La gita in barchetta




Recensione di Paola Iannelli


Autore: Andrea Vitali

Editore: Garzanti 

Genere: Narrativa

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Nella Bellano insolitamente ventosa di inizio 1963, Annibale Carretta dovrebbe essere conosciuto come ciabattino. Dovrebbe, perché la sua indole è sempre stata un’altra. Nato «strusciatore di donne», uno che approfitta della calca per fare la mano morta, nella vita ha rimediato più sganassoni che compensi per le scarpe che ha aggiustato. Ed è finito in miseria, malato e volutamente dimenticato dai più. Ma non dalla presidentessa della San Vincenzo, che sui due locali di proprietà del Carretta, ora che lui sembra più di là che di qua, ha messo gli occhi. Vorrebbe trasformarli nella sede della sua associazione. Per questo ha brigato per farlo assistere da una giovane associata, Rita Cereda, detta la Scionca, con il chiaro intento di ottenere l’immobile in donazione. E in parte ci riesce anche, se non fosse che quelle due stanze del Carretta ora a Rita farebbero parecchio comodo. Le vorrebbe dare alla madre per il suo laboratorio di sartoria, e alleviarle così il peso della vita grama che fa: vedova e col pensiero di una figlia zoppa, Rita, appunto; una malmaritata, Lirina, che non sa come liberarsi del muratore avvinazzato che ha sposato; e poi Vincenza, bella ma senza prospettive, che seduta sul legno di una barchetta vede riflesso nello specchio del lago il destino che l’attende e al quale non sa sottrarsi. Su queste prime note si intona la sinfonia di voci e di vicende che hanno fatto di Bellano il paese-mondo in cui tutti possono ritrovare qualcosa di sé, e che nella Gita in barchetta interpreta una delle migliori partiture composte dalla penna leggera e tagliente di Andrea Vitali. Per i lettori è l’irresistibile occasione di immergersi ancora una volta nell’intreccio sorprendente di storie che è la vita.

Recensione

Una giostra umana regola i tempi e le battute in questa storia d’altri tempi, nella quale l’autore, seguendo un registro narrativo poggiato su più livelli, ci presenta la vita di questa comunità abitativa. I cardini della vicenda principale si innestano nel racconto passando attraverso i profili di molteplici personaggi, ne è testimonianza la lunga lista messa a disposizione del lettore alla fine del romanzo.

I nomi con i quali Andrea Vitali battezza i protagonisti sono scelti con cura, anche i suoni rispondono a una commistione onomatopeica ben precisa, che colloca la storia a Bellano, una cittadina in provincia di Lecco.

Spinetta Buboli fa il suo ingresso accompagnata dal dono di un olfatto acuto, capace di distinguere odori a metri e metri di distanza, permettendole di distinguere particolari e cambi di scena imprevisti. Sarà proprio grazie al suo olfatto che il cadavere di un vecchio ciabattino, tale Annibale Carretta, sarà rinvenuto. Con un abile mossa l’autore compie un volo pindarico e percorre a ritroso la vita del ciabattino, definito con la singolare espressione «strusciatore di donne».

Una miriade di figure femminili popola la storia, ognuna con il proprio carico di dolore, capaci di risorgere dalle ceneri, solidali e caparbie. Ognuna impegnata nel dimostrare a sé stessa e al mondo, la potenzialità inconfondibile della sopravvivenza, che le scaraventa nell’universo delle invincibili. La strusciante vita del logoro Carretta, sarà l’eredità immaginaria che riempirà la vita della vedova Scianca, che insieme alle sue tre figliole, prenderà possesso del suo laboratorio. La mimica del popolo che colora gli angoli e le vie della piccola cittadina, forma il dedalo dei contrasti umani, che sfrondano le superfici dell’apparire, e mostrano il lato basso del valore umano

Una scia di viscida perversione perfora in trasversale i sentimenti, che culmineranno con una morte inaspettata, sorvolando l’abisso della menzogna che perfida domina le anime vaganti che riempiono le pagine di questo ironico, e al contempo malinconico romanzo.

 

A cura di Paola Iannelli

https://paolaiannelli.it/

 

Andrea Vitali 


Andrea Vitali è nato a Bellano il 5 febbraio del 1956. Oltre a essere un rinomato scrittore, esercita la professione di medico di base nel suo paese natale, in cui vive con moglie e figlio.
Il suo esordio letterario è avvenuto nel 1990, con Il procuratore (Premio Montblanc per il romanzo giovane) ispirato da vicende narrategli da suo padre. Nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti e da allora non si è più fermato: nel 2003, con Una finestra vista lago, ha vinto il Premio Grinzane Cavour e il Premio Bruno Gioffrè. Nel 2004 gli è stato assegnato il Premio Dessì, sezione narrativa, per il romanzo La signorina Tecla Manzi. Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà, finalista anche al Premio Strega. Nel 2008 ha vinto il Premio Boccaccio per tutta la sua produzione narrativa e in particolare per La modista, con cui ha ottenuto anche il Premio Hemingway. È stato inoltre finalista allo Strega e al Campiello 2009. I suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Serbia, Grecia, Romania, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Ungheria, Giappone e Turchia. Andrea Vitali è stato ospite al festival Mare di Libri nell’edizione 2015.

 

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