e mi ha divertito perché alterna con equilibrio scene d’azione agli approfondimenti culturali di un’indagine compiuta sui libri e sui riferimenti mitologici che apportano fascino e densità alla trama, coinvolgendo Sant’Andrea l’apostolo fratello di San Pietro, l’antichissimo manoscritto sacro etiope Kebra Nagast, i Rosacroce, Chretien de Troyers, Wolfram von Eschenbach, i granzi Zar russi e naturalmente anche i Templari, perché secondo Umberto Eco, “I Templari c’entrano sempre!”.
Oltre a queste suggestioni Dmitrij Miropol’skij inserisce nella narrazione diversi spunti molto interessanti che spingono quasi a rileggere questo thriller fluviale che conta ben 776 pagine, come questa riflessione decisamente attuale nel contesto geopolitico:
“Ogni legge è un confine tra il bene e il male. Se questo confine è stabilito dagli uomini, loro possono spostarlo. Oggi verso là, domani verso qua… Persino i confini dei Paesi sono mutati nel corso della storia e continuano a mutare. E spostare i confini delle leggi è molto più facile”.
Dmitrij Miropol’skij
È nato il 12 agosto del 1964 a Leningrado. Dal 1988 lavora come pubblicitario, autore teatrale, conduttore, commentatore musicale, sceneggiatore. A partire dal 2006 ha iniziato a pubblicare romanzi storici. Fazi Editore ha pubblicato anche L’ultimo inverno di Rasputin nel 2019.
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